Featured

10 domande a… Antonio Cuevas Mons “Ñeti”

Ottavo appuntamento con la rubrica 10 domande a… curata da Stefano Beltrando. Protagonista di questa puntata è lo spagnolo Antonio Cuevas Mons, uno dei prodieri più ricercati nella grande vela oceanica internazionale in equipaggio. Assai interessanti le osservazioni sugli Imoca 60, ideati per la vela in solitario ma poco adatti per caratteristiche al giro del mondo in equipaggio, l’attuale The Ocean Race.

Antonio Cuervas Mons, che tutti conoscono come “Ñeti”, spagnolo di Santander, è uno dei protagonisti della vela oceanica che oltre a quattro Volvo Ocean Race ha collezionato un’infinità di regate costiere e d’altura. Quasi sempre sulla barca più grossa della flotta.

1.Quanti giri del mondo e in che ruolo?

Antonio Cuevas Mons Ho partecipato a quattro edizioni della Volvo Ocean Race, sempre nel ruolo di prodiere. Durate le ultime due edizioni sono anche stato boat captain ovvero responsabile della barca sia in mare sia a terra.

2.La surfata indimenticabile con un volvo?

ACM Per me la cavalcata indimenticabile è stata durante la tappa numero 8 della VOR 2011/12 da Lisbona a Lorient (se vai su Google ci sono ancora dei video pazzeschi). Stavamo combattendo con Groupama per vincere il giro. Sfortunatamente mentre eravamo al commando della tappa abbiamo rotto il timone, rimpiazzato poi con quello di riserva, ci riportiamo in testa ma si rompe pure quello e perdiamo il record di percorrenza sulle 24h (avevamo fatto 574 NM nonostante lo stop per il cambio del timone), la tappa e di conseguenza il giro. Sicuramente una corsa folle.

3.Durante la Volvo Ocean race del 2011-2012 siamo sbarcati assieme a Puerto Williams da una motovedetta cilena. Io perché dovevo andare a controllare la barca dei kiwi a Puerto Mont, tu perché avevi un mal di schiena insopportabile. Secondo il report della regata i prodieri rischiavano molto dal punto di vista fisico. Cosa ne pensi degli Imoca con pozzetto chiuso e attività molto limitata in coperta?

ACM Me lo ricordo bene. Durante la tappa sono stato sbattuto a terra da un’onda e ho preso un colpo violento alla schiena e al bacino. Ho trascorso due giorni senza poter muovere le gambe mentre allo stesso tempo avevamo il fondo della barca che si delaminava. Così abbiamo dovuto fermarci a Capo Horn dove siete arrivati voi per sistemare la barca con un nuovo pezzo di scafo e da lì siamo poi andati assieme a Puerto Williams con la motovedetta della marina cilena. Di sicuro il ruolo di prodiere è quello più a rischio in barca, anche se in condizioni impegnative tutti quanti prendono la loro dose di colpi.

Riguardo agli Imoca devo ammettere di non essere sicuro che l’attuale giro del mondo sia il formato ideale per una barca con equipaggio completo. Sempre con autopilota, pochi cambi di vele e molto meno sail trimming rispetto a quanto eravamo abituati. Sicuramente gli Imoca sono imbarcazioni dalle prestazioni straordinarie e una sfida notevole per i navigatori solitari. Per me la Volvo è stato il “master” per i migliori timonieri, trimmer e prodieri e temo che questi tempi siano ormai finiti.

4.Dopo ogni Volvo Ocean race ti ho sentito dire : “questa è l’ultima!” Perché poi ritornavi? Puoi anche semplicemente dire: “per soldi”.

ACM Vero che durante la regata ripeti spesso “Cosa diavolo ci sto facendo qui?” o “ MAI PIU’! “ ma fortunatamente credo che il cervello umano sia selettivo e si libera dei brutti ricordi, mantenendo solo quelli belli e di questi durante una Volvo ce ne sono parecchi. Poi penso che la VOR sia la massima sfida per qualunque navigatore oceanico e c’è qualcosa in questa regata che ti spinge poi a ritornare. Però se qualcuno pensa di andarci solo per i soldi e meglio che lasci perdere perché il giro del mondo può diventare un’esperienza luuuunghissima.

5.Nei peggiori periodi di una tappa quante ore pensi di dormire al giorno?

ACM Questo dipende dalle condizioni meteo. Come sai ci regoliamo sul programma 4 ore di attività e 4 ore di riposo, quindi in teoria c’è un sacco di tempo per riposarsi. Però se c’è un cambio di vela, virata o strambata bisogna essere tutti in coperta e a questo si aggiunge il tempo per mangiare, cambiarsi, sgottare acqua ecc.. Quindi per fare un esempio, in condizioni stabili come negli Alisei si può dormire parecchio se invece stai strambando di continuo a ridosso della zona di esclusione dei ghiacci, non dormi mai.

6.All’arrivo in Brasile o anche Cape Town si vedevano fisici parecchio più magri della partenza, quanti kg di peso hai perso al massimo in una tappa?

ACM Durante le tappe lunghe possiamo perdere 6-7 kg ma la cosa peggiore è che lo stato di forma cala drasticamente durante l’intera regata e dopo servono mesi per tornare in pista.

7.Ho letto su Seahorse qualcosa tipo che sei il miglior prodiere sul mercato. Quali sono le difficoltà maggiori nel fare il prodiere su barche tipo Comanche o Skorpio?

ACM Haha, non mi considero di certo il miglior prodiere. Posso darti una lunga lista di prodieri tuttora attivi che sono sempre stati i miei modelli, con i quali ho avuto la fortuna di navigare e dai quali ho imparato molto.

Riguardo la navigazione penso che l’atteggiamento fondamentale sia rispettare la taglia ovvero ricordarsi che ogni errore può costare caro e procurare danni enormi o peggio ferire qualcuno. Penso che il segreto sia essere metodici, verificare tutto ed essere circondati da un equipaggio del quale ci si fida e poi non fare casino

8.Quale regata vorresti fare a tutti i costi?

ACM Adorerei fare la Coppa America ma al tempo dei monoscafi Version5 quando c’era più lavoro e più equipaggio a bordo. Ho avuto la fortuna di fare qualche evento del Sail GP con l’equipaggio spagnolo; la barca e l’equipaggio sono spettacolari ma penso che il mio profilo si adatti meglio alle vecchie Version5.

9.Quale regata passata, presente, futura vorresti vincere/aver vinto a tutti i costi?

ACM Come ho detto prima, per me la VOR è il top ed ho sempre voluto farla ad ogni costo. Abbiamo avuto delle buone probabilità di vincerla nel 2011-12 con Telefonica e nel 2017-18 con Mapfre ma sfortunatamente è andata diversamente, comunque questa rimane la regata che vorrei vincere.

10.A parte i giocattoli con i foil, che tipo di vela dobbiamo proporre ai ventenni perché si appassionino ancora di più?

ACM Questa è probabilmente la domanda alla quale è più difficile trovare una risposta al momento. Vediamo sport come il wing foil che totalizza record di praticanti perché è accessibile a chiunque; facile, veloce divertente e in un attimo lo smonti e metti tutto in macchina. Penso che si debba traslare questo stesso concetto alla vela. In fondo tutti cerchiamo le stesse sensazioni quando facciamo sport. A mio avviso dovrebbe essere una barca rapida da assemblare, robusta, veloce e one design.

Stefano Beltrando (8-continua)

Stefano Beltrando, Foto Borlenghi/Luna Rossa
Stefano Beltrando, professionista tra i più apprezzati nel mondo della vela hi tech con la sua QI Composites che si occupa di test non distruttivi e sui materiali, cvura questa serie d’incontri con alcuni dei più noti protagonisti del mondo velico.
Dieci domande a… è una serie che si propone di raccontare la passione per un mondo stupendo e altamente professionale come quello della vela sportiva.
Precedenti puntate:

2.Santiago Lange

3.Luca Rizzotti

4.Giovanni Belgrano

5.Philippe Presti

6.Juan Kouyoumdjian

7.Paola Cariboni

Articoli Correlati

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *