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Alberto Bona: ecco perche’ non ci saro’ al Rhum

Torino– Alberto Bona chiarisce i motivi della sua scelta di non partecipare alla Toute du Rhum 2018, contrariamente a quanto apparso in alcune comunicazioni media della transatlantica in solitario.

Il navigatore torinese si è confrontato con diverse sfide: tante regate d’altura in Mediterraneo, la conferma delle sue qualità anche in equipaggio con ottimi risultati sportivi, quali la vittoria “Romax2” IRC/ORC, il 2° posto assoluto ORC alla “151 Miglia” e 2° assoluto IRC alla “Palermo-Montecarlo”. Inoltre Alberto ha preso parte al team di Giovanni Soldini, che con il trimarano volante “Maseratimulti70” gli ha dato modo di provare un’esperienza fondamentale per toccare con mano l’evoluzione nel campo della progettazione. Si è misurato infatti con la tecnologia dei “foils”, l’oramai certo futuro della navigazione oceanica.

Tra gli obbiettivi della stagione c’era anche la “Route du Rhum” che richiedeva come prima tappa la ricerca di un class 40 ultima generazione per correre questa grande transatlantica in solitario. La scelta obbligata era la costruzione di una barca nuova per poter competere ad armi pari; tuttavia Alberto e i suoi sostenitori hanno dovuto fare i conti con il fattore tempo che implicava un rischio e delle spese ancora più elevate. Per questi motivi è stata presa la decisione di rimandare l’avventura per concentrarsi sulla prossima stagione.

Bona non sarà quindi sulla linea di partenza della RDR quest’anno, ma si prepara alla stagione 2019 con un progetto radicalmente diverso.

 

“Una stagione veramente impegnativa! Dura anche dal punto di vista psicologico: la ricerca sponsor e l’iscrizione alla RDR e poi tanti impegni sportivi e la collaborazione con il Team Maseratimulti70, poi la rinuncia alla regata e il nuovo progetto per il prossimo anno; tante scelte e emozioni nuove. Sono molto contento delle miglia effettuate sul trimarano in compagnia di Giovanni: lui è un grande navigatore e la barca è una vera bomba! Volare sul mare a 38 kn (anzi sopra il mare) è un’ esperienza che mi ha dato tanto e ha completato le mie conoscenze tecniche su alcuni elementi che in futuro serviranno molto. Ho fatto più di 2000 miglia su questa barca in assetto volante con un team fantastico. S’impara sempre qualcosa.

Poi sono riuscito a tenermi in allenamento facendo qualche regata in Mediterraneo, mi piace il ruolo di navigatore è molto interessante; navigare in equipaggio con dei ruoli ha i suoi vantaggi, puoi concentrarti al 100% sulla strategia e sullo studio delle condizioni meteo. L’ambiente del campionato italiano Offshore è interessante, un livello amatoriale ma con tanti professionisti di talento che integrano gli equipaggi. Vedo anche una passione per l’equipaggio ridotto, tanti armatori che si battono con la propria barca in percorsi alturieri, che fanno fatiche economiche e salti mortali per esserci, questa è la vela che può dire tanto e deve crescere; peccato che poi si parli solo del Maxi del miliardario che vince in reale dimenticando di valorizzare tutti a livello sportivo.

Mi spiace per la “Route du Rhum” perché è un sogno da realizzare…ma c’è tempo, non sarà mica l’ultima che fanno. I costi per correre ad armi pari sui class 40 sono altissimi, per dare un’idea i budget si avvicinano ai giri del mondo di una decina d’anni fa. Ora sono concentrato e emozionato per la prossima stagione, un progetto nuovo e si riparte da zero, spero di poter raccontare i dettagli presto ma ormai è sicuro al 99 per cento”.

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