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Volvo Ocean Race: come stanno i VO65 a metà giro del mondo?

Auckland, Nuova Zelanda- Stefano Beltrando di QI Composites ci invia questo articolo di analisi e commento sui VO65 a metà del giro del mondo. Beltrando è ad Auckland per i controlli sugli scafi nell’ambit dl programma di assistenza fornito da Boatyard, il cantiere comune per gli scafi della Volvo Ocean Race.

Primi bilanci sulla salute della flotta Volvo65

Siamo arrivati ad Auckland, e anche questa volta la regata ha già fornito diverse indicazioni su quali siano i team favoriti, i risultati della convivenza in regata tra uomini e donne, che era la vera novità di questa edizione, e infine abbiamo visto due situazioni critiche da gestire. Prima l’albero danneggiato di AkzoNobel e poi la situazione ben più drammatica dello scafo di Vestas, gravemente compromesso dall’impatto con la barca da pesca ad Hong Kong.

Dalle analisi svolte costantemente da QI Composites in tutte le tappe, emerge chiaramente un trend interessante in questo secondo giro della flotta dei 65’. Infatti, come auspicabile, si sono esauriti tutti quei danni piccoli o grandi che sono la conseguenza della propagazione di piccoli difetti iniziali e che si manifestano nel primo periodo di vita delle barche, per fare posto a danni più legati alla fatica, picchi di carico indotti da medie più sostenute e ovviamente impatti con oggetti galleggianti, che hanno come sempre il picco di comparsa nelle tappe asiatiche.

Come emerge dal grafico incrementale (qui sotto) dei danni riscontrati a partire da Alicante 2014, siamo quasi a quota 240 riparazioni svolte dal boatyard al fine di riportare le barche e le sue strutture alla condizione pressochè perfetta prima della partenza di ogni tappa.

La cura è maniacale nel sistemare i difetti riscontrati, per evitare polemiche sulle prestazioni delle barche ma soprattutto per la sicurezza degli equipaggi e conseguentemente delle barche e della regata stessa.

Un’idea di quanto gli equipaggi spingano le barche al limite, attraverso le onde, la possono dare le sei ruote del timone in carbonio che sono state danneggiate a causa degli stress indotti dai timonieri. Essi vi si aggrappano quando vengono spinti dalle onde o viceversa quando vengono spinti contro in seguito alle ingavonate. Questa tipologia di danno non si era osservata nell’edizione 2014-15.

Stefano Beltrando & QI staff

NDT check in Auckland per Boatyard

March 27,2015. Leg 5 to Itajai onboard Abu Dhabi Ocean Racing. Day 9. Luke \”Parko\” Parkinson helms Azzam through the white foam of the Southern Ocean.

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