Featured

Vendee Globe: la vigilia a Les Sables raccontata da Paola Porta

Domani, domenica 8 novembre, alle 13:02 il mondo velico si ritroverà sulle più svariate piattaforme per seguire la partenza del Vendee Globe, il leggendario giro del mondo in solitario, senza scalo e senza assistenza.
In una Les Sables d’Olonne spettrale, causa lockdown, c’è per Fare Vela Paola Porta, già velista di alto livello nelle classi olimpiche e gran frequentatrice delle grandi regate internazinali. Queste le sue impressioni alla vigilia della partenza.

Hugo Boss. Foto Paola Porta

Les Sables d’Olonne- (Paola Porta)
Si sente solo il fischio del vento sulle sartie delle trentatré barche che domani alle 13.02 partiranno per il giro del mondo senza scalo, il Vendée Globe. Qualche sussurro da parte delle centinaia di persone che fanno parte dello Staff, il rumore dei ragazzi dello shore team nelle barche che eseguono gli ultimi controlli e giornalisti e fotografi che con fatica hanno raggiunto questo angolo della regione della Vandea e della Loira.
Mancano le migliaia di persone, provenienti da tutta la Francia e non solo che sono dovute restare a casa. Il lockdown qua è totale.

Le banchine deserte di Les Sables. Foto Porta

Oggi le barche sono le protagoniste incontrastate. Gli skipper sono confinati nei loro alberghi, si concederanno qualche minuto domani, ma da lontano, e con tutte le protezioni possibili.
Camminare per il pontile è un’esperienza particolare. Al di là delle soluzioni tecniche, ogni skipper ha organizzato propria barca sulle proprie esigenze. Per quanto riguarda l’interno, è tutto incentrato sulla strumentazione, che aiuta sempre di più la navigazione in solitario, tanto che orami l’immagine del navigatore al timone è superata. Per la coperta c’è chi ha scelto di avere più spazio aperto accettando di prendere molti schizzi d’acqua e chi invece si è creato un proprio guscio a prova di ondate.

Sicuramente la barca di Thomson appartiene alla seconda categoria. E’ la più estrema da questo punto di vista. Un solo piccolo tambuccio per entrare, piccole finestrelle, e tante telecamere. Lui la regata la guarderà attraverso lo schermo. Sulla sua barca ci sono due telecamere potentissime all’altezza delle sartie, che ingrandiscono le immagini talmente tanto che si possono leggere le scritte pubblicitarie dall’altra parte del porto. Inoltre sono dotate di infrarossi per vedere anche di notte. Ha anche una telecamera sull’albero. Pannelli solari ovunque ci sia una superficie calpestabile. La tecnologia ha bisogno di energia elettrica.

Prysmian Group. Foto Porta

Prysmian Group, la barca di Pedote, il nostro portabandiera, è senz’altro più tradizionale, il suo shore team ha detto che è molto solida e affidabile. Ha i foil di prima generazione. L’albero è rotante e, unico tra tutti, con i filetti da entrambi i lati , per verificare la corretta rotazione. Ricorda le derive. Ha installato due telecamere a poppa per la regolazione delle vele. Domani cercheremo di saperne di più.

Sulla barca di Didac Costa ho incontrato un ragazzo di Alghero, che fa parte dello shore team, Domenico Caparrotti. Ha solo vent’anni e un gran sorriso, ma è già la seconda IMOCA che prepara. L’altra IMOCA, era in fibra di roccia vulcanica, totalmente riciclabile, che avrebbe dovuto fare il giro del mondo con il famoso passaggio a Nord ovest, ma è stata bloccata anche lei dal Covid 19.

Quanto tempo occorre per preparare queste barche?
La preparazione varia da uno a tre anni a seconda del budget, del e degli inconvenienti che incontri

Che tipo è Didac Costa?
E’ molto simpatico, ha già fatto due Vendée Globe. Non lo fa per professione. Nella vita è un pompiere ed è eclatante il fatto che possa portare a termine queste imprese avendo da svolgere questa attività. L’anno scorso al suo arrivo è stato accolto come un eroe dai suoi colleghi pompieri francesi. Oggi invece manca il pubblico. Hanno chiuso il villaggio e il canale di entrata sarà sorvegliato dalla gendarmerie.

Domenico Capparotti. Foto Paola Porta

Però forse anche per questo, sarà un Vendée globe molto più seguita una volta che saranno partiti perché le persone devono rimanere a casa. Cosa ne Pensi?
L’importante sarà l’organizzazione e la capacità degli skipper di comunicare con gli spettatori dato che l’evento sarà possibile seguirlo interamente tramite Zoom.
Tu hai provato a navigare sui Mini il tuo obiettivo è il Vendée Globe?
Si già a 18 anni ci avevo provato ma non ho trovato gli sponsor. Ora vorrei riprovarci.
Il sogno è di arrivare fra una decina di anni a competere in questo mondo,
Il più giovane al Vendée è Alan Rouda di La Fabrique, che al suo primo Vendée quattro anni fa aveva 24 anni.

Articoli Correlati

1 Comment

  1. Elisabetta
    November 8, 2020 @ 08:19

    Fantastic experience,

    Reply

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *