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Il Mare Mostro di plastica: la campagna di sensibilizzazione di Marevivo

Il pesce diminuisce, la plastica cresce. Il grande polmone del pianeta, il mare, che produce buona parte dell’ossigeno che respiriamo, non gode certo di buona salute negli ultimi anni. La temperatura del pianeta sale, i ghiacciai si sciolgono, aumenta la temperatura dell’acqua e cambiano gli ecosistemi sommersi con inevitabili danni a catena sulla flora e la fauna marina. A questi danni indiretti derivanti dall’inquinamento umano si aggiungono quelli diretti e l’eccessivo sfruttamento delle risorse.

Il mare è tra le fonti di cibo principali per circa 3 miliardi di persone, con un consumo procapite sulla popolazione mondiale che si attesta a circa 19 chili di pesce all’anno. Oltre ad offrire le sue risorse il mare e i suoi abitanti subiscono l’inquinamento causato dalle attività umane: studi recenti hanno stimato che sono circa 5 miliardi i pezzi di plastica alla deriva oggi in mare, per un peso complessivo che si aggirerebbe intorno alle 250 mila tonnellate.

Tartule-in-troubleNegli Oceani del mondo sono presenti vere e proprie isole galleggianti di plastica e immondizia varia, un danno a cui va aggiunto l’inquinamento derivante dalle altre attività dell’uomo e il grande problema dell’innalzamento della temperatura e del livello degli Oceani.

Su questi e molti altri temi si muove la campagna di sensibilizzazione promossa da Marevivo, partita da Bari con l’eccezionale partnership dell’Amerigo Vespucci e intitolata: “Mare Mostro: un mare di plastica?”. L’azione si muoverà a vari livelli: seminari, incontri con i giovani studenti, dibattiti con gli amministratori e politici e la proposta di una legge ad hoc. A supportare la campagna una mostra divulgativa, nata dalla Blue Factory di Marevivo, composta da giovani studiosi e ricercatori, coordinati dal professore dell’Università “La Sapienza” Giandomenico Ardizzone

Il dato sull'aumento del consumo di plastica
Il dato sull’aumento del consumo di plastica

“Non ci è consentito di restare in panchina a guardare cosa sta capitando al nostro mare”, spiega Rosalba Giugni, presidente e fondatrice di Marevivo, “non dimentichiamo che il mare rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidride carbonica, quando è in buona salute. Questa benefica funzione viene esercitata non esclusivamente per le sue acque salate, ma perché il mare è un ‘organismo vitale’, composto da vegetali e animali in un equilibrio dinamico raggiunto in milioni di anni”.

Obbiettivo dell’associazione Marevivo è poi mettere al centro del dibattito il Mediterraneo, mare semichiuso, che impiega 80 anni per il ricambio delle sue acque, solo superficiali. Nel suo bacino sfociano importanti fiumi, che nel loro percorso raccolgono e trasportano quantità di rifiuti plastici. Si stima siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica sparsi per tutto il Mare Nostrum, con una concentrazione media di 0,116 frammenti /m2 di superficie fino ad un massimo di oltre 0,36 frammenti/m2.

http://www.marevivo.it/

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