Featured

America’s Cup: il giorno della rivoluzione, ma i kiwi non ci stanno. Nuovo accordo per un protocollo condiviso per le prossime due edizioni

Londra, UK- La Coutts Cup compie il passo finale per l’appropriazione e il cambiamento definitivo di quella che era l’America’s Cup ma i neozelandesi non ci stanno. In una conferenza tenuta oggi alla Casa di gioielleria Garrard di Londra, la stessa che nel 1848 cesellò la Coppa delle Cento Ghinee poi conosciuta dal 1851 come America’s Cup, si afferma che cinque dei sei team attualmente iscritti sono d’accordo per un futuro condiviso del più antico trofeo sportivo al mondo. In pratica le stesse regole per le prossime due edizioni, cadenza biennale (2017, 2019 e 2021) e soprattutto le stesse barche, gli AC50. In pratica un circuito professionale a sè stante con un primo anno di AC World Series, una riduzione di costi stimabile sui 30/40 milioni di dollari secondo quanto dichiarato da ACEA, certezza di regole a lungo termine.

Spithill, Cammas, Ainslie, Barker e Percy alla Casa Garrard di Londra con la Coppa America
Spithill, Cammas, Ainslie, Barker e Percy alla Casa Garrard di Londra con la Coppa America

I kiwi non ci stanno

Cinque su sei erano a Londra (James Spithill per Oracle Team USA, Ben Ainslie per Land Rover BAR, Dean Barker per Softbank Team Japan, in pratica un team parallelo a Oracle Team USA, Franck Cammas per Groupama Team France, Iain Percy per Artemis Racing) ma il sesto, Emirates Team New Zealand a Londra non c’era e non ci sta, dichiarando di preferire che la storia e il rispetto del Deed of Gift dell’America’s Cup siano mantenuti. Ovvero le regole sono decise da chi vince la Coppa in collaborazione con il challenger of record, cioè il primo degli sfidanti.

“@EmiratesTeamNZ believe the future @americascup format is to be decided by the Defender and Challenger of Record as it has historically been”

ovvero

“ETNZL crede che il futuro del formato dell’America’s Cup debba essere deciso dal Defender e dal Challenger of Record come è storicamente stato”

Da Auckland giungono notizie di intense riunioni in seno al team kiwi. Il capo del team Grant Dalton per il momento ha deciso di non rilasciare ulteriori dichiarazioni a quanto sopra riportato. Max Sirena, che come noto fa parte del team neozelandese dopo il ritiro di Luna Rossa, è in Italia e per il momento non ha aggiunto dichiarazioni.

Fonti interne a ETNZL hanno confermato oggi a Fare Vela che il team kiwi non era stato neanche informato della conferenza di Londra, il che contrasta con quanto dichiarato da ACEA nel suo comunicato, ovvero che “Emirates Team New Zealand is not here today, but they have been kept updated on all developments throughout the creation of the framework agreement,”

“ETNZL non è qui oggi, ma loro sono stati tenuti aggiornati su tutti gli sviluppi fino alla creazione dell’accordo di collaborazione”.

Per il comunicato da Londra è stato ripresentato anche Larry Ellison, da mesi assente nelle faccende della Coppa affidata in realtà ormai in toto a Russell Coutts, e sono stati spesi i cinque skipper citati, ognuno con una sua dichiarazione.

Questo il video ufficiale prodotto e diffuso da ACEA con le dichiarazioni di Coutts, Ellison, del direttore di regata Ian Murray e dei cinque skipper citrati:

Nostro commento

La comunità velica internazionale si sta dividendo tra le nuove generazioni, in toto rappresentate dai cinque team e dai loro skipper, che vedrebbero nuove opportunità di partecipazione in una Coppa trasformata in un circuito professionale dalle regole note e certe, e dalle generazioni che hanno vissuto invece l’epoca d’oro dell’America’s Cup, che ritengono che il suol fascino stia proprio nell’unicità dell’evento, ovvero che chi vince la Coppa la può poi difendere decidendo il nuovo Protocollo insieme al primo sfidante (il Challenger of Record) nel rispetto del Deed of Gift.

Entrambe le posizioni hanno una loro logica, ma la gestione dell’evento in mano ai velisti “couttsiani” in questo momento ha enormemente ridotto, al di là di consifderazioni sulla crisi economica, la partecipazione e l’indotto della Coppa. Dalle circa duemila persone che a Valencia 2007 vivevano di “Coppa America” si è infatti passati alle poche decine attuali, ma guarda caso di quelle decine fanno parte appunto i velisti sopra citati.

Le dichiarazioni di ACEA spingono molto sulla riduzione dei costi e l’accessibilità di nuovi team, attratti da regole certe e continue nel tempo. Gli aspetti di dubbia rispondenza al Deed of Gift riguardano invece le barche, che come noto sono ormai dei quasi monotipi costruiti nel cantiere neozelandese che fa capo allo stesso Coutts, e la limitazione delle possibilità, anche di sfruttamento economico, di chi la Coppa dovesse riuscire a vincere. E questo, evidentemente, è quanto ad Auckland proprio non possono accettare, visto che per i kiwi la partecipazione alla Coppa è fortemente legata alla possibilità poi di difenderla sul proprio territorio (possibilità questa comunque concessa anche dal nuovo accordo) e di sfruttarne i benefici economici.

La sensazione è che la potenza di fuoco del gruppo di Coutts alla fine potrebbe prevalere e che il DNA della Coppa sia ormai cambiato per sempre. Se questo sarà un bene lo vedremo, certo è che i continui richiami alla Formula 1, che è quanto di più anti velico si possa immaginare, fanno pensare, ma si sa, di fronte ai denari la tradizione conta poco. Sono attesi sviluppi nelle prossime ore.

Questo lo specifico dei punti che il nuovo protocollo per le Coppe 36 e 37 (rispettivamente 2019 e 2021 doipo la numero 35 in programma a Bermuda 2017) prevede:

The framework agreement and agreed future protocol binds the signatories to deliver the 36th America’s Cup (AC36) and the 37th America’s Cup (AC37) under the following terms:

• The America’s Cup will be on a two-yearly cycle for AC36 (2019) and AC37 (2021).
• The America’s Cup World Series (ACWS) will start, at the election of the defender, as soon as Q4 2017. Venues, sponsors and media partners will be approached over the next six months to secure up to 12 international events over the next two years.
• The first year of the America’s Cup World Series (ACWS) will be raced in AC45F foiling catamarans – the same boats used in America’s Cup World Series (ACWS) in the 35th America’s Cup.
• The second year will see a transition to the America’s Cup Class (ACC) boats, the same technically sophisticated class of boats raced in Bermuda in 2017 (with a slight rule modification to extend the wind range in which they can race to 4 to 26 knots). After this transition to the America’s Cup Class (ACC), the AC45Fs will be retired from the America’s Cup competition and the ACC boats will be the only boats raced.
• The America’s Cup World Series (ACWS) will culminate with a final event at the venue for the next America’s Cup and the final standings from the America’s Cup World Series (ACWS) will be used to qualify teams for the America’s Cup Challenger Playoffs.
• The America’s Cup Challenger Finals and America’s Cup Match will be held in 2019 in a venue selected by the winner of the 35th America’s Cup.
• To reduce costs, teams will not be permitted to build, test or train on AC45 surrogate boats as they have in this cycle of the America’s Cup.
• This above will repeat for AC37, with the exception that all racing will take place in America’s Cup Class (ACC) boats.

 

Articoli Correlati

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *