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America’s Cup: inseguendo Alinghi Red Bull Racing AC75, interviste a Silvio Arrivabene, Psarofaghis e Vila

Barcellona– Inseguendo Alinghi Red Bull Racing nelle (un po’ confuse) acque di Barcellona.

Oggi abbiamo seguito l’allenamento dell’AC75 (ex te Aihe di ETNZ) di Alinghi Red Bull Racing, primo monofoil a navigare nella sede della 37th America’s Cup.

Il ritorno di Alinghi in America’s Cup è una bella notizia per l’evento. Ernesto Bertarelli l’ha vinta due volte (Auckland 2003 e Valencia 2007), portando in un Paese senza mare, la Svizzera, il più antico trofeo sportivo del mondo. Alinghi, quindi, ne fa inesorabilmente parte. La sinergia con Red Bull ha portato poi un poderoso partner, abituale negli sport tecnologici, per un team Alinghi Red Bull Racing che si propone di raggiungere il livello (altissimo) del defender Emirates Team New Zealand, di Luna Rossa Prada Pirelli, INEOS Britannia e American Magic in soli due anni, quelli che appunto ci separano dalla 37esima edizione dell’America’s Cup, che, come noto, si disputerà qui a Barcellona nel settembre-ottobre 2024.

Alinghi Red Bull Racing with Arnaud Psarofaghis of Switzerland in Barcelona, Spain on October 11, 2022. // Samo Vidic / Red Bull Content Pool // SI202210120160 // Usage for editorial use only //

Il tempo, come ripete sempre chi conosce la Coppa, è la variabile decisiva, quella che non si può comprare. Bisogna, quindi, impiegarlo bene.
Alinghi Red Bull Racing sembra sempre lo stesso. Un team ampiamente internazionale e iperprofessionale, all’apparenza un po’ freddo ed elveticamente distaccato ma che invece ha nell’estrema professionalità di tutti i suoi componenti la sua forza.

Non sembrano trascorsi 12 anni da quella sfida un po’ stramba che nell’inverno del 2010 vide il catamarano di Alinghi misurarsi con il trimaranone di BMW Oracle. Come andò a finire è cosa nota. La parentesi oracliana e il tentativo di Russell Coutts e Larry Ellison di trasformare la Coppa in uno show stile Formula 1 durò poco e, nel 2017, i kiwi si ripreserò la Coppa delle 100 Ghinee per poi ideare questi fantasmagorici AC75. E, proprio con questi spettacolari ma anche complicatissimi monofoil Alinghi Red Bull Racing si deve misurare.

Ne abbiamo parlato con Silvio Arrivabene, professionista esemplare della grande vela internazionale e uno degli uomini di fiducia di Bertarelli, che in Alinghi Red Bull Racing è il capo delle operazioni.

La nostra intervista ad Arrivabene:

Per approfondire ciò che attende il team svizzero abbiamo sentito anche lo spagnolo Joan Vila, forse il navigatore più apprezzato dei circuiti internazioali che è passato in carriera dalla Coppa alla Volvo Ocean Race, al Jules Verne e alla Sydney-Hobart.
“Nonostante nella conduzione di un AC75 sia pressochè tutto automatizzato, il fattore umano a questo livello di America’s Cup resta fondamentale. Un equipaggio di fuoriclasse senza un disegno all’altezza non potrebbe vincere la Coppa, così come non potrebbe farlo uno mediocre anche se con un’ottima barca. I due aspetti devono andare insieme, così è sempre stato in Coppa, e possiamo sintetizzare che tutto serve a far prendere le decisioni giuste in un attimo ma il processo decisionale resta assolutamente umano”.

La nostra intervista (in spagnolo) a Juan Vila:

Il sailing team di Alinghi Red Bull Racing è giovane e interamente svizzero, per rispettare la nuova regola della nazionalità della 37th AC. Il timoniere, al momento, è Arnaud Psarofaghis, 34 anni. Nato sulle rive del Lago di Ginevra, già campione europeo dei foiling Moth e presente in tutte le campagne GC32, TF35 e D35 sui foiling cat cari al team Alinghi.
Vi sono, poi, i migliori svizzeri provenienti dalle classi olimpiche: il finnista Nils Theuninck, l’ex laserista Matia Buhler e il 470 franco svizzero Nicholas Charbonnier. A completare il sailing team vi sono poi gli specialisti dei foiling cat e i cyclor-grinder.

Gli italiani del team, oltre a Silvio Arrivabene, sono Pietro Sibello, reduce dalla campagna con Luna Rossa, Lodovica Gentili nel design team, il toscano Simone Busonero nello shore team.

Da quanto abbiamo visto ieri, inseguendo (e quasi mai raggiungendo…) Alinghi Red Bull Racing, la learning curve del team è un work-in-progress. Occorre tempo e, come confermato dallo stesso Arrivabene, al momento si tratta di prendere confidenza con un mezzo complesso come l’AC75. Il team riceverà l’AC40 in dicembre e lo userà per sviluppare il suo progetto. A differenza di Luna Rossa e INEOS non verrà realizzata la barca prototipo di 12 metri. Una scelta che si basa sulla necessità di navigare il più possibile sul 75.

Alinghi Red Bull Racing, come team neo arrivato ai monofoil, ha avuto infatti il diritto di navigare prima degli altri il suo AC75. La barca (il te Aihe ex ETNZ) è evidentemente di prima generazione. Virate e strambate in foiling, nelle acque non proprio piatte di Barcellona, sono per ora un in divenire, com’è ovvio, ma le ore si accumulano e il gap, nell’agenda del team, sarà colmato nei prossimi mesi.

Proprio le particolari condimeteo di Barcellona, una costa aperta ed esposta alle correnti di Nord Est che arrivano dal Golfo del Leone, con un’onda di ritorno che rimbalza dalle spiagge della Barceloneta, da quanto abbiamo visto complicheranno la conduzione e la progettazione, che sembra dovrà necessariamente passare da un’approfondito studio delle condizioni del mare per quelli che saranno i nuovi foil e carene 2.0. E ciò, ovviamente, per tutti i team.

Per capirci, eravamo su una delle barche hospitality di Alinghi Red Bull Racing e filavamo fino a 30-32 nodi. L’AC75 era una lepre sempre inagguantabile, tra una botta e l’altra nelle buche liquide create dal moto ondoso catalano. La sensazione visiva è che ARBR filasse 35-37 nodi nei momenti migliori, con un vento da NE sui 10-12 nodi. Come accennato, le virate e le strambate (ne abbiamo contata solo una ben riuscita) sono ancora nella job list del team, ma è normale che sia così visti i soli 15 giorni di navigazione a oggi. Abbiamo seguito il test per un paio d’ore, con boline fino oltre Badalona seguite da stop per cambiare qualche regolazione e alla via poi per volate di poppa con strambate ripetute. Il volo è sembrato ben basso, cosa buona, ma le condizioni del mare non erano affatto semplici.
Oggi, 18 ottobre, poco vento e il team non è uscito. Shore team al lavoro sulla barca ed equipaggio impeganto in ripetuti briefing e sedute in palestra.

Arnaud Psarofaghis

La nostra intervista (in inglese) al timoniere Arnaud Psarofaghis:

“Andiamo passo dopo passo”, ci dice il timoniere Arnaud Psarofaghis, “ma a volte dobbiamo anche saltarne alcuni perché il tempo che abbiamo per imparare a spingere queste barche eccezionali deve essere approfittato in ogni singolo secondo. Ancora non spingiamo l’AC75 come potrebbe ma ogni giorno che passiamo in acqua le sensazioni sono migliori. Siamo in piena learning curve ed essere qui, a questo livello e in un team così importante, è per me un sogno che si realizza”.

Alinghi Red Bull Racing al rientro alla base dopo l’allenamento

Un momento della seduta del team in palestra

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