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Il Lazio apre alle visite degli armatori alle proprie barche per manutenzione

Roma– Iniziano le riaperture regionali per la possibilità di recarsi a controllare la propria imbarcazione. La prima regione ad autorizzare gli armatori a recarsi nei porti, anche se di un diverso comune purché nella stessa regione, è il Lazio.
Le ragioni della visita devono essere tecniche, di sicurezza e di manutenzione delle unità da diporto.
Per la possibilità di uscire in modo individuale o con il proprio nucleo famigliare farà ovviamente fede il prossimo DPCM del Governo sull’avvio della Fase 2 attesa per il 4 maggio.

Riva di Traiano

La Regione Lazio prescrive che:
“Ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica, è consentito lo spostamento, nell’ambito del territorio regionale, all’interno del proprio comune o  nei comuni dove sono i natanti o le unità diporto di proprietà, per lo svolgimento, per non più di una  volta al giorno, delle sole attività di manutenzione, riparazione, e sostituzione di parti necessarie per  la tutela delle condizioni di sicurezza e conservazione del bene, da parte dell’armatore, del proprietario o del marinaio con regolare contratto di lavoro, esclusivamente nel rispetto di quanto  previsto dai Decreti della Presidenza del Consiglio e di tutte le norme di sicurezza relative al contenimento del contagio da COVID-19”.

 

Allo stesso modo, “sono consentite, nell’ambito delle attività di rimessaggio, delle marine o nei luoghi appositamente  attrezzati, in considerazione delle esigenze di tutela del bene che potrebbe essere esposto a danni  irreparabili in ragione di una carente attività manutentiva e di conservazione, le attività di manutenzione dei natanti e imbarcazioni da diporto, nonché le attività propedeutiche allo spostamento dal cantiere all’ormeggio”.

Le attività indicate nella presente ordinanza dovranno comunque svolgersi nel rispetto di tutte le disposizioni governative.
Confindustria Nautica rimane anche in attesa della risposta del Ministero dell’Interno, cui ha ufficialmente chiesto di consentire l’accesso da parte dei proprietari sulle proprie unità per ragioni di sicurezza.

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