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Il leggendario giro del mondo di Sir Francis Chichester con il Gypsy Moth IV

Nuova puntata della serie di articoli sulla marineria a cura di Fabio Bergamo. In questa puntata la storia di Francis Chichester, primo uomo ad aver compiuto il giro del mondo a vela in solitario a sud dei tre grandi Capi, con il suo Gypsy Moth IV.

Francis Chichester (1901-1972) è stato un pioniere della navigazione aerea e marittima britanniche. A 18 anni, emigrato in Nuova Zelanda, avvia un’attività imprenditoriale nel settore delle costruzioni e della lavorazione del legno, ma sul finire degli anni ’20, la Grande Depressione – che mette in crisi la sua attività – lo spinge a rientrare in patria.

In quegli anni, scopre la passione per il volo che lo spinge a conseguire il brevetto di pilota e a voler compiere una grande sfida: battere il record di trasvolata dall’Inghilterra all’Australia a bordo del De Havilland DH 60, un biplano di 7 metri. Così, nel 1930, col suo aereo denominato Gypsy Moth, compie tale impresa, in solitaria, in soli 41 giorni: non riesce a stabilire un nuovo primato sul tempo, ma è il primo uomo a sorvolare, da est a ovest, il Mare di Tasmania, con rotta Nuova Zelanda-Australia, facendo atterrare per la prima volta un velivolo sulle Isole di Norfolk e Lord Howe.

Successivamente tenta di circumnavigare il globo terrestre in solitaria col suo velivolo: dagli Stati Uniti fino al Giappone, il volo si svolge senza problemi, ma ripartendo dal porto di Katsuura Wakayama, rimane vittima di un incidente che gli causa gravi ferite.

Durante il secondo conflitto mondiale – famoso per essere uno “specialista della navigazione aerea” – presso il Ministero dell’Aeronautica del Regno Unito, gli viene affidato il ruolo di istruttore dei piloti; più tardi presso l’Empire Central Flying School, insegna navigazione aerea, scrivendo un manuale, che sarà utilizzato come libro di testo per molti anni. Dopo il 1945, con la fine delle ostilità, si occupa di cartografia avviando la produzione e la stampa delle mappe di volo che avranno ampia diffusione tra gli appassionati e le stesse compagnie aeree attive in Gran Bretagna.

 

Le imprese in mare

Francis Chichester, forte dell’esperienza maturata nel volo aeronautico, vuole avventurarsi nella navigazione marittima per ottenere in mare gli stessi successi raggiunti in aria.

Così nel 1960 organizza la prima regata transatlantica in solitaria, che chiama “Ostar”. Ma non si limita solamente ad organizzarla; vi partecipa anche, solcando l’oceano a bordo del Gypsy Moth III, uno sloop bermudiano, dotato di timone a vento, col quale vince la prima edizione e risulta secondo nella successiva, dopo quattro anni, nel 1964. Due anni prima, nel 1962, il navigatore aveva stabilito anche il record di 33 giorni di navigazione da Plymouth a New York.

Nel 1966, l’impresa nella quale decide di misurarsi, diventa ancora più avvincente ma anche più rischiosa: il pioniere britannico decide di fare il giro del mondo, a bordo del Gypsy Moth IV, uno yacht con armo ketch di circa 16 metri con timone a vento, dotato di randa bermudiana sull’albero di maestra e quello di mezzana, fiocco e trinchetta a prua, e uno spinnaker; il suo obiettivo è quello di essere il primo navigatore a effettuare la circumnavigazione in solitaria del globo terrestre a sud dei tre grandi Capi meridionali del Mondo.

La rotta del giro del mondo del Gypsy Moth IV

Così, il 28 agosto 1966, Francis Chichester, all’età di 65 anni, molla gli ormeggi dal porto di Plymouth, doppiando, da est a ovest, Capo di Buona Speranza in Africa, Capo Horn in Sud America e Capo Leeuwin in Australia, e torna vittorioso nel luogo di partenza dopo 274 giorni (di cui 226 di navigazione e un solo scalo a Sidney per effettuare degli interventi di riparazione), cioè il 28 maggio 1967; in questa sfida con se stesso batte anche i tempi di navigazione dei famosi e velocissimi clipper, che impiegavano mediamente 230 giorni per coprire la stessa rotta, a cavallo tra la fine dell’ ‘800 e gli inizi del ‘900.

Nell’impresa, in cui percorre circa 30.000 miglia nautiche, Chichester si trova di fronte a varie sfide: deve risolvere un guasto al timone; in navigazione nell’Oceano Pacifico un’onda fa scuffiare la barca di 140° senza però creare, fortunatamente, danni agli alberi e le vele; giunto a Capo Horn deve lottare con onde alte fino a 15 metri e venti ad oltre 60 nodi di velocità.

Al ritorno in Inghilterra, l’approdo a Plymouth è trionfale: il suo veliero viene accompagnato da centinaia di piccole imbarcazioni fino all’ingresso in porto, e lui viene accolto dai suoi concittadini come un vero eroe nazionale.

Per tale primato che è stato storicamente definito “l’impresa del secolo” ed i suoi precedenti successi, Francis Chichester – pochi giorni dopo, nella città di Londra – viene insignito del titolo di Sir – ossia Cavaliere – dalla Regina Elisabetta II, con la stessa spada che la Regina Elisabetta I, utilizzò nel lontano 1581, nella cerimonia in cui il famoso navigatore Francis Drake fu insignito dello stesso titolo.

Nel 1967, le poste del Regno Unito, stampano un francobollo dedicato al Gypsy Moth IV e al navigatore Francis Chichester: prima di allora nessun francobollo fu emesso per ricordare personalità ancora viventi e non appartenenti alla Famiglia Reale.

Attualmente, il glorioso Gypsy Moth IV, dopo essere stato sottoposto ad uno scrupoloso ed oneroso lavoro di ristrutturazione, è un monumento nazionale della Marineria Britannica ed è ormeggiato a Buckler’s Hard, un villaggio nell’Hampshire, sulle rive del fiume Beaulieu, nell’Inghilterra meridionale.

(Fabio Bergamo*)

*Campano, scrittore e divulgatore, appassionato di navigazione a vela, collabora con Farevela e varie riviste a tema di sicurezza stradale. È Autore di una poesia sulla Legge, dal titolo “L’Abbraccio Materno della Legge” – conservata nel Duomo di Ravello, in costiera amalfitana – che tradotta in francese e in portoghese, è giunta già ai bambini del Mali, del Benin, e del Brasile; tra i suoi numerosi lavori, ha elaborato la proposta di legge per introdurre la Revisione periodica della carrozzeria delle auto col bonus riparativo per i conducenti virtuosi, e ha dedicato uno scritto in memoria dei Magistrati Falcone e Borsellino, premiato di recente a Roma in Campidoglio.

 

 

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