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Route du Rhum durissima: esplosione a bordo… in salvo Fabrice Amedeo, Beccaria e Bona sempre all’attacco, la stanchezza di Pedote

Aggiornamento– Andrea Fornaro ha comunicato di voler effettuare uno scalo tecnico a Ponta Delgada, il porto principale dell’isola di Sao Miguel (la più grande delle Azzorre), per controllare i movimenti sospetti della chiglia avvertiti nelle ultime ore. Fornaro vuole controllare i perni prima di proseguire nella traversata dell’Atlantico.

Nei Class 40 alle 17:03 di martedì Fornaro con Influence è 18esimo a 159 miglia dal leader Yoann Richomme.
Alle 17:03 Ambrogio Beccaria con Alla Grande Pirelli era quarto a 31,9 miglia dal leader. Alberto Bona su IBSA è settimo a 65,7 miglia.

Negli Imoca Giancarlo Pedote è 22esimo a 426 miglia.

Per gli Ultime l’ETA di Maxi Edmond de Rotschild di Charles Caudrelier in Guadalupa è al momento per la tarda mattinata di domani. Alle 17:03 Caudreler era a 367 miglia dall’arrivo, con 28,3 nodi di media nelle ultime 24 ore e 63,8 miglia di margine su Francois Gabart.

Ponta Delgada– La lista degli incidenti, avarie, disalberamenti di quest’entusiasmante Route du Rhum Destination Guadeloupe si allunga con un’inedito: esplosione a bordo dell’Imoca 60 Nexans – Art et Fenêtres di Fabrice Amedeo e barca rapidamente affondata 360 miglia a ovest di Cascais, Portogallo.
Lo skipper francese è stato già recuperato da una nave allertata dal centro di sorveglianza marittima portoghese, che aveva ricevuto la chiamata di soccorso. Amedeo non ha riportato ferite.
L’esplosione, avvenuta per cause ancora non specificate, è occorsa mentre Amedeo stava dirigendo su Cascais per riparare alcune avarie subite dal suo Imoca 60.

La zattera da cui è stato recuperato Fabrice Amedeo

Prosegue, intanto, la regata nelle altre classi. La lunghissima e dura bolina, che ha tenuti impegnati gli skipper degli Imoca e dei Class 40 si è finalmente conclusa e all’altezza delle Azzorre si inizia a sentire profumo di Alisei.

Nei venti portanti da NE dell’Atlantico naviga ormai da due giorni Maxi Edmond de Rotschild, l’Ultime di Charles Caudrelier che sta ormai dominando la classe più grande del Rhum. Alle 20:03 di oggi, Caudrelier era ormai a meno di mille miglia dalla Guadalupa, con medie stabili oltre le 600 miglia giornaliere. L’arrivo a Pointe a Pitre è adesso stimato per il primo pomeriggio di mercoledì, per una traversata di sette giorni. A rischio, quindi, il record attuale fissato in 7 giorni, 14 ore, 21 minuti da Francis Joyon nell’edizione 2018.
Il vantaggio di Caudrelier su Francois Gabart è salito a 100 miglia, appena tre ore e mezzo alle attuali velocità.

Maxi Edmond de Rotschilld, atteso tra 48 ore in Guadalupa

Negli Imoca 60 Apivia di Charlie Dalin ha un buon margine (86 miglia su Charal di Beyou alle 20:03) e si appresta, dopo aver attraversato il margine orientale dell’area anticiclonica delle Azzorre, già domani ad agganciare gli Alisei. Il gruppo dei migliori Imoca 60 ha lasciato a dritta tutte le Azzorre, tranne proprio Dalin che ha scelto di lasciare a sinistra la piccola Santa Maria.
Uno stanco Giancarlo Pedote su Prysmian Group ha passato il duro terzo fronte freddo riportando quanto sia stata dura la lunghissima bolina, con l’attraversamento dei ben tre fronti e si trova alle 20:03 in 22esima piazza a 353 miglia da Apivia.

Così Pedote questa mattina: “Sono sulla coda del fronte quindi con un cielo con delle schiarite, ma anche con dei temporali, e il vento va a 12, a 15, a 25, a 30, a 12 a 15 a 25, a 30… è molto instabile. Questo è ciò che succede. E si sbatte molto. E penso che tutti siano stanchi di questa situazione… Comincia a essere davvero stancante navigare di bolina. Non è facile. Non vedo l’ora di entrare nell’anticiclone e iniziare a dirigermi verso sud.

Negli ultimi giorni siamo passati da un doppio fronte alla dorsale e la strada è ancora lunga, più di quello che immaginavo a causa della perdita del J2. Ieri il vento era davvero instabile sia in forza, sia in direzione: non sapevo se navigare in modalità bussola o sul vento reale…
Quando riuscirò a navigare in un po’ di calma, cercherò di combattere la frustrazione e concentrarmi a fare il meglio con ciò che ho, che considerato tutto è tanto. Adesso mi trovo in 25 nodi di bolina. Non ho tempo per pensare: cercare di avanzare al meglio. Combattere le emozioni. Non ho altre soluzioni.”

Nei Class 40 gli italiani sono tra i protagonisti della regata e si trovano proprio nella sderata di lunedì 14 novembre a uscire finalmente dal fronte freddo. Una bolina con un lunghissimo posizionamento a caccia della rotta migliore per entrare nell’Aliseo, distante ancora almeno tre giorni. Azzorre a dritta, come la maggioranza degli Imoca, o a sinistra, evitando i coni d’ombra delle isole?
Ambrogio Beccaria con Alla Grande Pirelli e Alberto Bona su IBSA sono in prima linea di fuoco e sembrano intenzionati a passare al centro delle Azzorre, quindi con il gruppo Faial-Pico a dritta e Sao Miguel a sinistra.

In testa c’è alle 20:03 Yoann Richomme con Arkea Paprec. Ambrogio Beccaria è quarto a 23,4 miglia dal leader ma ben posizionato più a est. Ancora più a levante Alberto Bona, dato ottavo a 51,4 miglia, ma con tanto oceano libero davanti e la possibilità di attaccare nelle prossime 48 ore.

In rimonta anche Andrea Fornaro su Influence. Lo skipper di Orbetello si trova in 18esima posizione, a 134 miglia dal primo ed è riuscito a rientrare nel gruppo dei primi sulla rotta più vantaggiosa.
Il gruppo che si è spinto più a sud est, per evitare il peggio dell’ultimo fronte, appare ormai decisamente indietro.

Davvero ammirevole la tenacia e la carica agonistica dei tre italiani nei Class 40. Ambrogio Beccaria appare in forma, nonostante le botte boliniere della settimana. Alla Grande Pirelli tiene fede al suo nome ed è un orgoglio per un progetto tutto italiano, ricordiamo il disegno di Gianluca Guelfi e la costruzione dal genovese San Giorgio Marine di Edoardo Bianchi.

Ecco come Beccaria racconta la situazione nel messaggio di oggi:
“Ciao a tutti!
Oggi rispondo ai tantissimi che mi chiedono come sto durante questa Route du Rhum – Destination Guadeloupe. Sto bene! Mangio, mi riposo, ho un botto di energia quando devo fare le manovre più dure… insomma mi sento in piena forma!
Ieri sera quando il vento è salito e sono dovuto andare a prua ad ammainare il j1 con 25 nodi di bolina e tre metri di onda. È stato un circo riuscire a metterlo nel sacco ma alla fine ci sono riuscito e ho gridato di gioia!
La riparazione che ho fatto ha tenuto in parte, il rinvio a 90 gradi verso lo strozzato è esploso di nuovo. Ho quindi perso importante tensione sullo strallo del j2 ma la riparazione sulla mura più avanti ha invece tenuto alla grande, tanto da consentirmi di navigare altre 5 ore con questa vela.

Inoltre la mattina mi sono accorto che sul punto di scotta ci sono almeno 2 buchi belli grossi. Probabilmente colpa mia che ho fatto un cambio j1 j2 un po’ aggressivo.
Il problema è che questa doveva essere l’ultima depressione prima di entrare negli alisei, invece a quanto pare i modelli vedono un nuovo fronte da passare domani notte verso mezzanotte. Quindi ho 2 opzioni, o tentare una rotta rischiosa per il poco vento a sud delle Azzorre e cercare di riparare il j2 o navigare soprainvelato con il j1 terzarolato e quando sale veramente troppo passare al j3.
Vela di 13m quadri che serve solo per le grandi tempeste, non qui”.

Alberto Bona spinge forte e ha anche lui ampie chance di attacco, soprattutto nella difficile fase che ssepara i Class 40 dagli Alisei, ovvero il passaggio dall’Anticiclone delle Azzorre.

Andrea Fornaro, come detto, sta risalendo bene e così riferisce dai suoi social: “A bordo di Influence diverse cose da risolvere nelle ultime ore e oggi finalmente da bordo Andrea Fornaro riferisce “la perdita di una stazione del vento, l’apertura di un ballast con allagamento interno e per finire l’allentarsi di un bullone della chiglia subito fronteggiato con opportuni mezzi”. Tra lo sforzo e la concitazione nel risolvere con velocità queste situazioni, Andrea comunque racconta di aver risolto facendo il possibile e di provare sempre a migliorare la sua posizione, ora dopo ora”.

la stanchezza di Andrea Fornaro nel suo Class 40 durante la dura bolina

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