Barcellona– C’è anche Ben Ainslie sulle pareti del Museu Olimpic del Esport, il museo dello sport olimpico, che abbiamo visitato questa mattina a Barcellona. Siamo al lato dell’Estadi Olimpic Lluis Companys, lo stadio olimpico dei Giochi di Barcellona 1992 che dette vita a una delle più belle edizioni delle Olimpiadi dell’Era Moderna. Stadio dove attualmente gioca il Barça, in attesa che vengano conclusi i lavori di riammodernamento del Camp Nou, l’enorme stadio del Barcellona da 105.000 posti che avevamo visitato come prima tappa del tour organizzato da Turismo Barcelona legato ai media internazionali accreditati per la 37th America’s Cup.
Lo stadio è intitolato a Lluis Companys, presidente della Generalitat Catalana durante la Guerra Civile e fucilato dai franchisti nel 1940 nel Castello di Montjuic. Così come fucilato dal bando nazionale di Franco fu Josep Suñol i Garriga, presidente del Barça allo scoppio della Guerra Civile nel 1936. Lo Stadio Olimpico si trova proprio sulla collina del Montjuic da dove si domina il porto di Barcellona e il campo di regata dell’America’s Cup. Il Museo olimpico è proprio a fianco.
Molto ben strutturata l’esposizione, che prende in considerazione la nascita dell’attività sportiva e la sua diffusione, dalle origini ai giorni nostri. Materiali d’epoca, attrezzature, persino una Formula 1 di Fernando Alonso, una sezione dedicata alla vela spagnola, che proprio a Barcellona 1992 conquistò ben quattro ori (Zabell-Guerra in 470, van Der Ploeg in Finn, Doreste-Manrique in FD, Calafat-Sanchez in 470). Una carrellata su tutti gli sport olimpici e una dedicata a Juan Antonio Samaranch, padre dell’Olimpismo contemporaneo. Assai interessanti i documenti d’epoca e la sezione dedicata all’attività sportiva in Catalogna.
I Giochi di Barcellona 1992 sono stati considerati un esempio di riforma di una città grazie agli eventi sportivi. L’intera città fu ridisegnata, la Barceloneta diventò da quartiere difficile quel centro di ocio cittadino che è ancora oggi. Il Parco Olimpico del Montjuic è un balcone sulla città del tutto fruibile e godibile. Così come il nuovo Camp Nou, lo stadio del Barcelona, il Més que un Club da 120.000 soci, sarà il prossimo polmone del quadrante sud ovest della città. Costerà 1.500 milioni di euro. Da gennaio 2025 il Barcelona vi tornerà a giocare con capienza ridotta a 50.000 spettatori. Tra due anni l’apertura completa, 105.000 spettatori, Box Vip e ospitalità per tutti i livelli per ben 10.000 posti destinati allo sport marketing (300.000 euro all’anno l’affitto dei Box migliori). Chissà se, in caso di conferma dell’America’s Cup a Barcellona, lo stesso Barcelona Futbol Club non sia uno dei patrocinatori di un prossimo team catalano in Coppa America.
Bellissimo il Museo del Barça, addirittura il terzo più visitato di Spagna dopo il Prado e il Reina Sofia di Madrid. Un’esperienza da fare per chiunque ami lo sport, al di là del tifo calcistico. Barcellona, insomma, sa di saperci fare quando si tratta di eventi sportivi. Una nuova richiesta di ospitare l’America’s Cup è probabile.


La città catalana e altre entità (Governo di Madrid, Generalitat, Città, Autorità portuaria, imprenditori privati) hanno pagato 70 milioni di euro per avere l’America’s Cup, con un ritorno economico stimato in 1.200 milioni di euro in dieci anni. Il porto si è già riempito di tutti i superyacht per cui sono disponibili ormeggi in vista del Match del 12-21 ottobre. Una parte della politica locale è contraria ma pochi giorni fa un voto a larga maggioranza ha confermato la volontà di candidarsi nuovamente, sempre che il defender Emirates Team New Zealand vinca ancora la Coppa. La vicina Valencia, memore del successo della 32nd AC nel 2007, pare stia facendo altrettanto. Ci sarebbe anche Jeddah, ma sarebbe probabilmente un errore per la Storia della Coppa. Intanto venerdì dalle 14.10 Luna Rossa Prada Pirelli lotterà contro INEOS Britannia per restare in corsa. Come andrà a finire ve lo racconteremo domani.