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America’s Cup: Silvio Arrivabene (Alinghi Red Bull Racing), così sarà la prossima Coppa

Ginevra– Silvio Arrivabene è uno dei professionisti velici italiani più apprezzati in America’s Cup. Dopo aver iniziato con Mascalzone Latino nel 2001, giusto vent’anni fa, ha poi fatto parte di Alinghi e infine di American Magic nella scorsa Coppa ad Auckland. Adesso Silvio Arrivabene, 46 anni, è tornato in “famiglia”, ovvero ad Alinghi, o meglio come si chiama ora Alinghi Red Bull Racing dopo la sinergia con il noto brand austriaco che comprende anche la collaborazione con team di Formula 1.

Con Arrivabene, che in Alinghi è il manager coordinatore delle operazioni tecniche, facciamo il punto sulla Coppa attuale. Perché Ernesto Bertarelli ha deciso di tornare? Dove andrà la Coppa? A cosa porterà il nuovo Protocollo dell’edizione numero 37? Dove sta arrivando l’evoluzione degli AC75 foiling e come questa sta influenzando il movimento velico internazionale, a cominciare dalla nuova foiling generation che sta crescendo su queste nuove barche volanti?

L’intervista (english version available at the end of this article)

Dalla nostra chiacchierata escono anche alcune notizie.
A oggi nessuno, probabilmente neanche i selezionatori di Emirates Team New Zealand, sanno dove si disputerà la prossima edizione. La decisione non è ancora stata presa e il processo di selezione è ancora in corso (ricordiamo che la sede deve essere anniunciata entro il 31 marzo 2022).

Gli otto AC40 in costruzione da McConaghys andranno a coprire le richieste dei cinque team attualmente isacritti alla 37th AC, ovvero alcuni ne hanno ordinati due e non uno solo, come obbligato dal Protocollo.

Si parla di un eventuale team di matrice francese, che sarebbe quindi il quinto sfidante e il sesto team in generale.

Arrivabene spiega benissimo com’è cambiata la Coppa e quanto sia diventato importante lo studio fluidodinamico rispetto a quello classico che aveva nello scafo, e nell’idrodinamica a esso connessa, il punto centrale. “L’aerodinamica e i sistemi di controllo sono adesso il 90 per cento della progettazione, ciò spiega perchè un design team che prima operava con una decina di persone adesso ne prevede almeno il triplo. Se i sistemi di controllo non funzionano come devono, semplicemente un AC75 non è in grado di navigare, come abbiamo visto ad Auckland nella Coppa numero 36”.

The Alinghi TF35 foiling catamaran skippered by Ernesto Bertarelli. Shown here in action during a training day prior to the final event of the 20121 TF35 Trophy. Scarlino.Italy. (Photo by Lloyd Images)

Ma il fattore umano resta eccome, spiega Arrivabene. “Prima di tutto in fase progettuale le intuizioni migliori, le idee, restano umane. Poi, in acqua, sono gli uomini a prendere le decisioni chiave, specialmente negli attimi decisivi. Certo, alcuni velisti delle nuove generazioni magari non hanno mai usato un tangone, ma sanno benissimo come navigare con il vento apparente sempre a prua o come gestire la stabilità dei foil. Ce l’hanno ormai nel dna”.

Perché Ernesto Bertarelli ha deciso di tornare in Coppa? “Beh, prima di tutto per passione. Bertarelli, come noi, è autenticamente appassionato di vela. Queste nuove barche, gli AC75 monofoil, sono andate nella direzione da lui preferita, quella della velocità, ma abbinano anche delle doti di adattabilità al match race che i cat non avevano. Anzi, è probabile che l’evoluzione degli AC75 2.0 sarà ancora più eccitante, non solo come velocità di punta ma anche come manovrabilità e quindi spettacolo nei duelli tipici del match race”.

English version:

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