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Tecnica: la tattica della prima bolina, come ottimizzarla

In questi giorni di #iorestoacasa approfittiamo per ripassare o apprendere alcune tecniche che normalmente usiamo in regata.

Ripubblichiamo, quindi, alcuni articoli tecnici della nostra seguitissima serie “Più tattici” che uscì qualche anno fa su Fare Vela.
I testi fanno parte dei manuali North Sails considerati tra i migliori del settore della didattica.

Dopo aver visto nella prima puntata la gestione dell’ultimo minuto, analiziamo oggi la tattica della prima bolina.

Laser Radial in regata. Foto Battista/Assolaser

La tattica della prima bolina

Come sfruttare i salti di vento per raggiungere la prima boa di bolina nel minor tempo possibile è lo scopo di ogni tattico. Per riuscirci sarà molto importante procedere per gradi, seguendo il “piano” che abbiamo studiato.
Non preoccupiamoci troppo di cosa fanno gli altri, errore tipico dei meno esperti, ma concentriamoci sui “mattoni” che costruiranno la nostra regata, uno per volta.

Meno emotività diamo alla preparazione della regata e meglio sarà dal punto di vista del risultato finale, che non è altro che la somma delle tante parti che compongono la regata stessa.
Una volta studiata la prima bolina avremo già un’idea di dove vogliamo regatare e del comportamento del vento, in base alla nostra conoscenza del campo di regata, alle informazioni che abbiamo raccolto dai locali, alle previsioni meteo che avremo avuto la cura di monitorare e alle fondamentali osservazioni visive di giornata.

Compiere una parte della bolina, se non quasi tutta, prima della partenza è utilissimo per impostare una strategia di base.

Nei primi 60 secondi, infatti, conta solo la nostra velocità, ricordandoci della sempre valida legge che “barca veloce fa buon tattico”. Una volta usciti in velocità dalla linea, senza mai girarsi per guardare gli avversari (non serve a nulla, se si è al timone in equipaggio, ci penserà il tattico, noi dobbiamo concentrarci solo sui filetti del genoa e i tailer sulle massime prestazioni delle vele), seguiremo il nostro piano strategico.
Un consiglio è quello di non estremizzare un angolo. Salvo rari casi (per esempio i celebri bordi sotto le rocce del Garda), conviene lasciarsi dei margini per gestire i salti di vento.

Nello specifico, il vento può oscillare destra-sinistra o sinistra-destra secondo un ritmo preciso, che i tattici migliori sanno interpretare restando sempre “in fase” con i salti, quindi guadagnando sempre rispetto alla flotta.

Restare in fase con il vento è fondamentale. Un bordo estremo, come quello della barca nera nella figura, aumenta esponenzialmente i rischi e, comunque, toglie possibilità ri rientro o gestione delle oscillazioni. In definitiva spararsi un angolo o da’ bene o bene o, più spesso, porta a rischi inutili. Le altre due barche, invece, traggono vantaggio dalle oscillazioni.

Il vento può anche ruotare verso destra o sinmistra in modo costante o repentino. Tipico è il caso della brazza di mare nei campi di regata vicino a costa, che tende a ruotare a destra seguendo il sole nel corso del pomeriggio… ma attenti perchè un’altra massima recita “venti entranti sinistra, venti entrati destra”, ovvero attenzione alla prima bolina con una brezza appena distesa verso mezzogiorno.

Nell’articolo che proponiamo la spiegazione delle strategie migliori per seguire il vento. Importante ricordare che proprio il vento è il nostro alletao e grazie a lui possiamo arrivare più in fretta in bolina. Il posizionamento rispetto agli avversari viene di conseguenza, ma è sempre utile ricordare che la bolina è una geometria applicata con tre variabili fondamentali: la nostra velocità, il comportamento del vento e i nostri angoli rispetto all’avvicinamento alle layline.

Parte 1
Tattica prima bolina 1

Parte 2
Tattica prima bolina 2

 

Un salto di vento cambia la posizione relativa delle due barche. Un salto a destra (figura 2) avvantaggerà la barca più a destra, che virando o poseguenmdo verso la rotazione avrà guadagnato acqua rispetto alla boa di bolina.  Un salto a sinistra (figura 3) avvantaggerà invece quella che si trova più a sinistra

 

Incroci in bolina tra Tp52 a Scarlino. Nelle barche in equipaggio è fondamentalke che timoniere e tailer si occupinio della velocità mentre tattico e navigatore penseranno alla strategia. Foto Ranchi

(2-continua)

Questo articolo è stato pubblicato su Fare Vela numero 210, settembre 2005

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