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Ancora un grave incidente nei Nacra 17 foil, velista danese all’ospedale

Auckland, Nuova Zelanda– Ancora un incidente nella classe Nacra 17 foiling. Durante una regata della New Zealand Olympic classes Regatta ad Auckland, il prodiere danese Christian Stephenson ha dovuto essere ricoverato in ospedale per essere operato in seguito a un incidnete occorso in una delle regate di oggi.

L’equiipaggio danese, con al timone Lin Ea Christiansen, era in regata con Stephenson al trapezio, quando il cavo dell’attrezzo si è rotto facenco cadere in acqua il prodiere, che è stato investito dagli affilati timoni a T del nacra 17. Stephenson è stato subito soccorso e portato in ospedale dove dovrà essere operato.

Il problema di sicurezza dei Nacra 17 foiling si è quindi manifestato ancora una volta, dopo che qualche mese fa l’americano Bora Gulari riportò l’amputazione di alcune dita della mano in seguito a un incidente in Nacra. Da notare anche come i Nacra abbiamo un bisogno di gommoni appoggio (e veloci) in allenamento notevolmente superiore alla media di altre classi.

Sull’argomento riportiamo quanto postato da Gabriele Bruni, coach del team Nacra azzurro in allenamento a Cagliari:

“Oggi purtroppo si è verificato un altro incidente durante una regata Nacra 17. L’alta velocità e i foil sono materie affascinanti ed attraggono molti giovani. In qualita’ di tecnico federale invito pero’ tutti quanti a dedicare la giusta attenzione all aspetto ” sicurezza”.
So bene che non possiamo prevedere gli incidenti ma possiamo diminuirne le conseguenze utilizzando delle precauzioni.
Guanti in Dyneema anti taglio, mute in neoprene con protezioni, stivali con caviglia alta, caschi con colori fluorescenti per far si che altre barche ci vedano mentre siamo in acqua, una routine adeguata nel recupero del compagno caduto in acqua. Credo siano aspetti molto importanti da non sottovalutare mai.
Mi piacerebbe che gli equipaggi piu’ “esperti” fossero un buon esempio per i piu’ giovani e che gli allenatori di Club non trascurassero mai questi aspetti”.

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