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Voglia di Mini Transat, la storia di Luca Sabiu

MilanoLa Transat 650, con i Mini, è una delle regate più coinvolgenti del panorama internazionale. Una sfida agonistica estrema per le barche di punta, per i super proto tutta-planata capaci di medie assurede per una barca di appena 650 centimetri, e al tempo stesso una sfida interiore con se stessi, in cui il lato romantico, “personale”, della traversata continua a manifestarsi in infinite storie diverse.

Vi proponiamo quella di Luca Sabiu, 41 anni, uno dei sei italiani (Ambrogio Beccaria, Andrea Fornaro, Emanuele Grassi, Andrea Pendibene, Matteo Rusticali, Luca Sabiu) che prenderanno parte all’edizione 2017, con partenza il 1 ottobre da La Rochelle, con prima tappa a Las Palmas de Gran Canaria e arrivo a le Marin (Martinica). Questa la sua personale “voglia di Transat”.

Luca Sabiu

Mi chiamo Luca Sabiu ho 41 anni, due figli, Marco e Margherita e una compagna, Cristina; navigo da quando ho 12 anni, anche se nella vita ho sempre fatto l’artigiano nel settore dei pavimenti in resina, costruendo in vent’anni una grande impresa di successo nell’hinterland milanese. Perché partecipare alla Mini Transat?

La Mini Transat è l’essenza del navigare in solitario, è navigare con se stessi. Il “ministra” è per lo più un sognatore, allo stesso tempo deve essere un grande marinaio, un “attrezzista”, anche un po’ velaio, deve saper fare una piomba e usare il composito senza difficoltà; fondamentalmente deve esser un uomo tuttofare, deve esser il medico di se stesso, deve saper fare un punto astronomico e mille altre cose, con la difficoltà di poter utilizzare solo quello che ha a bordo.

La barca è a misura di uomo e il percorso per arrivare a qualificarsi e partire è meravigliosamente formativo e chi naviga su un mini è facilmente riconoscibile a livello di formazione. Ho avuto tre barche nella mia vita: un koala 39 della Nordcantieri che mi ha insegnato a navigare; era una barca dura, vecchia ma brillante, precisa, con le manovre all’albero come una volta, con queste barche “porti sempre a casa la pelle”, è una crescita continua, l’ho amata moltissimo. Ora posseggo un delher 36, barca veloce e tecnica con vele di nuova generazione con la quale tengo corsi di formazione molto particolari per una delle più rinomate scuole di vela a Milano, Vivere La Vela.

Jolly Roger il mio mini, Pogo 2, si situa tra le due di cui ho appena raccontato. Nel 2009 il mio grande sogno si avvera: divento Comandante Navi da Diporto corso IMO, che per un ingegnere o un matematico può risultare semplice ma per chi nella vita, come me, passa le sue giornate in cantiere non è stato un facile obiettivo da raggiungere. Sono abituato a partire dal basso e a testa bassa, lavorando duro, raggiungere i miei obiettivi.
E’ cosi che ho costruito tutto quello che oggi ho e quello che sono.
Ma veniamo alla “mia mini”.

Qualificato e pronto a partire nel 2013, iscrizione già pagata e barca pronta ma il destino decide per me. Una situazione lavorativa molto difficile, unita alla crisi economica generale, mi hanno gettato nel dubbio: partire per la Mini Transat avrebbe voluto dire niente lavoro per tre mesi, e non solo per me, quanto soprattutto per i miei artigiani, per i loro figli e le loro famiglie. Ci penso per diversi giorni e poi prendo la decisione: rinuncio. Sto malissimo per la decisione presa, sono a terra. Il mio sogno è al capolinea.
È stata una delle più grandi rinunce della mia vita.

In quei maledetti giorni Andrea Iacopini, mio grande amico, si trovava in lista di attesa per partecipare alla Mini Transat e la mia decisione di uscire della lista ha consentito lui di accedere alla regata, questo ha consolato almeno in parte la mia mente, ma non ha consolato il mio cuore. Andrea durante la regata naufragherà nel mezzo dell’Atlantico…
E quindi questo sogno… ?

Sogno finito, barca venduta. Mi sentivo dire: “Luca non ce la farai mai, sei stato un illuso a pensare di potercela fare, questa è una cosa per ricchi e gente che ha tempo da dedicare”. Queste parole hanno fatto capolino nella mia mente per molto tempo, ed io, che ho sempre vinto le mie battaglie, questa volta avevo perso quello a cui tenevo tanto
partecipare alla Mini Transat.

Agosto 2016, rientravo da Cagliari a bordo di uno splendido Grand Soleil 46, il mare aiuta a pensare, ti porta a scoprire le tue paure, i tuoi dolori, le tue gioie, e ricomincio a pensare alla Mini Transat, e mi chiedo, ma perché non provare a noleggiare al nuovo armatore la mia barca Jolly Roger per una stagione, (una regola ufficiale della Mini Transat dice che skipper e barca devono essere sempre i medesimi) avevo risparmiato dei soldi negli anni, forse non abbastanza ma potevo provarci, il lavoro con meno problemi mi ha consentito di avere questo dubbio sul provarci di nuovo.
Di nuovo. Non dico nulla a nessuno, scrivo una mail a Annabelle Guru, responsabile della classe mini francese, chiedendo l’eventuale validità’ ad oggi delle mie miglia e della mia qualifica. Dopo pochi mesi arriva la risposta. Ho pianto, la risposta era chiara e semplice: “Ciao Luca le tue miglia sono valide ancora per l’edizione 2017″.

A questo punto manca solo la barca.
Eh facile da dire… ma invece per una volta le cose vanno meglio di quanto sperato, Massimo Ciccarelli, il nuovo armatore di Jolly Roger è una persona di parola, contrattiamo la cifra la barca è a mia disposizione dopo solo un mese. A questo punto, dicembre 2016, inizia il “delirio” dell’organizzazione. Però qualcosa non mi torna, qualcosa mi risulta strano, ci metto qualche settimana a capirlo poi diventa tutto molto chiaro.

Sono io che sono cambiato, non sono più il Luca di 4 anni fa, oggi è vero ancora con più miglia sulle spalle ma con un percorso personale diverso; il fine è cambiato. In alternativa alla Transat l’idea era quella di attraversare l’Atlantico con una barchina di 7/8 metri e regalarla ai Caraibi al ragazzino più simpatico che avessi incontrato. Oggi invece il fine è
diventato attraversare l’Oceano in solo.


Luglio 2017, la barca è pronta, io ho le idee chiare, il mio concetto di Transat di oggi è questo: una cambusa che mi faccia stare bene, il sestante per fare i punti nave, la canna da pesca, i libri e la musica. Ho acquistato vele usate per un sogno nuovo, voglio fare una mini da “navigatore” non da “regatante”. Sarò il primo minista a pescare alla traina… ma questo è il sogno, è sempre stato così e questa è per me una cosa meravigliosa, quando arrivi a stare così bene da non preoccuparti di quello che diranno le persone è un grande risultato personale: Io nella mia vita ho già vinto nel mio lavoro e nella e negli affetti, qui in oceano navigo per me, per Luca. So di esser un buon marinaio.
In questa bella storia di mare ha un risvolto doloroso: il 31 maggio 2016 perdo prematuramente Luca, un mio grande amico velista. Per un soffio Luca non ha assaporato la gioia di navigare in oceano e quindi io partirò per la Transat con la sua giacca da vela ” amico mio ci andiamo insieme in Oceano “.

La mia è una storia di mare, lontana dalle regate, una storia per chi ama navigare e realizzare i propri sogni…
Martinica … Voglio arrivare lì.
Luca Sabiu

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1 Comment

  1. Luca Arnuzzo
    July 20, 2017 @ 21:09

    Sei u grande. Buon Vento

    Reply

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