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Volvo Ocean Race: l’urlo del Southern Ocean

Southern Ocean- Come previsto la flotta della Volvo Ocean Race ha rapidamente raggiunto i 54° Sud e si trova a navigare sul limite imposto dagli organizzatori contro il rischio ghiacci. Alle 19 UTC di mercoledì Akzonobel era in testa con 2,5 miglia di vantaggio su Vestas, 6,2 su Dongfeng, 6,5 su Mapfre e 6,8 su Brunel. Leggermente più staccati Turn the Tide on Plastic e Scallywag, rispettivamente a 24,6 e 26,4 miglia.

Leg 7 from Auckland to Itajai, day 04 on board MAPFRE, rainbow during a fast sailing, Rob Greenhalgh stearing. 21 March, 2018.

Tutti i VO65 navigano a medie sui 22-23 nodi, con le percorrenze nelle 24 ore che hanno toccato il muro delle 500 miglia (500,2 miglia per Vestas), comunque lontane dalle percorrenze che erano capaci di coprire i Volvo 70.

“Siamo ancora molto vicini agli altri, abbiamo Dongfeng e MAPFRE che si avvicinano velocemente adesso, e riusciamo a vedere le luci di Brunel sopravento.” Ha spiegato il navigatore di AkzoNobel Jules Salter. “Facciamo tutti 22/23 nodi e siamo a pochi minuti di distanza gli uni dagli altri. Il vento e l’onda cambiano in continuazione e cerchiamo di trovare la migliore combinazione di vele. I ragazzi in coperta hanno un sacco di lavoro da fare.”

Leg 7 from Auckland to Itajai, day 4 on board AkzoNobel. 21 March, 2018. Chris Nicolson facing the blizzard.

La prossima sfida che attende i team ha la forma di una enorme e minacciosa depressione che si sta sviluppando a sud e che porterà con sé venti superiori ai 40 nodi. “C’è sicuramente più vento davanti.” Ha aggiunto Salter. “Dovremo cominciare a strambare e con queste condizioni non sarà affatto facile. Il peggio deve ancora arrivare.”

La strategia prevede per i prossimi giorni di strambare ripetutamente appena nord del limite ghiacci.

La tempesta che attende le sette barche è il primo pensiero anche per lo skipper di Dongfeng Race Team, Charles Caudrelier, che ora si trova in quinta piazza. “Saranno cinque giorni tosti per arrivare a Capo Horn. Cinque giorni in queste condizioni sono molto duri, vicino al limite dei ghiacci, nella zona più fredda, con tante manovre da fare, sarà davvero dura. Dovremo fare attenzione agli uomini e all’attrezzatura perché ci sarà mare molto formato, tanto vento e molte rotazioni. E’ questa la cosa peggiore perché le manovre con mare sono difficili. Ma non abbiamo scelta. Siamo nel Grande Sud.”

Oltre a vivere costantemente bagnati , con temperature basse dell’aria e dell’acqua, i velisti di team Brunel, fra cui l’italiano Alberto Bolzan, che attualmente si trovano in quarta posizione hanno avuto altri problemi di cui occuparsi. “Sembra che ci sia sempre qualche lavoro da fare.” Ha spiegato la velista e responsabile della barca Abby Ehler. “Abbiamo avuto un paio di rotture il primo giorno, si è strappato il J2 (una delle vele di prua) e il nostro AIS (Automatic Identification System, il sistema di identificazione automatico di cui sono dotate tutte le barche) non funziona, il che è un bel guaio perché non vediamo dove sono gli avversari. Stiamo lavorando per riparare tutto.”

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