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America’s Cup: Artemis freddo sul Protocollo, valuteremo ma vorremmo barche veloci come i foiling cat

Roma– Artemis prende tempo (e anche un po’ le distanze) sulla 36th America’s Cup. Il team di Torbjorn Tornqvist ha emesso oggi un comunicato stampa in cui afferma di studiare il Protocollo e di valutarlo in modo da decidere o no di partecipare a questo ciclo di Coppa o attendere il prossimo.

35th America’s Cup Bermuda 2017 – Louis Vuitton America’s Cup Challenger Playoffs Finals, Day2

Il passo più importante sembra questo: “La considerazione più importante da parte del nostro team è il bisogno di un progetto che sia all’avanguardia e che porti a velocità che siano simili o superiori a quelle viste nell’ultima Coppa alle Bermuda. La barca e il formato delle regate devono essere visti come capaci di portare lo sport della vela in avanti ispirando i giovani e le future generazioni”.

Artemis specifica poi come altri aspetti importanti “includano i costi, che dovrebbero essere ragionevoli per assicurare il giusto numero di partecipanti, e le regole generali che dovrebbero garantire equità per tutti in modo da poter effettivamente competere”.
Il comunicato conclude con “IL nostro team si prenderà adesso il suo tempo per studiare attentamente il Protocollo e resteremo in attesa di ricevere maggiori informazioni sulla regola di classe in novembre”.

Sembra evidente che la preferenza di Artemis sarebbe stata per continuare sulla strada dei foiling cat ad ali rigide. La frase “veloci o più veloci degli AC50” infatti difficilmente sembra applicabile ai futuri AC75 che ETNZL e Luna Rossa stanno studiando. La frase sulla equità delle regole, invece, sembra curiosa se consideriamo i numerosi cambiamenti di regole all’interno del protocollo della 35th AC, in cui Artemis era schierato dal lato del defender Oracle Team USA.

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1 Comment

  1. Beppe Giannini
    October 10, 2017 @ 08:56

    C’è da dire che, a meno di non cambiare bandiera, Artemis sarebbe pesantemente impattata dai requisiti di residenza per l’eqipaggio non svedese – che di fatto sarebbe obbligato a passare l’inverno in loco nella notte artica per accumulare il numero di giorni richiesto

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