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America’s Cup: è scontro tra RNZYS e TNZ sulla difesa della Coppa fuori dalla Nuova Zelanda?

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Auckland– Che sta succedendo ad Auckland? La prospettiva di un’America’s Cup fuori dalla Nuova Zelanda sta portando a un inedito nell’intera storia della Coppa: il club detentore, il Royal New Zealand Yacht Squadron, avrebbe una visione differente dal sailing team, ETNZ, che lo ha rappresentato nella difesa vincente alla 36th America’s Cup, conclusasi come noto con l’appassionante 7-3 contro Luna Rossa Prada Pirelli.

Il Royal New Zealand Yacht Squadron di Auckland. Foto RNZYS/TNZ

Una parte del RNZYS vorrebbe proseguire nella difesa dell’AC in Nuova Zelanda, mentre TNZ, con Grant Dalton in testa, vorrebbero una sfida nel giro di un anno a Portsmouth, in Inghilterra, contro INEOS Team UK di Sir Jim Ratcliffe e Sir Ben Ainslie. In alternativa, vi sarebbe la sede di Doha, nel Qatar. La Coppa si svolgerebbe quindi nel Solent, riportando la Coppa delle 100 Ghinee dove, nell’agosto 1851, nacque il più longevo Trofeo dello sport moderno.

Il Governo di Wellington ha reso noto che 100 milioni di dollari NZL sono a disposizione del team per la difesa, tra fondi diretti (una trentina di milioni di dollari kiwi) e soprattutto sostegni all’organizzazione. Dalton e una parte del team riterrebbero insufficiente tale somma per il sailing team e sarebbero propensi a sfruttare il momentum con una sfida diretta nel giro di un anno, prima di riprendere la normale cadenza e accettare sfide multiple. Va detto che, con una sfida all’estero, i margini di gestione economica del team sarebbero più vantaggiosi per chi ne fa parte.
Se Russell Coutts e compagni si vendettero al miglior offerente (Alinghi) nel 2003, questa volta TNZ sta provando a mettere sul mercato l’organizzazione stessa della Coppa, unico modo alternativo per riavere i fondi sufficienti alla difesa.

Ne ha parlato la TV neozelandese ieri, notizia ripresa anche da Tom Ehman nel suo Tuesday Show. Questa diversa visione starebbe ritardando quell’annuncio che i team internazionali interessati, in primis Luna Rossa Prada Pirelli, American Magic e Alinghi, attendono entro il 17 giugno, quando scadono i tre mesi che ETNZ si era preso con il Governo kiwi prima di dichiarare le sue intenzioni sulla 37th AC.

 

Peter Burling alza l’America’s Cup durante la cerimonia di premiazione. E’ la prima difesa dei kiwi dopo la riconquista della Coppa nel 2017. In precedenza la Nuova Zelanda aveva vinto la Coppa nel 1995 per poi difenderla nel 2000 con Luna Rossa (ma quella volta fu un 5-0) e perderla nel 2003 da Alinghi.

La querelle interna ai kiwi si sta spostando addirittura sull’interpretazione del Deed of Gift originario. Cosa già capitata in passato, ma mai da parte di rami di una stessa difesa.
Secondo l’interpretazione del Deed of Gift fatta dal RNZYS, infatti, la Coppa è di proprietà del “Club che ha lanciato la sfida (RNZYS) e non del sailing team (TNZ) che l’ha rappresentata nella sfida vincente o che la rappresenta”.
Alcuni membri del direttivo del RNZYS, si legge nelle colonne di 1News, “starebbero pensando a un’azione legale per bloccare lo scenario di una Coppa disputata fuori dalla Nuova Zelanda”.
Azione legale che sarebbe intrapresa in una corte neozelandese, e non alla Corte Suprema dello Stato di New York, organo competente e che in passato ha sempre risolto le controversie sorte tra i vari sfidanti, come quella celebre del 2008-2009 tra l’allora defender Alinghi e Oracle Team USA che portò alla sfida trimarano contro catamarano del 2010.

Al RNZYS danno ormai per scontato che Grant Dalton stia spingendo per una Coppa fuori dalla Nuova Zelanda. Secondo 1News, da parte del team TNZ è arrivato un no comment, salvo la dichiarazione che trattative sono ancora in corso con il Governo kiwi e lo stesso RNZYS.
Il termine per i negoziati scade, come detto, il 17 giugno.

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