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Global Solo Challenge: Andrea Mura ha passato l’Equatore

La Coruña- Dopo quindici giorni dalla partenza da La Coruña, in Galizia, per il Global Solo Challenge ieri mattina Andrea Mura ha passato l’equatore raggiungendo la latitudine 0°0′0″ che segna il passaggio dall’emisfero nord all’emisfero sud, un rito che tutti i navigatori celebrano da secoli. Si tratta di un traguardo importante, le prime 3.400 miglia di navigazione che sono servite anche per entrare in modalità regata.

Ricordiamo che il Global Solo Challenge prevede partenze differenziate, con l’handicap scontato in partenza, e una regata poi in tempo reale. Chi prima ritornerà a La Coruña vincerà. Vento di Sardegna ha 3 barche da superare. La prima, lo S&S 34 Bendigedig del gallese Dafydd Hughes si trova già a sud della Tasmania.

Racconta Mura: “In queste prime due settimane il meteo è stato a tratti impegnativo ma con il vento sempre in poppa, mai di bolina, abbiamo camminato forte e macinato tante miglia. Lasciarsi lo stretto di Gibilterra alle spalle e raggiungere Madeira è stato un primo step importante. Le giornate si sono allungate, il mare si è scaldato lentamente e anche l’aria si è fatta sempre meno fredda rendendo la navigazione piacevole e riportandomi ad un clima estivo.

Dopo un giorno e mezzo di navigazione, costeggiando le coste del Marocco, siamo arrivati alle Canarie. Superate anche quelle siamo scesi verso le isole di Capo Verde, il vento ha continuato in buona direzione, sempre al gran lasco in fase ortodromica, sole caldo e mare blu.

L’umore migliorava e mi faceva pensare alle cose belle di casa, alla mia famiglia e al futuro. In barca sono sempre vigile, in costante attenzione per andare più veloce, sono sempre attento, mai rilassato, è la vita del velista e del marinaio. Dopo un paio di strambate, sono entrato nel canale dell’arcipelago di Capo Verde. Ora fa caldo, l’acqua è arrivata a 27°, il mare si è calmato, viaggio a 15 nodi con il vento in poppa, tutto molto piacevole. Sto guardando le carte nautiche e le previsioni meteo a lungo termine per vedere dove andare a bucare l’equatore. La strada più breve sarebbe l’Africa ma è anche la zona più pericolosa per rimanere incastrati nelle calme equatoriali, se ci capiti nella fase sbagliata può voler dire fare 200 miglia di bonaccia mentre allungando la strada verso il Brasile lo spessore delle calme equatoriali si riduce e si possono agganciare gli alisei nell’emisfero australe e l’anticiclone di Sant’Elena. E così ho fatto.

Di tanto in tanto sento delle botte pazzesche, sono i pesci volanti che sbattono contro la cappotta. Di notte e con la luna piena è uno spettacolo pazzesco. La barca sta funzionando bene. Ho una cambusa fornitissima e sono contento perché ogni giorno posso scegliere cosa mangiare, recupero energia. Nel percorso tra le isole di Capo Verde e l’equatore, all’undicesimo parallelo nord, l’acqua è a 29°, tempo bello, vento leggero, 10 nodi. Proseguo la navigazione verso l’equatore, mancano solo 3° di latitudine, l’acqua è passata a 30° e abbiamo agganciato il vento, come le carte meteo avevano promesso, e stiamo già navigando nei venti del mare del sud, le calme equatoriali sono ormai alle spalle. Il vento è leggero, 8 nodi a traverso, prua a sud, più andiamo avanti e più aumenterà, già da domani saremo in compagnia dei venti dell’oceano del sud.”

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