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America’s Cup: lo skipper di TNZL Glenn Ashby, grazie Italia per il supporto, siamo pronti. Il report dalle Bermuda

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Bermuda– Come da tradizione, l’opening day della Coppa America viene stoppato dal vento. Successe ad Auckland e a Valencia ed è successo anche alle Bermuda. Il Great Sound è tormentato oggi da raffiche oltre i 30 nodi, decisamente troppo per la sicurezza degli AC50. Tutto rimandato a domani sabato 27 maggio, quindi, con le prime regate e la Cerimonia d’Apertura.

Ne abbiamo approfittato per intervistare lo skipper di Emirates Team New Zealand Glenn Ashby. Inutile nascondere che gran parte del movimento velico internazionale, e italiano in particolare, sostiene i kiwi nella loro battaglia da “soli contro tutti”, per riportare la Coppa a una formula più “fair” e condivisa. Grazie all’aiuto di Giordana Pipornetti, parte dell’ufficio stampa di ETNZL, ecco l’audio delle nostre domande a Glenn Ashby:

Parte 1

Parte 2

 

Australiano e kiwi, vincitore di otto titoli mondiali di classe A, Ashby è uno dei maggiori specialisti al mondo di multiscafi. Nella Coppa numero 33, quella della sfida tra il trimarano di Ellison e il cat di Bertarelli, era a bordo di Oracle Racing. Su Aotearoa è lo skipper e il responsabile del sailing team , oltre che a essere il trimmer dell’ala, che regola con l’ausilio di un tablet.

La trascrizione in italiano dell’intervista:

Fare Vela Non c’è solo la Nuova Zelanda a sostenervi… Gran parte dei tifosi qui in Italia tifano per voi, perché riportiate la Coppa alla sua tradizione e soprattutto a regole condivise. Vi rendete conto di essere da soli contro tutti?

Glenn Ashby Si, certo, sentiamo di essere da soli delle volte. Arrivando qui dalla Nuova Zelanda abbiamo avuto modo di apprezzare il supporto di molte persone, in particolare dall’Italia, che supportano ETNZL nella sua campagna per riportare la Coppa a un sistema di regole equo. Sì, siamo molto felici di avere il sostegno dell’Italia e per me personalmente, che ho molti buoni amici in Italia, sentire il loro pieno supporto è piacevole.

FV L’innovazione del pedal-grinding sembra aver funzionato tanto che Oracle ha deciso di installare un pedale. Secondo voi potranno avere dei vantaggi?

GA E’ davvero una buona domanda. I ragazzi di Oracle continueranno a usare il loro sistema di pedali? Sembra che abbiano contraddetto i loro commenti iniziali in cui dicevano di aver rinunciato all’opzione dei pedali e che per loro non erano utili. Ovviamente ci hanno visto navigare e il fatto che abbiano deciso di provarci è una buona notizia per noi. Sarà interessante vedere se loro continueranno a usare in futuro quel sistema o no.

FV Alcuni media in NZL hanno parlato apertamente di rischio di collisioni fatte ad arte, allo scopo di danneggiarvi. Credete sia una paura reale?

GA Beh, credo che la collisione che abbiamo avuto l’altro giorno con Ben Ainslie è stato un semplice errore, sicuramente non fatto con malizia o di proposito. Ha semplicemente preso una decisione errata e lo accettiamo come velisti e come team. Certo, lo consideriamo anche un avvertimento e come team dovremo avere il massimo controllo per evitare che si verifichino situazioni simili che non scaturissero da errori.

FV A differenza di quanto avvenne a San Francisco 2013, le regate si annunciano molto combattute e chiuse. Una virata senza volare può compromettere la regata. Pensa che le distanze siano davvero così vicine?

GA Sicuramente la Louis Vuitton AC Challenger Series questa volta sarà molto più dura e combattuta di quanto vedemmo a San Francisco e credo che tutte le barche siano molto simili come velocità. Credo che sarà una dura battaglia e solo arrivare in fondo alle Louis Vuitton Qualifier sarà dura e chiunque ci riuscirà se lo sarà pienamente meritato visto che sarà un’impresa arrivare a sfidare Oracle. E speriamo di essere noi a farlo.

FV Il ruolo degli italiani nel vostro team, quanto sono importanti?

GA Il supporto di Luna Rossa nella nostra campagna è stato fondamentale, una  partnership di lunga durata e che ha aspetti pratici importanti, con diversi italiani che lavorano in ruoli importanti, come del resto già avevamo avuto nella 34th AC. Credo che culturalmente abbiamo costruito un buon bilanciamento tra i due Paesi, e sì, ci divertiamo molto insieme e c’è una bella atmosfera. Credo che sia un plus speciale per il nostro team.

FV Cosa significa per voi avere un talento come Peter Burling al timone?

GA Sì, certo, Peter e Blair (Tuke, il prodiere olimpionico di Burling in 49er, Ndr) sono davvero degli ottimi velisti. Come lo sono del resto tutti i ragazzi del sailing team, tutti di talento e giovani. Abbiamo tutte le doti richieste per portare barche difficili come queste al meglio. Per essere aggressivi o in difesa quando bisogna esserlo. Per posizionare la barca nel punto giousto sul campo di regata. Per me, che sono l’unico membro del sailing team che già era a bordo nella scorsa campagna, è davvero importante navigare insieme a ragazzi con queste doti e con questo talento. Come team credo che in questo senso siamo davvero molto fortunati.

FV La vostra è forse la sola sfida davvero “nazionale”, cosa provate?

GA Credo in verità che non siamo l’unico team con una forte identità nazionale. Sia i francesi sia i britannici di Ben Ainslie lo sono per gran parte. L’identità nazionale è un fattore che nella storia dell’America’s Cup è stato molto importante ma questa volta non credo che si possa dire che siamo i soli a esserlo.

FV Grazie

Il video con altre dichiarazioni di Glenn Ashby:

C’è molta Italia in ETNZL, oltre al team principal Matteo De Nora, di origine italiana e adesso canadese, fanno parte del team Max Sirena (Techical advisor), Gilberto Nobili (cyclist e analista delle performance), Fabrizio Marabini (Software), Alessandro Franceschetti (ingenere strutturale), Massimiliano Carbone (Idraulica), Stefano Morosin (Elettronica), Vittore Vattuone (Idraulica) e la stessa Giordana Pipornetti (Media Team).

Dall’esperienza di Luna Rossa proviene anche il legal and rules advisor, lo spagnolo Luis Saenz de Mariscal. Tra i fornitori ufficiali di ETNZL ci sono poi Ubi Maior per le pulegge dell’ala e altri sistemi e la Dainese per i caschi.

 

Dal nostro uomo alle Bermuda, Bruno Bottacini, riceviamo queste prime impressioni:

Arrivato ora 9.30 al villaggio. Tutto chiuso per vento. No regata. No cerimonia. Mentre attendiamo l’accredito noto che qui non c è nessuno. Né team né gente. Domani è ancora in dubbio per il vento, ma almeno la cerimonia di apertura ci sara. Sono passato all’alba dalla capitale, Hamilton, che è l’unica città e ci sono turisti di coppa.

Tra le Big boat spicca il Maltese Falcone e altre che scopriremo man mano. La zona del Dockyard ospita due navi da crociera, ma nel loro tour sembrano disinteressati alla Coppa.

30 nodi nel Great Sound oggi alle 12 locali. Foto Bottacini

Per ora tutti stanno lavorando a completare ls struttura e le zone attorno. Come vedete il vento è tanto… a sensazione i 30 nodi vi sono tutti. Il Ferry per l’albergo media sospeso. Solo all’interno del Sound funziona il ferry. L’alternativa è un’ora e venti di bus di linea. Il servizio pubblico sembra efficiente: ogni 15 minuti tutto il giormo fino alle 21. Sono 62 dollari a settimana, inclusi tutti i ferry.

Per domani, quindi, sono previste sei regate… Vediamo fisicamente come reggono, se sono barche così fisiche come si dice sarà forse lotta al risparmio di energie?

Girando vediamo uno yachting molto british. Il Royal Bermuda Yacht Club fa molto vecchia Inghilterra, soci che fanno salotto… e barche molto belle. Durante la regata che è finita qui una è anche affondata… parlando di mal tempo. La perturbazione sta passando con qualche scroscio entro sera e poi alle 20:30 cerimonia di apertura. (Bruno Bottacini)

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1 Comment

  1. Team New Zealand helmsman Peter Burling says he will ‘give it hell’ in aggressive quest to win back America’s Cup – MadePress™ Australia
    May 27, 2017 @ 07:47

    […] reiterated to Italy's specialist sailing site FareVela that the Kiwis held no animosity towards Ainslie and "accepted as sailors and as a team" that he had […]

    Reply

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