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Vendée Globe: Armel Le Cleac’h a Capo Horn, due giorni di vantaggio su Thomson… Game over?

Capo Horn, Cile- E’ il giorno di Capo Horn per Armel le Cleac’h e Banque Populaire. Alle 13:34 CET di oggi Le Cleac’h ha lasciato a sinsitra il più evocativo e temuto dei punti cospicui terrestri. La roccia bruna che terrorizza i marinai e rende grandi i velisti. Ancora una volta il meteo ha mischiato le carte e quello che sembrava un passaggio difficile per il leader, con il rischio di una ampia zona senza vento, si è trasformato in tutt’altro, a rimetterci davvero è stato ancora una volta Hugo Boss, che rimedia la seconda beffa nel Southern Ocean. La bolla senza aria si è spostata infatti molto più a ovest e si è ristretta notevolmente, finendo per penalizzare proprio Thomson, che conferma di avere un difficile rapporto con la sorte.

Le Cleac'h festeggia il passaggio a Capo Horn
Le Cleac’h festeggia il passaggio a Capo Horn

Le Cleac’h con un bordeggio perfetto al largo della desolata Patagonia cilena ha infilato il corridoio giusto calandosi verso Capo Horn da nordovest, con ovvio record. Il vantaggio sul tempo di riferimento di Le Cleac’h è di circa 2000 miglia: nel 2012 Macif passò in 52 giorni, 6 ore e 18 minuti, Banque Populaire è passato in 47 giorni 0 ore e 32 minuti.

Armel Le Cleac'h in una foto inviata da bordo
Armel Le Cleac’h in una foto inviata da bordo

Se non si tratta di uno scacco matto, poco ci manca. Sono infatti 760 le miglia di ritardo di Hugo Boss alle 12CET di oggi, costretto in queste ore addirittura a bolinare per avvicinarsi all’ultimo dei capi da doppiare prima del rientro in Atlantico.

La scelta di lasciare posizionare più a sud Le Cleac’h, poco dopo Cap Leeuwin, è stata “sanguinosa” e l’inglese l’ha pagata a caro prezzo lungo tutto il Pacifico. E’ stato quello il momento dell’allungo del francese, che è andato in crescendo durante tutto il Pacifico. Certo, il problema foil dal punto di vista delle performance ha penalizzato molto Hugo Boss che aveva dimostrato di essere decisamente più veloce in certe condizioni. Il Vendée Globe però è questo: le avarie, i problemi tecnici, le collisioni con gli UFO, colpiscono in maniera cieca tutta la flotta e bisogna fare i conti con queste eventualità.

La carta delle posizioni e meteo delle 12CET. BP ha due giorni di vantaggio su HB a Capo Horn
La carta delle posizioni e meteo delle 12CET. BP ha due giorni di vantaggio su HB a Capo Horn

Poi vanno però riconosciuti i meriti di Armel Le Cleac’h. Uno skipper che ha il ritmo di un metronomo, che raramente conosce passaggi a vuoto (in questo Globe al momento si conta solo quello di Capo Verde). Il francese ha rasentato la perfezione tra l’Indiano e il Pacifico e si sta meritando, miglio dopo miglio, la posizione che occupa. Certamente non potrà abbassare la guardia, con 7 mila miglia davanti il Vendée è ancora lontano da eleggere il suo re e le insidie sono sempre dietro l’angolo.

Dato il profilo di Le Cleac’h, aspettiamoci un’attenzione maniacale nella risalita dell’Atlantico. Nonostante il vantaggio cercherà sempre il miglior posizionamento rispetto all’inseguitore e proverà a chiudere ogni spiraglio. Ci sarà da giocare con gli anticicloni, con i dolldrum, ci sono ancora molte situazioni dove si potranno perdere o guadagnare molte miglia. Il Vendée Globe non è finito, ma lo Sciacallo ha fame e il suo appetito si sazierà solo sui pontili di Les Sables d’Olonne. Game over?

http://www.vendeeglobe.org/fr/

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