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Caso Nacra 17 foiling, l’opinione di Lars Grael (che ci va giù duro…)

Sta facendo molto discutere l’incidente a Bora Gulari, in cui il velista americano ha perso tre dita della mano destra in seguito all’impatto con il foil del suo Nacra 17 scuffiato.

Non si tratta di foil sì’ o foil no, visto che il foiling è un’innovazione tecnicamente avvincente e inevitabile (come dimostra anche il neo varato supermulti Gitana che lo esalterà in oceano), quanto della sua applicazione concreta a un movimento olimpico e a una barca, il Nacra 17, che propone potenzialmente diversi problemi (costi, affidabilità, obbligo di un rapporto quasi di uno a uno tra barca in allenamento e gommoni coach al seguito, sicurezza nelle regate e negli allenamenti). A proposito, la classe Nacra 17 ha approvato l’uso del gennaker in bolina (conveniente fino a 8/9 nodi di vento) per il prossimo Mondiale a La Grande Motte.

Una voce importante e autorevole nel dibattito arriva oggi da Lars Grael, olimpionico brasiliano, campione del mondo Star e dirigente sportivo di primo livello nel suo Paese. Il suo scritto è quanto mai diretto e tocca il nervo di una questione, le attuali politiche sportive di World Sailing, sempre più all’ordine del giorno. Lo riportiamo integralmente nella nostra traduzione italiana dal portoghese.

Lars Grael. Ricordiamo che il campione brasiliano regata senza una gamba dopo che gli fu amputata in seguito a un incidente in cui fu investito da un motoscafista ubriaco durante un allenamento in Tornado

“Un regatante di Nacra ha perso oggi quattro dita nel foil dopo una scuffia mentre stava allenandosi per il Mondiale. La mia umile e conservatrice opinione sulla vela in questo momento di riflessione:
L’ISAF, attualmente World Sailing, ha intrapreso una rotta diversa per la vela. Hanno chiuso con le barche a chiglia nelle Olimpoiadi e nei Panamericani. Obiezioni? Costi? Eliminare i timonieri master? Eliminare i velisti pesanti? Se il Finn se ne dovesse andare chi pesa più di 85 kg non potrà più andare alle Olimpiadi.
Più del 50 per cento dei velisti al mondo naviga su barche a chiglia. Non sono più rappresentati per World Sailing. La vela oceanica non è mai stata così forte a livello internazionale. Classi di gran diffusione come il J70, o come furono prima il J24 o il Melges 24, classi tradizionali come la Star, i Dragoni, gli Etchell e persino le classi metriche.
Gli atleti pesanti sono presenti in tutte le forme di lotta olimpica e incluso nell’atletica (con tre lanci). I regatanti master continuano a essere più attivi che mai, visto anche il fenomento dell’invecchiamento della popolazione mondiale.
Il peso è importante nelle classi a chiglia, ma anche nel Finn e nel Laser.

L’attività di World Sailing già non è portata avanti da regatanti, classi e Paesi. E’ dominata da giudici e costruttori di barche Negli eventi ufficiali di World Sailing, la proporzione tra barche e gommoni è praticamente uguale. Ciò è caro ed esclusivo. Un team di 49er con gommone costa molto più caro di una campagna di Star senza gommone coach. Senza considerare che il 49er dura un anno e il mercato di seconda mano è pessimo. Una Star dura molto e si vende bene.

La vela è l’unico sport olimpico dove l’attrezzatura individuale è quasi del tutto fornita da un costruttore in regime di monopolio. Questi costruttori commercializzano le barche a un prezzo imposto. Il margine è generoso e resta il denaro per guadagnare voti nelle assemblee. Niente di diverso da quello che conosaciamo in Brasile.

La vela si sta convertendo nella modalità sportiva più ecologicamente scorretta tra tutte quelle riconosciute dal CIO. Il consumo di carburante ai Mondiali ISAF (tecnici, giudici, sicurtezza, arbitri) è compatibile con quello di quasi un’intera stagione di Formula 1 (senza parlare degli allenamenti).

Torben (Grael, fratello di Lars, Ndr) è stato eletto vicepresidente di World Sailing. So che è d’accordo almeno con una parte delle mie argomentazioni. Sappiamo che è in minoranza, ma è molto rispettato. Occorre dire che bisogna ripensare la vela, dopo un incidente che richiederebbe la riflessione di tutti.

Che dire poi delle classi che furono ammesse di recente ai Giochi e prima di essere davvero testate, furono poi eliminate. Cito l’Yngling o il tragicomico Elliot. Come è successo che il Nacra 17 si è convertito in classe olimpica prima ancora di essere un prototipo? Sapevano già che era meglio di un Tornado, semplicemente vedendo un progetto su un opuscolo?
Problemi di alberi, problemi strutturali, rotture, problemi di fornitura dei Nacra nella campagna per Rio 2016 (si ricordano gli esposti delle federazioni russa e portoghese contro il cantiere, Ndr). E che dire dei regatanti di punta che dichiararono di aver acquistato tre barche, una dozzina di alberi e quasi venti giochi di vele… in un solo quadriennio olimpico?
E cosa vi sembra del fatto che tutti questi Nacra prodotti non serviranno per la versione 2017/2020? Che un Nacra usato vale meno di un Dinghy? Che il nuovo Nacra foiling è un’adattamento improvvisato del vecchio e che non hanno avuto realmente tempo per testarlo?
Le prove (e già hanno ordinato una sostituzione di componenti) si stanno facendo adesso con i soldi e i rischi dei velisti olimpici.

O corregge la sua rotta, o la vela reale seguirà un suo corso proprio, come già fa la classe Star. Arriverà il momento in cui i velisti professionisti creeranno la loro associazione e volteranno le spalle alla loro Federazione Internazionale. Più o meno quello che il tennis è stato capace di fare quando creò l’ATP e portare il suo sport a essere uno di quelli di maggior successo. Qualcuno per caso ricorda che esiste la federazione Internazionale di tennis?”
Lars Grael

Bora Gulari in Nacra a Rio 2016

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5 Comments

  1. Gianfranco
    September 2, 2017 @ 08:00

    Assolutamente condivisibile l’analisi di Grael. Il peso delle federazioni, internazionale e nazionale, è rapidamente scemato negli ultimi anni. La predominanza delle varie Associazioni di Classe si manifesta in maniera evidente sia nella programmazione che nelle politiche (olimpica, giovanile etc.) Nella Vela si sta verificando ciò che in altri sport è avvenuto da tempo. L’intreccio di interessi e l’inadeguatezza di una classe dirigente priva della necessaria esperienza e cultura sono le cause principali di questa “deriva” dello sport verso lo spettacolo. In Italia andrebbe chiamato in causa il CONI, come garante delle istanze sportive nella loro globalità e come finanziatore delle federazioni. Per decenni si è lavorato per cancellare quell’aurea elitaria che ne faceva lo sport di pochi privilegiati.
    Ora sarà difficile spiegare che la Vela, in fondo, è alla portata di tutti, quando ci chiederanno quanto costa un Nacra 17……

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  2. Loredana
    September 2, 2017 @ 18:53

    I miei complimenti a Lars Grael, era ora che qualcuno di spessore e ben posizionato in ambito velico, avesse il coraggio di dire quello che ha detto.
    Lo sport della vela è altro ma purtroppo i vertici sportivi nazionali e internazionali lo hanno trasformato per interessi politici/economici.
    Speriamo che non rimanga una voce assolo e aiuti nel rientrare in quello che dovrebbe essere, altrimenti ben venga un’altra Associazione che pensi alla vela in modo tradizionale senza interessi di business o di poltrone.

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  3. ettore thermes
    September 4, 2017 @ 12:21

    Finalmente. Nella fattispecie Italiana però la mia candidatura, che sostanzialmente diceva la stessa cosa, non ha avuto ampia aderenza. Questo significa che la coscenza dei velisti non è ancora matura.

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  4. ettore thermes
    September 4, 2017 @ 12:37

    Gianfranco, il CONI non ha strumenti per aggirare l’ostacolo. Sapessi quanto ho provato ma il presidente me lo ha spiegato in modo cristallino. Il CONI non può entrare nel merito ne può cambiare le norme dello Stato a meno di illeciti. Qui siamo nell’ambito delle scelte di merito. Il sistema è mal funzionante e dovrebbe essere cambiato a monte perchè il processo elettivo è fortemente a favore dello status quo e non garantisce la democraticità. Immagina che un presidente di una federazione sportiva è votato dai presidenti dei circoli. Va da se che se non sei già nel sistema non hai chance e se lo sei e probabile che non hai possibilità o voglia di modificarlo. Sono norme datate ma dovrebbe essere la politica a modificarle, nemmeno lo staff del CONI avrebbe titolo o motivo di farlo. Non è organo deputato.

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  5. Considerazioni sulla Vela Olimpica di Lars Grael
    September 8, 2017 @ 08:17

    […] Fonte giornalistica: Farevela.net Leggi l’articolo completo […]

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