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America’s Cup: Dalton (TNZL) parla chiaro al NY Times, c’è qualcuno che ci vuole morti…

Auckland, Nuova Zelanda- E’ Team New Zealand contro tutti… l’America’s Cup numero 35 promette di essere una sfida all’ultimo volo tra i kiwi, con la loro innovazione dei grinder-ciclisti, e gli altri cinque team coalizzati tra loro. E, se di questo ne parla addirittura il New York Times,… beh, allora la notizia c’è.

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Ed è come membri di Team New Zealand, il design coordinator Dan Bernasconi e lo stesso gran capo Grant Dalton, presentano quanto è successo dopo la rimonta che a San Francisco 2013 dette la vittoria a Oracle Team USA dopo l’incredibile rimonta da 1-8 a 9-8. Una rimonta he in realtà cambiò la storia stessa della Coppa… “Se avessimo vinto quattro anni fa, la storia della Coppa sarebbe stata completamenet diversa”, dice Bernasconi.

Team NZL ha un budget ridotto per Bermuda 2017 e ha deciso di restare ad Aucjkand per la preparazione arrivando nel Great Sound solo all’ultimo momento utile. Nel frattempo la sfida nazionale, del “Davide contro Golia” sembra aver conquistato di nuovo gli appassionati tifosi kiwi, che secondo quando dice Dalton stanno contribuendo in ogni modo possibile. L’idea dei pedali, secondo osservatori competenti e neutrali, potrebbe dare un 15-20 per cento di energia in più da gestire per i foil e, in una regata che sarà vinta da chi resterà per il maggior tempo possibile in volo sui foil, potrebbe essere un dato decisivo.

“Siamo tutti a salari ridotti rispetto al 2013”, aggiunge Dalton. “E poi le Bermuda, con tutte le migliori intenzioni, non è un luogo facile per vendere sponsorizzazioni”. La mancata regata delle ACWS ad Auckland come noto ha portato poi a un mancato finanziamento di 5 milioni da parte del Governo neozelandese, fatto che ha originato il ricorso all’arbitrato e che potrebbe portare a un risarcimento per i kiwi.

“Il rischio di essere un lupo solitario”, ha conbcluso Dalton, “è che ci sono molte persone, non solo Oracle, che non vogliono che noi vinciamo questa volta. Uno spererebbe che nessuno ci affondi… oh, che errore, ci dispiace… un giorno con nessun tipo di redress nel protocollo. E questa è una grande preoccupazione per noi. Ci sono cinque team che ci vogliono morti adesso, non uno solo, perché gli abbiamo rovinato la loro piccola parata”.

Quando si dice parlare chiaro… Se ETNZ aveva ricevuto un formal warning da ACEA per le dichiarazioni inoffensive dopo Londra, che succederà adesso?

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