Mindelo– Riceviamo da Stefano Beltrando il diario di bordo di Mario Morino, armatore dello Swan 54 Endorfina che sta partecipando all’ARC+. Il diario riguarda la prima tappa del Rally, da Las Palmas a Mindelo (Capo Verde). La seconda porterà la flotta a Grenada. Endorfina ha concluso la prima tappa terza tra i monoscafi in tempo reale.
Ogni anno, tra ottobre e novembre, il Marina Deportivo di Las Palmas si anima con l’arrivo di decine di barche a vela di ogni dimensione, molte con il granpavese a riva, tutte con la grande bandiera del Atlantic Rally for Cruisers ovvero la ARC, icona della vela anglosassone divenuta evento globale e da una decina di anni sdoppiatasi in due eventi: la più classica ARC che prevede una unica tappa tra Las Palmas e St Lucia e la più recente ARC + che si compone di due tappe , la prima da Las Palmas a Mindelo e la seconda da Mindelo a Grenada.
Con Endorfina, uno Swan 54 disegnato da German Frers e varato quattro anni fa, partecipiamo alla ARC +.
Nell’attesa della partenza, prevista per il 10 novembre, a bordo fervono i preparativi volti ad affrontare le quasi tremila miglia che ci separano dai Caraibi. Le imbarcazioni vengono controllate una ad una dall’organizzazione con una meticolosa attenzione all’aspetto della sicurezza.
Passeggiando tra i pontili restiamo stupiti dalla varietà delle barche e soprattutto degli equipaggi: qualche viso scavato di marinai di lungo corso, qualche giovane regatante ma soprattutto moltissime famiglie con bambini di ogni età (la mascotte quest’anno è Charlotte, 8 mesi, imbarcata su Sizzle, un Outremer55) e non pochi equipaggi di attempati velisti dilettanti.
La ARC + ha mantenuto, più della sorella maggiore ARC, lo spirito originario di Rally ovvero Raduno: traversare insieme l’Atlantico senza disdegnare la velocità ma privilegiando la sicurezza.
Qualche numero dell’edizione 2024: 94 barche di cui 27 catamarani (Outremer 55 il più grande, Excess 11 il più piccolo) e 67 monoscafi (dal Solaris 74 all’Hallberg Rassy 340), 22 nazioni con un netto predominio anglosassone (29 UK e 9 USA) e nord europeo (11 norvegesi e 4 svedesi). A rappresentare l’Italia siamo 3 barche, due Hallberg Rassy, un 48 ed un 43, e il nostro Swan 54.
Una nota particolare per il sistema di comunicazione satellitare Starlink: è presente sul 90% delle barche e si dimostrerà straordinariamente efficiente consentendo un collegamento semplice, immediato e veloce del tutto sovrapponibile a quello a cui ormai siamo abituati sulla terra ferma.
E allora…pronti via. Domenica 10 novembre, usciamo dal Marina accompagnati dalla banda locale, da parenti e amici schierati sul molo e dagli organizzatori che vigilano che ogni partecipante indossi il giubbotto di sicurezza.
L’Atlantico ci accoglie sonnacchioso , con 5/6 nodi di sud est che diminuirà ulteriormente dopo poco, e una fastidiosa onda incrociata. Le prime due ore sono una sofferenza per tutti mentre le barche rollano e beccheggiano in assenza di vento.
Poiché le regole di regata consentono l’uso del motore (che dovrà essere dichiarato nel dettaglio all’arrivo), progressivamente la quasi totalità della flotta chiude le vele decidendo di togliersi dalla zona d’ombra creata dall’isola di Gran Canaria
Su Endorfina smotoriamo per poco più di 2 ore, percorrendo meno di venti miglia fino a superare il capo sud di Gran Canaria come faranno la stragrande maggioranza delle barche dichiarando all’arrivo un utilizzo del motore oscillante tra le 2 le 7 ore. Solo una decina di barche utilizzeranno il motore per più di 10 ore e solo due , Corina un Oyster 595 e Les Papillons un Benetau 57 dichiareranno di non averlo usato.
Superata la zona d’ombra determinata dalla montuosa Gran Canaria, troveremo un vento di N-NE che sarà costante per tutte le altre 840 miglia oscillando da forza 4 a forza 6. Dunque una direzione esattamente in poppa-filo rispetto alla rotta diretta per Mindelo e questo determinerà due strategie e due gruppi di barche: quelle che navigheranno in poppa filo con diverse configurazioni (Parasailor, Genoa tangonati, vele a farfalla, rari spinnaker) e quelle con Gennaker e Code O che navigheranno al lasco con numerose strambate sui salti di vento. Su Endorfina alterniamo Gennaker e Code 0, il primo che diventa difficile da portare quando il vento supera i 22 nodi soprattutto per le onde di 2-3 metri ravvicinate ed irregolari per intensità e direzione. Riusciamo a tenere un angolo al vento reale tra i 150° ed i 160.°
Nelle prime 48 ore si delinea progressivamente un gruppo di testa costituito da 8-10 catamarani e 3-4 monoscafi, la quasi totalità con rotta diretta, noi ,unici del gruppo a navigare al lasco, oscilliamo tra la decima e la dodicesima posizione in reale preceduti soprattutto dai catamarani.
Nel tardo pomeriggio di giovedì 14 e nella notte seguente i primi scafi taglieranno la linea d’arrivo posta tra lo scoglio di Dos Passaros e l’isola di St Vincente davanti al porto di Mindelo: la line of Honour sarà di Sizzle un magnifico Outremner 55 seguito da Piment Rouge, Catana 50 ed altri catamarani. Noi tagliamo la linea alle 5 del mattino dodicesimi in assoluto e terzi dei monoscafi dopo Corina Oyster 595 e i magnifici ragazzi norvegesi di Born to run, Xp 44 che ha tenuto il passo di barche molto più grandi grazie ad una coraggiosa navigazione sotto Spinnaker ed una punta di 21.3 nodi.
Nei due giorni successivi arriveranno alla spicciolata le altre barche in una sequenza che si prolunga fino a lunedì a causa di un deciso calo del vento dopo l’arrivo del primo gruppo.
All’arrivo, sulle banchine del Marina di Mindelo si intrecciano i racconti. Per molte barche ed equipaggi si è trattato del primo contatto prolungato con l’Oceano ed è emerso evidente quanto la navigazione oceanica sottoponga barche ed equipaggi ad uno stress infinitamente superiore a quello delle tradizionali, spesso brevi, crociere mediterranee. La sosta sarà utile per porre rimedio a rotture e imprevisti. Tuttavia, se le barche hanno talora subito qualche danno, tra gli oltre 600 velisti non si è registrato nessun incidente degno di nota nello spirito della ARC: navigare in sicurezza nell’Oceano.
Possiamo concludere mettendo in evidenza qualche aspetto tecnico:
Nell’attesa della seconda tappa, tra welcome party, tour di St Vincente e della vicina spettacolare St Antao, bagni nell’Atlantico ad inseguire le tartarughe, serate trascorse al suono della Norma, la musica Capoverdiana resa celebre da Cesaria Evora che qui è nata, gli equipaggi preparano le barche, e fanno cambusa. Ora ci attendono le 2150 miglia che ci dividono da Grenada.
Mario Morino
(1-continua)