Tasmania– Il leader del Vendee Globe Charlie Dalin su Macif è riuscito ad agganciare il fronte freddo della depressione che lo precede. Ciò comporta un angolo ideale con il vento da SW a 20-25 nodi e le onde di 5 metri ai 47° Sud, con una conseguente prua diretta verso est. Il tutto si tramuta in un nuovo guadagno sui diretti inseguitori, che invece devono ancora affrontare un vento da ovest che li costringe ovviamente a dover bordeggiare in reaching con strambate successive. In pratica, Dalin rende a Simon, Richomme e Ruyant ciò che aveva perso due giorni fa, e pare anche con i dovuti interessi.
Alle 11:00 CET Macif era a 12.673 miglia dalla conclusione e a 580 miglia dalla longitudine di Hobart, in Tasmania, che segna di fatto la fine dell’Oceano Indiano e l’inizio del Pacifico Australe. Poco più di un giorno di mare. Il suo vantaggio su Seb Simon era di 315 miglia e su Yoann Richomme di 413 miglia. Thomas Ruyant, quarto, è a 616 miglia. Seguono in ordine, ma assai determinati a recuperare: Jeremie Beyou a 764 miglia, Nicolas Lunven a 803, Sam Goodchild a 834, Paul Meilhat a 867 e Yannick Bestaven a 911 miglia, che chiude di fatto il gruppo di testa del Vendee Globe.
Il primo degli Imoca 60 non foiling è il veterano Jean Le Cam con il suo nuovo Tout commence en Finistere Armor Lux, 18esimo a 2.730 miglia da Dalin.
E la regata di Giancarlo Pedote?
Lo skipper di Prysmian mantiene la sua consueta prudenza, come confermato in questo video di questa mattina:
Prysmian naviga al momento molto a nord, tra i 37 e i 39° Sud, senza scendere nei Quaranta Ruggenti. La sua rotta gli farà sfiorare l’isola di Amsterdam intorno ai 38° Sud. Un approccio conservativo, noto sin dalle dichiarazioni della vigilia di Pedote, che però lo collaca ancora in una posizione nella seconda metà della flotta: al 22esimo posto, a 2.956 miglia dal leader e a circa 1.000 miglia da quella 15/16esima posizione che potrebbe essere l’obiettivo con la barca attuale.
Nelle dichiarazioni inviate ieri, a un mese dalla partenza, Pedote si sofferma sulle dure condizioni di vita a bordo: “Le depressioni si susseguono, una dopo l’altra, senza lasciarti il tempo di respirare. Non è il vento il problema principale, ma il mare incrociato e disordinato, che colpisce senza pietà. È impossibile stare in piedi senza essere sbattuti da una parte all’altra. Anche preparare da mangiare diventa una prova di resistenza.
Guardo verso sud sperando in una finestra per scendere verso la Tasmania, ma una grossa depressione è già in arrivo per la fine della settimana. Ora devo concentrarmi molto sul presente per riuscire a portare l’imbarcazione su questo mare che è davvero “arrabbiato”: si avanza con grande fatica perché la barca parte dei surf mostruosi per poi andare a sbattere nell’onda davanti. Sono condizioni complesse dove non si riesce ad accelerare, bisogna andare al ritmo delle onde. È necessario avere pazienza, accettare che è così. Speriamo che dopo Capo Leeuwin potremo avere delle condizioni un po’ più clementi, per poter passare dalla sopravvivenza alla regata, perché per ora il rischio di rompere è importante”.
Va detto che l’affidabilità e la velocità dei nuovi Imoca stanno di fatto riducendo i ritiri (per ora solo due in un mese di regata), con la conseguenza che se non si spinge, almeno quando le condizioni lo consentono, difficilmente si riuscirà a entrare nei primi 15 della flotta. Un Vendee Globe che è sempre più una grandissima regata oceanica, con medie impensabili fino a dieci anni fa.
Matteo B.
December 12, 2024 @ 11:38
Pedote…lo seguo da tanto tempo…e tanti complimenti a lui, ma ha perennemente il freno tirato e scuse di ogni tipo (oltre ad essere molto emotivo, che lo rende umano…ma forse pure troppo). È da quando è partito che “e alla sopravvivenza”, ma pare essere davvero l’unico a fare ‘sti discorsi. Al di là del risultato, per il quale non credo qualcuno si aspettasse che Prysmian fosse nel gruppo di testa, e della temerarietà di partecipare ad una regata come questa, un po’ più di coraggio non farebbe male. Se gli fa paura l’oceano e queste barche le reputa fragili e/o pericolose, forse il Vendee Globe non è per lui.
Con tanta stima…ma ha un sessantacinquenne senza foil davanti che ha ben altro approccio alla regata e alle condizioni meteo/mare.
Michele Tognozzi
December 12, 2024 @ 11:58
Grazie Matteo,
in effetti Giancarlo Pedote ha dichiarato che puntava all’affidabilità e a non rompere. La cosa aveva pagato al precedente VG, dove concluse ottavo, ma in questo giro, dove tirano tutti e pochissimi rompono (proprio grazie alla velocità che li fa posizionare al meglio possibile sui sistemi meteo), tale strategia pare destinata a non pagare più.
A far cronaca, si deve evidenziare la differenza di approccio e di dichiarazioni tra i primi 15 e Pedote. Ci dispiace non sentirlo mai parlare di regata agonistica. Merito a lui, peraltro, per aver ottenuto il miglior risultato di sempre per un italiano al Vendee Globe.
Un saluto