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America’s Cup: a colazione con Max Sirena, così sarà la 37th AC (intervista video)

Vilanova i la Geltrù- “Qui si tratta di vincere la Coppa, questa a Vilanova è un’altra cosa”. A colazione alle otto e mezza del mattino con Max Sirena, lo skipper, nella base di Luna Rossa Prada Pirelli a Vilanova i la Geltrù, escono tanti retroscena sull’America’s Cup che già stiamo vivendo. Lo stile Prada è evidente anche negli spazi ristretti di questo evento preparatorio. Un’accogliente area ospitalità, caffè e cornetti offerti dalle efficienti media manager Sara Paesani e Bianca Ascenti, ma soprattutto un Max disponibile a parlare e a farlo con parole incisive e chiarificatrici.

L’intervista a Max Sirena:

Luna Rossa vive questo evento come un obbligo “contrattuale” nella preparazione alla vera America’s Cup. Mentre parliamo a Vilanova, il gruppo di lavoro del design team è a Cagliari per continuare lo sviluppo. Un altro è a Persico Marine, a Nembro, dove è in costruzione il futuro AC75. “Alla fine qui ci serve a poco, non serve a niente dato che ci sono dei sistemi completamente diversi, forse unicamente utile a testare l’equipaggio, vedere come i ragazzi reagiscono sotto stress ma, alla fine, qui l’obiettivo è vincere la Coppa, non vincere gli AC40.  Il tempo che abbiamo avuto sull’AC40 è stato davvero ridotto rispetto a quanto abbiamo speso sul nostro LEQ12. Si tratta in definitiva di una distrazione dai nostri programmi”.

La Coppa d’altra parte è questo. Chi la vince fa le regole ed è proprio per questo che in 172 anni di storia ha raggiunto quell’aura leggendaria che la rende un mito dello sport e della tecnologia. “Come Luna Rossa abbiamo avuto le nostre controversie con il defender ad Auckland, adesso quando andiamo in Arbitration Panel non sempre riceviamo le risposte che pensiamo, ma questa è la Coppa e va presa così. Chiaro che Emirates Team New Zealand si sia presa i suoi vantaggi, soprattutto in termini di tempo, che è come sempre la vera risorsa in Coppa. Vi sono stime che potremmo perdere, per le condizioni spesso marginali di Barcellona, fino al 40 per cento dei giorni d’allenamento. ETNZ avrà più tempo di tutti per modificare e aggiornare il suo AC75 in base a ciò che vedrà il prossimo settembre. Se dovessimo vincere un giorno la Coppa e quindi doverla organizzare, sarebbe un tema di discussione interno, sono convinto che il signor Bertelli vorrebbe un Protocollo più fair, più equo per tutti, ma queste considerazioni non ci distolgono dal nostro obiettivo finale. Noi siamo qui per la Coppa”.

Max Sirena durante la nostra chiacchierata alla base di LRPP

 

Una chiacchierata interessante, perchè non mancano riferimenti precisi, retroscena sul progetto, le controversie con l’ex alleato ETNZ, con Grant Dalton, “Non credete se vi dice che non hanno budget, questa volta ce l’hanno eccome, hanno saputo trattare bene con la Catalogna”, le scelte di design, i tempi e le strategie di sviluppo, “in cui il defender si è preso i suoi vantaggi”. La posizione del challenger of record, “storicamente spesso deboli”, le supposte difficoltà di Ben Ainslie, la Coppa dei giovani e delle donne, “Ci sarebbe piaciuto di più avere per obbligo di avere una donna e un Under 25 a bordo dell’AC75”, i tempi del varo (“non sappiamo ancora se lo faremo a Cagliari o Barcellona”), le dinamiche e le scelte dell’equipaggio (“La competizione interna è uno stimolo. Le farò io, non c’è ancora nulla di definitivo”).

La colazione con Max Sirena, insieme ai colleghi Gaia Piccardi del Corriere della Sera, Fabio Pozzo della Stampa e Antonio Vettese di The Boat Show, meritava. Il filo conduttore è sempre lo stesso. Questa è la Coppa e, come conclude Max, “Non mi sorprendo più di nulla”.

 

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