Prosegue la nostra serie Velisti d’Italia. La sesta intervista è dedicata a Vittorio Bissaro, impegnato con Maelle Frascari in una nuova campagna olimpica in Nacra 17.
Cagliari– “La classe olimpica è lo strumento più bello dove imparare, dove veramente ti confronti con te stesso. Sei tu alla fine che determini il risultato, più che in ogni altro progetto… Ma mi piace la vela a 360 gradi, tutta. Nella vela oceanica mi piace la sfida con la natura”. Vittorio Bissaro, veronese, 34 anni, ha una visione chiara di ciò che rende splendida la vela.
La nostra intervista:
Con i suoi capelli biondi, spettinati dal sole e dal sale, la barba accennata da marinaio bretone, sembra quasi un velista francese della course au large. E perché no, il velista veronese, tra l’altro ingegnere aerospaziale, potrebbe anche essere in un prossimo futuro una notevole risorsa per la vela oceanica italiana. Dalla sua, l’esperienza di tre campagne olimpiche e già diverse regate sul Maserati Multi 70 di Giovanni Soldini. Prima, però, c’è una nuova campagna olimpica in Nacra 17, da affrontare ancora con Maelle Frascari.

“Obiettivo dimostrare di essere i migliori in Italia il che, visto il livello di pochi ma buonissimi che abbiamo, significa di fatto essere tra i migliori al mondo”. La sfida con Ruggero Tita e Caterina Banti, ori olimpici a Tokyo e dominatori alle regate di Palma e Hyeres, sarà tutta da seguire. Senza dimenticare i giovani Gianluigi Ugolini e Maria Giubilei, anche loro ormai al vertice.
A Rio 2016, Vittorio Bissaro con Silvia Sicouri mancò una medaglia meritata per una scelta tattica errata nella Medal Race decisiva che portò poi allo storico Oro di Santiago Lange. “Ogni tanto mi ritorna in mente”, dice, “arrivammo alla regata finale un po’ contratti, provati dalle lunghe ore in sala protesta ma non recrimino”.

Bissaro e la Frascari sono tornati in regata dopo qualche mese di pausa, dovuto a un problema medico di Maelle e ai contatti di Vittorio con Luna Rossa. Adesso, i campioni del mondo Nacra del 2019 sono in pianta stabile a Cagliari, dove si allenano in vista delle prossime regate, Kiel e il Campionato Europeo ad Aarhus.
Vittorio Bissaro nasce multiscafista, sin dai tempi gardesani dell’Hobie Cat e poi dei Formula 18 insieme a Lamberto Cesari, ma ha un’interesse ampio sulla vela. Una passione a 360 gradi e dalla mente aperta.

Sul rinnovamento della vela, Bissaro cita infatti il grande Mankin: “Scorrevo le classifiche di Hyeres e mi domandavo quanti di questi velisti delle nuove classi sapessero chi fosse Valentin Mankin. E’ in atto un cambio generazionale. Quando ho iniziato io le classi olimpiche erano più o meno dello stesso tipo di quelle storiche, adesso per una metà sono qualcosa di diverso e non so, mi pongo delle domande. Se da una parte il ricambio è giusto, perché la vela olimpica deve necessariamente rappresentare il meglio della tecnologia, dall’altro mi chiedo se sia conveniente perdere tutto il patrimonio tecnico e umano che ha fatto la grandezza della vela olimpica”.

Il gruppo dei Nacra 17 italiani, allenati da Gabriele Bruni, è ai vertici mondiali. La classe, a dire in vero, patisce gli eccessivi costi e i continui adeguamenti di materiali, “Un peccato, perché è davvero divertente”, dice Vittorio. A livello mondiale sono 30-35 gli equipaggi impegnati, con ottimo livello medio.
“Una barca che otto anni fa, ai tempi della campagna con Silvia Sicouri costava 20.000 euro adesso ne costa il doppio, 40.000 e chi non ha uno sponsor o è nei gruppi sportivi militari difficilmente ce la fa”, spiega Bissaro.
Il futuro del velista-ingegnere veronese potrebbe essere proprio la vela oceanica, “Dove la sfida con la natura è più completa. Alla fine nella vela olimpica siamo più protetti. La sfida è massima ma gli elementi si controllano. Della vela oceanica che ho assaporato sin’ora apprezzo soprattutto l’intensità del rapporto con il mare, quando navighi a 30 nodi di notte e tutto è scuro, con il cielo che si confonde con il mare e magari l’avversario vicino è a 40-50 miglia e la terra a 2.000 miglia”.

Un’ottima risorsa per la vela italiana, che vedremo di nuovo alla prova nelle prossime regate internazionali Nacra (Europeo in Danimarca e Mondiale ad Halifax, in Canada) e, probabilmente presto, negli ampi spazi degli oceani.
Vittorio Bissaro, 34 anni, di Verona. Vive sul Garda trentino.
Regata per le Fiamme Azzurre (Gruppo Sportivo della Polizia Penitenziaria). Ha regatato da sempre sui catamarani, conquistando quattro titoli italiani Formula 18 insieme a Lamberto Cesari. Arrivato sulla classe olimpica Nacra 17 con Silvia Sicouri, ha ottenuto tre podi tra Mondiali ed Europei e tre successi in World Cup. A Rio 2016 conclusero quinti dopo aver sfiorato una medaglia.
Dal 2017 va in barca con la romana Maelle Frascari, con cui ha vinto il Mondiale 2019 ad Auckland. Questa è la sua terza campagna olimpica, supportata da Ambassador Trentino e Land Rover.
Con Maserati Multi 70 di Giovanni Soldini ha preso parte ad alcune delle più importanti regate offshore al mondo.
Bissaro è Collare d’Oro al Merito Sportivo del CONI.
Bissaro è laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano
Velisti d’Italia è una serie d’interviste realizzate da Fare Vela in collaborazione con l’Ufficio Stampa della Federazione Italiana Vela
1.Ruggero Tita
2.Caterina Banti
3.Marco Gradoni
4.Chiara Benini Floriani
5.Giacomo Ferrari