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Vendee Globe: ma chi vincerà il giro del mondo? Bestaven perde il vantaggio, Dalin prossimo leader, bene Pedote

Cabo Frio, Brasile- Ma chi vincerà questo Vendee Globe? Dopo che Yannick Bestaven ha visto evaporare in tre giorni un vantaggio di ben 400 miglia, i candidati al successo finale sono a questo punto almeno una mezza dozzina e tra questi, almeno per la caccia al podio, c’è anche Giancarlo Pedote.

Charlie Dalin, i modelli danno il suo Apivia di nuovo in testa al Vendee al passaggio dall’Equatore

Alle 15 CET Maitre Coq IV di Bestaven aveva ormai solo 38,2 miglia di vantaggio su Apivia di Charlie Dalin e 101,1 su LinkedOut di Thomas Ruyant. E, cosa ancor peggiore per Bestaven, la sua posizione troppo occidentale sottocosta del Brasile e con andatura in bolina, sembra destinata a fargli perdere ancora miglia rispetto ai due inseguitori, che si sono invece sempre tenuti più a est navigando alle portanti per due giorni in più rispetto al leader.

Le posizioni alle 15 CET. Bestaven (in rosso a est) si trova in bolina e dovrebbe essere superato da Dalin e Ruyant già domani

I modelli a 24 ore danno Dalin già al comando e nell’Aliseo di Sud Est tra 48 ore, con possibilità di allungare. Bestaven potrebbe addirittura perdere il podio al passaggio dell’Equatore. Un errore, quello di portarsi molto vicino alle coste brasiliane per navigare in bolina, che Bestaven potrebbe pagar carissimo.
I software di navigazione stimano Apivia di Dalin in testa con buon margine all’Equatore.

Tramonto in Atlantico vista da Louis Burton

Subito dietro ci sono ormai anche Danien Seguin, quarto a 106 miglia, e il sempre più scatenato Louis Burton su Bureau Vallee 2, a 143 miglia e con medie spesso superiori agli Imoca vicini. E se fosse addirittura l’autore del clamoroso ocs alla partenza di due mesi fa a Les Sables d’Olonne a vincere il Vendee? Si accettano scommesse…
Burton ha detto questa mattina di essere al cento per cento in modalità regata e di essere molto soddisfatto del suo recupero dopo la sosta a Macquarie per riparare la randa.

La situazione barica e le posizioni alle 14 UTC di oggi. Bestaven avrà delle serie difficoltà a chiudere Dalin e Ruyant prima dell’arrivo dell’Aliseo di SE
Le posizioni stimate e la carta barica alle 7 UTC del 13 gennaio. Dalin e Ruyant davanti a Bestaven. Interessante la possibile posizione orientale di Pedote (barca bianca)

La situazione meteo appare assai complessa, con un muro d’alta pressione che anticipa gli Alisei di SE e l’Anticiclone di Sant’Elena e levante. A ben vedere, tutti e cinque i primi della flotta hanno la chance di vincere il Vendee Globe, fatto mai successo prima nella risalita dell’Atlantico dopo tre quarti di giro del mondo. Con 4.700 miglia ancora da percorrere l’incertezza è quindi totale.
Se da una parte il ritardo sul precedente VG vinto da Armel Le Cleac’h è ormai fisso a 8 giorni, dall’altra l’equilibrio tra le barche e l’incertezza sul vincitore appassionano.

In sede di bilancio andranno fatte valutazioni sull’affidabilità degli Imoca 60 foiler per una regata che si svolge per buona metà nel Southern Ocean. Fermo restando che alla fine potrebbero essere proprio un foiler di ultima generazione come Apivia o LinkedOut a prevalere, saranno inevitabili delle analisi su quali siano i foil da preferire e quando dovranno essere rinforzati gli Imoca per poterli sostenere. Si potrebbe tornare ai foil piccoli e di sollevamento parziale usati da Le Cleac’h quattro anni fa oppure puntare dritto sui full foil con barche più robuste per le condizioni del Grande Sud.
Come ha sostenuto anche Kevin Escoffier in una dichiarazione di oggi, “Il futuro della classe Imoca 60 per il Vendee Globe non potrà che essere foil, da vedere quali e come”.

Prysmian Group è tornato in ottava posizione a 299 miglia dal leader e davanti a Jean Le Cam di 15 miglia. La posizione più orientale scelta di Pedote potrebbe pagare buoni dividendi nelle prossime 72 ore.

“Navighiamo con un vento di Sud Est, circa tra i 160 e i 140, molto variabile in intensità.
Ci troviamo nella parte Nord Est dell’anticiclone, che stiamo per lasciare. Stiamo facendo capo quasi Nord, per approfittare dell’aria e allontanarci il più a Nord possibile. Ci troveremo in una transizione che dovrebbe terminare con un vento sostenuto e cercheremo di fare il meglio per passare.
In tutti i casi mi sembra che ci sia un effetto “elastico” nella flotta, e vedo che le distanze si stanno serrando…
Viviamo una regata molto intensa a poco più di 5000 miglia dalla fine. È molto appassionante e interessante e dobbiamo restare concentrati”.

Pedote nel video di “ringraziamento agli Albatros” di ieri:

Poco prima delle 18 CET di oggi pomeriggio Jeremie Beyou su Charal ha doppiato Capo Horn, in sedicesima posizione a 2.281 miglia dal leader. Charal è stata la barca più veloce di tutta la flotta tra il Capo di Buona Speranza e Capo Horn, conferma che l’avaria di inizio regata e quella successiva a Hugo Boss di Alex Thomson hanno tolto dalla regata i due più seri pretendenti alla vittoria finale.

Jeremie Beyou a Capo Horn

Peccato davvero per il ritiro di Isabelle Josckhe, che ha visto aggravarsi l’avaria al braccio che movimenta la canting Keel e ha dovuto mettere in sicurezza la barca. La skipper franco-tedesca era stata autrice di un’ottima regata e non ha nascosto la sua delusione per l’avaria che ne ha pregiudicato un piazzamento di altissimom livello.
La Josckhe è il settimo skipper a essersi ritirato sui 33 partiti.

La delusione sul volto della Josckhe

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