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Quando si potrà navigare? Presto, ma la parola d’ordine sarà responsabilità

Roma– Quando potranno riprendere le attività nautiche. E se sì, con quali protocolli? Lo scriviamo subito, dipenderà tutto dalla nostra responsabilità e dal rispetto dei Protocolli che saranno contenuti nel prossimo DPCM, previsto per la fine di questa settimana come anticipato dal Governo.

Un Decreto atteso per moltissime ragioni: possibilità di uscire di casa e muoversi in altro Comune, purchè nella stessa ragione, ripresa dell’attività economica e, nel nostro caso, dell’attività sportiva di base, tra cui dovrebbe rientrare anche la vela praticata in modo individuale.

Foto Pasqui

La vela, per le sue caratteristiche, è stata collocata tra quelle in cima alla lista delle attività con meno rischi. Lo ha confermato Roberto Neglia, il responsabile dei rapporti istituzionali di Confindustria Nautica in un incontro in videochat con i media di settore svoltosi mercoledì pomeriggio. Per dirla meglio, si tratta del lobbysta, nel senso anglosassone del termine, che porta avanti le istanze della nautica italiana sui tavoli che contano, governativi ed economici.
Per poter avere dei risultati pratici, però, sarà indispensabile seguire le indicazioni e soprattutto i Protocolli sanitari di sicurezza che saranno contenuti nel prossimo DPCM.

La fonte principale, che rispecchia le trattative tra associazioni di categoria, Federazione Italiana Vela, CONI e il Governo, è a oggi il post pubblicato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri mattina sul suo profilo Facebook. Tra le righe di quel testo si legge l’indicazione su cosa si potrà fare, e soprattutto come si potrà farlo, dal 4 maggio, data fissata come inizio della Fase 2 nella ripresa da questa crisi Coronavirus.

“L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato.”, scrive Conte, “Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare…”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

La traduzione arriva proprio da chi sta operando su quei tavoli, nell’interesse della nautica. Ovviamente un’Associazione di categoria si preoccupa di portare avanti gli interessi della cantieristica e del settore, ma è evidente che alla base dei praticanti interessa soprattutto la domanda sul quando si potrà tornare in mare o su un lago. E per poterlo fare la parola d’ordine sarà Responsabilità.

Da quanto rivelato ai media nautici, il comitato scientifico consulente del Governo frena sulla riapertura, come è ovvio che facciano degli scienziati. Il Governo sta cercando di mediare tra quelle esigenze e le altre altrettanto importanti della ripresa economica e sociale. Si sta lavorando per trovare quelle procedure che consentano di riaprire alcune filiere economiche e le attività fisico-sociali individuali. Ecco perché sarà fondamentale, da parte di tutti noi, seguire quelle prescrizioni.

E’ stata fatta una valutazione dei rischi tra le differenti discipline, e la vela per sua caratteristica si trova ben posizionata. Non è così per gli sport di contatto o in palestra, che dovranno attendere ancora.
Facciamo un esempio. Se, come pare ormai probabile, si consentirà l’utilizzo della propria imbarcazione in forma individuale o con la propria famiglia, con i dovuti mezzi di protezione, bisognerà farlo nel rispetto di tali indicazioni. Se qualcuno dovesse approfittarne per organizzare grigliate in banchina o crociere in flottiglia con assembramenti nei porti o nelle rade, beh, non farà che danneggiare l’intera comunità nautica che andrà verso il prolungamento delle restrizioni.

La responsabilità individuale sarà fondamentale. La vela e l’attività nautica in mare, luogo più sicuro in assoluto se si parla di trasmissione del COVID-19, sono come detto tra quelle considerate non a rischio, ma a patto di mantenere le distanze. Come scrive oggi anche Repubblica e da quanto risulta a Fare Vela, la vela in deriva su singoli, il windsurf e il kite potrebbero avere sin dal 4 maggio l’ok a una pratica responsabile. Le uscite in barca cabinata con il proprio nucleo famigliare, purchè si mantengano i protocolli e il distanziamento sociale a non meno di due metri negli spostamenti tra il proprio domicilio e il porto, dovrebbero essere autorizzate a seguire. Per gli allenamenti sportivi velici l’ok dovrebbe arrivare tra il 20 e il 25 maggio.

Confindustria Nautica e la FIV hanno avuto incontri ai massimi livelli governativi e scientifici che stanno operando in vista della Fase 2. La parola d’ordine, chiarissima nel post di Conte, è una sola: abbattimento del rischio. Per cui, molto dipenderà da noi e dal nostro senso civico.
Andare in barca sarà presto fattibile, ma bisognerà assolutamente rispettare i Protocolli che leggeremo nel DPCM. L’alternativa non può che essere il prolungamento della quarantena, questo è stato detto e fatto capire chiaramente a tutti gli operatori.

“Il rischio è dato da un uso personale e incontrollato” della ritrovata libertà d’azione, spiega Neglia sintetizzando gli input del Governo. Un piano modulare di ripresa dell’attività è stato presentato da Confindustria Nautica ai tavoli governativi. In larga parte procedure e protocolli sono stati accolti, ma c’è sempre il rischio della bomba social, del “tutto e subito” o delle infinite voci sull'”io avrei fatto così” che distorgono gli obiettivi e, alla fine, rischiano di creare più danni che benefici.

Foto Confindustria Nautica

Per quanto riguarda la cantieristica, per esempio, sono già cinque le Regioni che hanno autorizzato la ripresa dell’attività per finalizzare le barche già in consegna: Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche e Lazio. Ovvero gran parte del tessuto nautico d’eccellenza di cui gode il Made in Italy nautico. E’ di martedì la conferma del semaforo verde ottenuto dall’INAIL sull’attività nautica considerata a basso rischio.
Le operazioni nei cantieri stanno seguendo dei rigidi Protocolli procedurali, concordati con i sindacati, sanificazione e mantenimento del distanziamento sociale nelle consegne.
Certo, non saranno mesi facili per il settore. La previsione di Confindustria Nautica è di una perdita del 13,6 per cento nel fatturato.

Il settore del charter avrà bisogno di “protocolli chiari e precisi, da rispettare assolutamente nelle procedure di sbarchi e imbarchi e nella pulizia delle imbarcazioni”, e anche qui la responsabilità di tutti sarà fondamentale.

A livello centrale, poi, si vedono delle criticità sulle discordanze tra decisioni del Governo e Decreti Regionali o comunali. Il che in alcuni casi potrebbe complicare la ripresa. Varrà sempre, nella fase 2, che le operazioni di massa, di aggregazione, non saranno contentite.

Per la ripresa dell’attività velica di base, ricordiamo quanto dichiarato a Fare Vela dal presidente FIV Francesco Ettorre, road map che sta trovando conferme nelle bozze dei Decreti sin qui circolati: dal 4 maggio ripresa degli allenamenti all’aria aperta per gli atleti d’interesse nazionale, tra il 20 e il 25 maggio ripresa degli allenamenti per i velisti agonisti, dall’ultima settimana di giugno ripresa delle scuole vela.
Le sovvenzioni alle scuole vela riguarderanno fornitura di materiale da parte della FIV e aiuti economici in base probabilmente a quanti tesseramenti verranno effettuati nelle scuole vela. Allo studio aiuti economici alle società sportive da parte del Governo e del CONI, come richbiesto ieri di nuovo da una serie di federazioni, tra cui la FIV.

Per le uscite singole su derive, cabinati, kite o surf, farà fede come detto il prossimo DPCM, con la prescrizione di osservare, ripetiamo, tutti i Protocolli che saranno in esso contenuti. Ovviamente le prescrizioni che riguardano la mobilità interregionale sono decise dal Governo, non certo da FIV o UCINA, e quelle faranno fede. Si sta andando verso la possibilità di muoversi per ora solo all’interno della stessa Regione. Quindi se uno ha la sua barca in una Regione diversa da quella di domicilio dovrà attendere ancora qualche settimana.

Rispetto delle norme, ne va della possibilità d’andar per mare, che pur varrà il fatto di mettersi una mascherina e un paio di guanti.

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1 Comment

  1. saverio speranza
    May 1, 2020 @ 08:57

    abbiamo il problema di mettere in sicurezza le attrezzature della barca visto che ci è stato precluso l’accesso da un giorno all’altro :barche in mare che possono affondare :chi paga?

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