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Vendée Globe: applauso per Alex Thomson, secondo a Les Sables

Les Sables d’Olonne, Francia- Hugo Boss ha tagliato questa mattina alle 8:37CET il traguardo di Les Sables d’Olonne: Alex Thomson chiude il suo Vendée Globe con l’ottimo tempo di 74 giorni, 19 ore, 35 minuti, 15 secondi, scendendo circa tre giorni sotto il riferimento di François Gabart e chiudendo 16 ore dopo il vincitore Armel Le Cleac’h.

Hugo Boss sulla linea d'arrivo
Hugo Boss sulla linea d’arrivo

Dominatore delle prime due settimane di corsa, a Thomson va l’indubbio merito di avere tenuto la regata aperta fino alla fine, donando ulteriore spettacolo a questo Vendée Globe. La collisione con l’UFO al dodicesimo giorno di regata, quando aveva oltre 150 miglia di vantaggio su Le Cleac’h, lo ha costretto ad attraversare l’Indiano, il Pacifico e la risalita dell’Atlantico con un solo foil, limitando di fatto le possibilità di vittoria.

Il momento del taglio della linea
Il momento del taglio della linea

Alex Thomson ha infatti navigato per 62 giorni con una sola delle preziose appendici, potendo per altro sfruttare il foil integro in maniera marginale dato il tanto mure a sinistra obbligato nel Southern Ocean.

Alex Thomson in trionfo sulla poppa di Hugo Boss
Alex Thomson in trionfo sulla poppa di Hugo Boss

Come dichiarato da Thomson a un degli ultimi collegamenti, quando il vento oscillava dalla bolina al traverso stretto, Hugo Boss mure a sinistra senza foil aveva uno scarroccio intorno ai 3 gradi superiore a quello abituale. Di fatto Thomson ha affrontato due terzi del suo giro del mondo con una barca privata di una delle sue componenti fondamentali.

La scassa del foil mancante
La scassa del foil mancante

Essere giunto secondo a les Sables è la conferma sia dell’ottimo lavoro svolto in mare dallo skipper sotto un profilo tattico che della bontà del progetto Hugo Boss. Ricordiamo che l’IMOCA di Alex Thomson era quello della flotta di ultima generazione ad avere scelto i foil più voluminosi.

Hugo Boss in attesa dell'alta marea per risalire il canale di Port Olona
Hugo Boss in attesa dell’alta marea per risalire il canale di Port Olona

“E’ straordinario avere finito la regata. Da 24-36 ore sapevo che era finita e Armel avrebbe vinto. Ho dormito 5 ore in tre giorni, adesso mi tocca un po’ di riposo ma so che se vado a dormire tra un’ora mi sveglio. Il foil? Succede, fa parte del gioco del Vendée Globe. Mi sono sentito molto frustato, ma alla fine sono riuscito a non pensarci, non è stato facile. Terzo, secondo, il seguito si vedrà. Io vorrei programmare un progetto competitivo. Armel è una macchina, un grande marinaio. Ha fatto due volte secondo, doveva vincere. E’ una persona molto modesta, molto simpatico. Il suo team ha fatto un lavoro super”, ha dichiarato Alex Thomson poco dopo avere tagliato la linea.

“Un altro Vendée? Non ditelo a mia moglie – ride – Si, ma se ci sarà la possibilità di mettere in opera un progetto ancora più competitivo, un livello superiore, con più allenamenti, più pianificazione e tempo. Vincere questa regata è una lotta, una guerra, una sfida brutale. Solo con una pianificazione enorme si può vincere”, ha aggiunto.

“Questa regata è stata dolorosa, soprattutto mentamente dopo la perdita del foil. Calcolo che sul bordo senza foil io perdessi circa il 30% di efficacia di Hugo Boss. Ho cercato di dimenticare velocemente questo dolore. Sono diventato cacciatore ed Armel era la preda, non deve essere stato facile per lui e per questo voglio complimentarmi sinceramente”, ha proseguito Alex Thomson.

“Cimentarmi con i Figarò? No, assolutamente e per una regione precisa, il problema non è solo quello di cambiare barca. Io cerco un palcoscenico internazionale, e la classe Figarò è troppo francese”.

La sensazione è che, senza quella avaria, Thomson si sarebbe giocato a pieno, e con concrete possibilità di successo, la vittoria del Vendée Globe. Hugo Boss si è infatti dimostrata in determinate condizioni nettamente più veloce di Banque Populaire, pur essendo di fatto una barca meno allround e non troppo a suo agio nelle transizioni.

Ottima la condotta tattica di Thomson nella discesa atlantica, con il grande colpo di Capo Verde, e in Oceano Indiano. Superata Buona Speranza il britannico, pur venendo rimontato e sorpassato da Le Cleac’h, riusciva a tenergli testa con traiettorie al limite del massimo sud consentito dalla direzione della corsa. Il Pacifico è stato invece poco benevolo con Hugo Boss: quasi sempre mure a sinistra, le possibilità di attacco si sono ridotte, anche per la bravura di Le Cleac’h di tenere la posizione sud.

La grande possibilità di attacco Thomson l’ha avuta al centro del Pacifico, quando ha deciso di insistere sul settore nord di una depressione quando Armel si trovava a sud: qui, un po’ per sfortuna e un po’ per una traiettoria imprecisa, Alex è finito invischiato nel centro della depressione senza vento, aprendo di fatto la fuga di Banque Populaire.

D’arrembaggio la risalita atlantica, aiutato questa volta da un meteo più favorevole e da lunghi tratti mure a dritta. Dopo il recupero del sud Atlantico, una buona condotta negli alisei di sudest e un passaggio dei dolldrums non troppo rallentato, Thomson ha patito un po’ la bolina nel leggero Aliseo di sudest.

Poi il record delle 24 ore ottenuto a sudest delle Azzorre: Hugo Boss è salita ben due volte durante questo Vendèe Globe sopra il record di François Gabart, fissando alla fine il nuovo primato in 536,81 miglia.

Stoico fino alle ultime miglia, Thomson ha tagliato la linea con gravi problemi al sistema di trasmissione timone/pilota, alla configurazione pilota/anemomentro e con un blackout all’AIS che lo ha tormentato negli ultimi giorni.

Chi è Alex Thomson

Classe 1974 da Bangor, Galles, è una figura atipica di skipper oceanico. Contrariamente ai suoi rivali francesi non è passato dalla trafila Mini Transat e Figarò ma, dopo la vittoria della Clipper Race, ha di fatto trovato lo sponsor giusto per lanciarsi direttamente nella clsse IMOCA di cui è ormai uno dei veterano indiscussi.

E’ al quarto tentativo di Vendée Globe: ritirato dai primi due, ha ottenuto un terzo posto nel 2013 e il secondo di oggi. Non ha mai nascosto di volere diventare il primo skipper non francese a vincere il Vendée Globe: non sappiamo se ci riproverà, ma al Boss va il ringraziamento per lo spettacolo offerto in mare e la suspence che ha imposto alla regata.

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