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Olimpiadi: il CIO concede a World Sailing la doppia medaglia per il kitefoil, ma è la scelta giusta?

LosannaAlla fine a Parigi 2024 ci sarà una doppia medaglia per il kitefoil, una per gli uomini e un’altra per le donne. Il Comitato Olimpico Internazionale ha rigettato, come era prevedibile, la raccomandazione di World Sailing sull’Offshore Mixed Keelboat (che quindi esce dal programma olimpico prima di entrarvi), concedendo la decima medaglia alla vela, con un potenziamento della disciplina del kitefoil.
Specialità che, non ce ne vogliano gli appassionati, appare la meno velica di tutte, risultando invece più affine al mondo del surf e degli urban sport trasferiti sulle spiagge.

L’annuncio formale sarà dato nei prossimi giorni dal CIO. Ricordiamo che il doppio kitefoil era stato votato dagli organi di World Sailing come prima alternativa alla barca a chiglia offshore.

Il programma definitivo di Parigi 2024 (Marsiglia sede olimpica per la vela) sarà quindi:
ILCA 7 singolo maschile
ILCA 6 singolo femminile
470 Misto
49er skiff maschile
FX skiff femminile
iqFoil windusrf foiling maschile
iqFoil windsurf foiling femminile
Kitefoil maschile
Kitefoil femminile
Nacra 17 foiling misto

Su dieci discipline vi sono ben quattro tavole, un catamarano foiling, due skiff, un doppio tradizionale e due singoli tradizionali.
Sono esclusi per questioni di rapporto peso/prestazioni tutti gli atleti che pesano più di 85 kg, ai quali non resta che dimagrire e provare a tornare sui Laser/ILCA.

World Sailing si è quindi ritrovata in un angolo, quello della barca a chiglia mista offeshore, da cui non è più riuscita a uscire. L’offshore era una buona idea, ma è stata proposta senza un reale e accessibile programma, finendo con l’essere vista dal CIO solo come una disciplina costosissima e di complessa gestione pratica in sede olimpica.

Per ammissione stessa dei praticanti, una ristretta percentuale dei moltissimi kiter* è interessata al mondo delle regate e dello sport velico. Addirittura, capita di incontrare kiter che non conoscono il nome dei venti, limitandosi a chiamare la propria forza propulsiva come side on o side off. Una rivoluzione culturale all’incontrario che in World Sailing sta sempre più portando la vela da attività marinaresca a disciplina basata sul solo divertimento e sull’effimera velocità fine a se stessa.

Da notare come il solco tra vela realmente praticata e vela promossa dall’attuale federazione internazionale stia diventando sempre più profondo.
Sarà questo argomento di un prossimo articolo che pubblicheremo a breve.

*Per completezza d’informazione per kiter ci riferiamo qui alla massa dei kiter tradizionali, non a quella percentuale che pratica la classe diventata olimpica, che è quella del kitefoil (o hydrofoil), che evidentemente praticano la disciplina a livello agonistico sognando l’Olimpiade allo stesso modo di un giovane laserista.

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3 Comments

  1. Gianfranco
    June 11, 2021 @ 12:09

    L’idea della barca con equipaggio multiplo (senza distinzione di sesso) sarebbe stata l’espressione migliore, in chiave olimpica, della vela praticata. Io non credo alle difficoltà di gestione o a problemi di costo. Esistono altre discipline olimpiche ben più costose ed organizzativamente complesse. Credo piuttosto che abbia prevalso la tendenza, ormai consolidata, a privilegiare lo spettacolo, il prodotto da consumare presto e puntualmente (esigenze televisive ineludibili) che piace tanto agli sponsor, i veri padroni dei cinque cerchi. La vela tradizionale, quella cioè praticata dalla stragrande maggioranza degli appassionati, quella dai veri contenuti tecnici e culturali, sta inesorabilmente scivolando via dalle discipline olimpiche. Del resto, malgrado i grandi sforzi ed i notevoli meriti della tecnologia e della comunicazione, la Vela agonistica si conferma lo Sport di chi la pratica, non di chi la guarda dalla poltrona.

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    • Michele Tognozzi
      June 11, 2021 @ 12:12

      ottima analisi Gianfranco, esattamente ciò che sta succedendo

      Reply

  2. Guido Simonetti
    June 13, 2021 @ 09:13

    L’articolo, in questo approccio aristocratico della vela, che vede i velisti veri distinti dai giovani appassionati di mare e di vento che non hanno una formazione velica denota una ignoranza dell’attuale mondo del kitesurf hydrofoil agonistico. Invito l’autore a venire ad una delle prossime regate internazionali che si tengono anche in Italia ove potrà conoscere decine di giovani atleti ( moltissimi formati da piccoli sulle derive) che dedicano tutte le loro energie alla preparazione atletica tutti i giorni, a sessioni di formazione di strategia e tattica di regata e che sono certo gli faranno cambiare quanto scritto.

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