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Velista dell’Anno: Mattia Camboni premiato a Villa Miani, ufficializzati Vasilij Zbogar e Matteo Plazzi nei quadri tecnici FIV

Roma– E’ Mattia Camboni il Velista dell’Anno 2016. La serata finale a Villa Miani ha celebrato la XXIII edizione del premio ideato da Acciari Consulting, di cui Fare Vela è tra i media partner.

I vincitori del Velista dell'Anno 2016
I vincitori del Velista dell’Anno 2016. foto di Marco Massetti/AGnetwork/FIV

Il giovane windsurfista di Civitavecchia è stato premiato in quanto autore di una brillante Olimpiade all’esordio (decimo classificato con una vittoria di una prova) e per il primo posto al Mondiale Under 21 RS:X. In una stagione un po’ avara di successi internazionali per la vela italiana, l’assenza di Francesco Mongelli, che sembrava il favorito come vincitore della Rolex Sydney Hobart ma impegnato a Miami sui Tp52, non ha consentito di valutarlo tra i candidabili in quanto il regolamento del Premio prevede di essere presenti alla serata finale. Gli altri candidati erano Diego Negri, Vittorio e Nico Malingri e Matteo Iachino.

Mattia Camboni
Mattia Camboni. foto di Marco Massetti/AGnetwork/FIV

Gli altri premi sono andati ad Alessandro Rombelli (Yacht Club Punta Ala) come Armatore/Timoniere dell’Anno 2016, al Cookson 50 Cippa Lippa di Guido Paolo Gamucci (YC Punta Ala, skipper Francesco Diddi) come Barca dell’Anno 2016 e al Club Velico Crotone come Club dell’Anno 2016.

Nel corso della serata la Federazione Italiana Vela, per mano del presidente Francesco Ettorre e di Alessandra Sensini, ha premiato le sue squadre giovanili autrici di buoni risultati nel 2016.

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I riconoscimenti sono andati a Giorgia Speciale (RS:X-Techno 293, SEF Stamura), Gaia Bergonzini (Optimist, FV Malcesine), Francesca Russo Cirillo e Alice Linussi (420, SV Barcola Grignano), Edoardo Tanas (Techno 293, FV Malcesine), Veronica Ferraro e Giulia Ierardi (420, YC Sanremo), Tommaso Cilli e Bruno Mantero (420, YC Sanremo), Marta Zattoni (Laser Radial, CV Bellano), Paolo Giargia (Laser Radial, Varazze CN), Alexandra Stalder e Silvia Speri (420, CN Bardolino-FV Peschiera), Carolina Albano (Laser Radial, CDV Muggia), Maria Ottavia Raggio e Paola Bergamaschi (49er FX, CV La Spezia-SC Garda Salò), Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò (470, Marina Militare) e Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini (470, YC Italiano-CV Toscolano Maderno).

La mossa di Vasilij, talento e carisma nella vela azzurra

Vasilij Zbogar
Vasilij Zbogar. foto di Marco Massetti/AGnetwork/FIV

Francesco Ettorre ha presentato anche l’olimpionico sloveno Vasilij Zbogar (due argenti e un bronzo in carriera) come nuovo coach per la classe Finn, e vista la sua esperienza vincente probabilmente anche con un ruolo di consulenza più allargata alla direzione tecnica di Michele Marchesini, e di Matteo Plazzi, come responsabile dello sviluppo tecnico delle squadre nazionali.

“È un onore e piacere essere qui, tra eccellenti velisti e persone fantastiche. In questi anni di regate ho accumulato un po’ di esperienza, che spero di poter trasmettere, umilmente, agli atleti, soprattutto quelli della classe Finn, e per l’Italia. Spero, e ne sono quasi sicuro, che a Tokyo avremo dei buoni atleti e dei buoni risultati”, sono le prime parole di Zbogar.

“Anche per me è un onore, e un grande piacere, poter iniziare questa esperienza nello Staff tecnico della Federazione: sono qui per portare il contributo e il punto di vista di una persona che ha lavorato su altri progetti, tutti di alto livello, e spero che questo possa far crescere la squadra”, ha dichiarato Plazzi.

Soprattutto la scelta di Vasilij Zbogar, velista che tra l’altro parla un perfetto italiano, sembra un primo passo per risolvere il problema di gestione dello stress da evento che è stato tra i punti critici nelle ultime Olimpiadi italiane senza medaglie. Zbogar, che ha anche ottime doti tecniche e che abbiamo visto di recente allenare il laserista Giovanni Coccoluto a Valencia, può apportare, se potrà lavorare con la necessaria libertà d’azione, un valore aggiunto che solo chi ha vinto davvero in carriera può avere. Le sue due medaglie in Laser, e soprattutto l’argento in Finn conquistato a Rio a 42 anni (mai nessuno ci era riuscito a quell’età) parlano per lui. Una mossa che potrebbe dare davvero molto alla vela italiana, se lo si lascerà lavorare con i suoi programmi.

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