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Imoca 60: niente timoni a T per il full foiling, la classe vota contro

Le Havre- La classe IMOCA 60 ha votato contro l’adozione dei timoni a T per le nuove barche foiling. La decisione è stata presa venerdì 20 ottobre a Le Havre, in occasione dell’Assemblea generale della Classe IMOCA, con la maggior parte dei quasi 40 team partecipanti alla Transat Jacques Vabre presenti, in un’assemblea che includeva anche voti sulla revisione dell’albero monotipo – che mira ad aumentare i coefficienti di
sicurezza, possibili nuove regole sulla cilindrata dei motori, limiti al numero di vele trasportate durante le regate e altre misure e miglioramenti tecnici.

Il punto di discussione più interessante riguardava proprio la questione dei foil a T sui timoni, che trasformerebbero gli IMOCA da barche a vela con foil a barche ancora più veloci che volano completamente, non senza di conseguenza aumentare i rischi e la sostenibilità dei progetti.

La teoria dei velisti a favore del cambiamento è che la soluzione rientrerebbe nello
spirito di innovazione che è una pietra angolare della filosofia della Classe IMOCA, che il
cambiamento può essere fatto semplicemente e che migliorerebbe notevolmente il livello di comfort per gli skipper mentre volano sopra le onde.
Quelli contrari, invece, evidenziano che i T-rudder richiederebbero grandi cambiamenti nel modo in cui le barche vengono costruite per far fronte alle sollecitazioni e alle velocità aggiuntive, che gli alberi dovrebbero essere riprogettati e che si renderebbero necessarie molte altre modifiche, con conseguente ed esponenziale aumento dei costi, accessibili solo ai team con ricchi budget.

Antoine Mermod, il presidente della classe IMOCA, ha affermato che il dibattito è stato molto interessante perché la questione dei timoni a T è complessa e presenta molti elementi da considerare. “Quando si valuta se approvare un’innovazione tecnologica, è facile intuire quelli che ne sarebbero i vantaggi; il problema riguarda più decidere quando è il momento giusto per fare un eventuale cambiamento”, ha spiegato. “La Classe sta vivendo un periodo di successo nella sua evoluzione, ma è bene renderla sempre più forte e approvare i cambiamenti al momento giusto, mpiuttosto che lasciarsi guidare dall’innovazione tecnica”.

Un giorno potrebbe verificarsi il passaggio al full-foiling, sostiene Mermod, ma la questione chiave è quando ciò avverrà. “Sicuramente, ad un certo punto, l’obiettivo sarà quello di fare il giro del mondo volando sulle onde. Le argomentazioni presentate all’Assemblea Generale erano tutte valide e in realtà tutti coloro che hanno preso parola avevano ragione. Alla fine, l’Assemblea nel suo complesso si è chiesta se questo fosse il momento giusto per farlo nelle migliori condizioni possibili, e il voto contrario è stato chiaramente vincitore”, aggiunge.

Giancarlo Pedote, unico italiano attualmente iscritto alla Classe, in partenza per la Transat Jacques Vabre a bordo dell’IMOCA Prysmian Group e presente con diritto di voto all’Assemblea Generale, ha commentato: “Sono circa due anni che lavoro attivamente al progetto dei timoni a T, con un coinvolgimento personale nella commissione sportiva. Il timone a T rappresenta senza dubbio un passo tecnologico interessantissimo e spettacolare, ma oggi dobbiamo fare i conti con ciò che rappresenterebbe una scelta del genere: ridisegnare completamente l’albero mettendo fuori gioco quelli attualmente in circolazione, trovare nuovi upgrade per i piloti per controllare la barca in volo in
condizioni di onda formata, una maggiore attenzione alle condizioni di sicurezza per gli skipper, che in caso di discesa dell’imbarcazione dal volo con forte impatto sull’onda rischierebbero di catapultarsi all’interno con grande rischi. Tutti questi cambiamenti collaterali avrebbero un forte impatto anche dal punto di vista ecologico, implicando un consumo notevole di ulteriore carbonio.

Inoltre, ad oggi, solo una decina di team che potrebbero permettersi finanziariamente uno sviluppo del genere, ed il gap all’interno della classe non farebbe che aumentare.
Probabilmente realizzare una barca test che potesse fare un giro del mondo e riportare dei feedback, potrebbe essere il primo passo verso una valutazione più concreta di questa possibilità che sicuramente arriverà in un prossimo futuro. Le nostre barche un giorno voleranno integralmente. Il quando è probabilmente la domanda che noi come Classe ci porremo nei prossimi anni“ conclude lo skipper fiorentino, che partirà verso la Martinica domenica 29 ottobre, insieme agli altri 39 IMOCA iscritti.

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