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Caso Israele/Malaysia: ecco le regole anti-discriminazione (per il futuro) di World Sailing, ma nessuna sanzione per il passato

Southampton, UK- La montagna di World Sailing ha partorito un topolino di buone intenzioni per il futuro ma nessuna sanzione contro la Malaysia per il caso Israele/Mondiali giovanili, per non parlare delle mancate autocritiche verso se stessa.

Qui il comunicato ufficiale completo in cui la federvela mondiale presieduta da Carlo Croce dichiara le fasi della vicenda, senza però dire nulla sul dibattito del 2011 quando fu sollevata proprio la questione delle possibili discriminazioni della Malaysia verso Israele, e ricostruisce le fasi temporali che hanno portato alla mancata accettazione da parte di Israele delle condizioni (partecipazione per WS, niente bandiere, sigle o inni, restrizioni alla circolazione) imposte ai suoi due atleti e al coach iscritti ai Sailing Youth World Championship 2015. World Sailing/ISAF appare come un osservatore un po’ ingenuo della vicenda, trovandosi “senza possibilità d’azione” visti i tempi ristretti precedenti al burrascoso Mondiale Giovanile di Langkawi.

L'impossibilità di esporre la bandiera di Israele, la sigla e suonare l'innonazionale in caso di vittoria erano una delle condizioni chieste dai malesi a Israele per concedere i visti. World Sailing era a conoscenza di tali politiche. Foto RS:X Class
L’impossibilità di esporre la bandiera di Israele, la sigla e suonare l’innonazionale in caso di vittoria erano una delle condizioni chieste dai malesi a Israele per concedere i visti. World Sailing era a conoscenza di tali politiche. Foto RS:X Class

Nel comunicato si legge una decisa presa di posizione contro il ripetersi di future situazioni analoghe basate sulla discriminazione di qualunque tipo (razza, religione, politica, sesso) verso atleti alle manifestazioni internazionali. Una specifica clausola “anti-discriminazione” dovrà essere sottoscritta da chi richiede l’organizzazione di qualsiasi evento futuro. In caso di mancata osservanza di tali norme potranno essere applicate sanzioni alla federazione nazionale colpevole di discriminazione, ma “a discrezione” di World Sailing, il che significa, a un’attenta lettura, che potranno o non potranno essere applicate a seconda dei casi. Un escamotage, pare, per lasciarsi comunque mani libere di interpretazione.

Si andrà dalla non eliggibilità come sede di eventi futuri, alla bocciatura di ufficiali di regata di quel Paese e/o alla cancellazione del Paese come membro di World Sailing.

L’eguaglianza totale di diritti tra gli atleti e i Paesi partecipanti, scrive World Sailing, dovrà essere uguale per tutti. Si noti che i buoni propositi della federvela mondiale saranno messi subito alla prova dei fatti proprio dai prossimi Sailing Youth World Championship che nel 2016 si svolgeranno in Oman e nel 2017, guarda caso, in Israele.

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