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Il Capo Horn di Riccardo Tosetto al Global Solo Challenge

Capo Horn- Venerdì 8 febbraio attorno alle 19.30 italiane, Riccardo Tosetto ha doppiato Capo Horn, pochi giorni dopo il passaggio analogo di Andrea Mura nelo corso della Global Solo Challenge. 
A 102 giorni dalla partenza dal porto di La Coruna (Spagna) e dopo aver viaggiato per quasi 20.000 miglia attraverso tutti e tre gli oceani, il cittadellese Riccardo Tosetto ha potuto brindare a questo nuovo importante traguardo in compagnia solo della sua barca, Obportus, un class40 con cui sta attualmente duellando con il francese Francois Gouin per il quarto posto nella classifica generale. 
 
Riccardo, 36 anni, sta gareggiando nella Global Solo Challenge ed è il settimo skipper italiano di ogni tempo a superare Capo Horn dall’Europa navigando in solitaria, senza scalo e senza assistenza. 
 
Gli altri skipper entrati nella leggenda sono stati Pasquale De Gregorio, Simone Bianchetti, Alessandro Di Benedetto, Giancarlo Pedote, Andrea Mura e lo sfortunato Matteo Miceli che ha poi perso la sua chiglia più avanti e non ha terminato la circumnavigazione del globo. 
 
Nel caso un cui anche Tosetto completasse con successo il giro del mondo, diventerà quindi il sesto italiano nella storia a completare la circumnavigazione in solitaria senza sosta passando per i tre grandi capi (Capo di Buona Speranza in Sudafrica, Capo Leeuwin in Australia e appunto Capo Horn) .
 
Nei prossimi giorni il velista cittadellese navigherà attorno alle Isole Falkland puntando il più possibile a nord nell’Atlantico, dove almeno le temperature nel giro di una settimana dovrebbero iniziare ad essere più miti. In linea teorica, dovrà percorrere ancora 7.000 miglia prima del traguardo, anche se come sempre a influire sulla rotta, decisa assieme al routier Andrea Giorgetti, saranno i venti che troverà fino al 19 marzo, data presunta del suo arrivo a la Coruna. 
 
“Sono sensazioni molto intense, difficili da descrivere. – ha dichiarato Tosetto – Quando sei un velista, di questo posto senti parlare sempre con rispetto e timore, e a ragione perchè veramente qui il mare e il vento sono padroni che ti fanno sentire piccolo piccolo. Qualche ora prima del passaggio ero in alto mare e ho cambiato la rotta, avvicinandomi alla costa con una difficile bolina. Volevo proprio vederlo, questo remoto lembo di terra, mi sono detto. Quindi mi sono avvicinato il più possibile, tanto che sono stato contattato via radio dagli operatori del faro che mi hanno riconosciuto e salutato, sincerandosi che andasse tutto bene. Con Obportus ci portiamo a casa questo traguardo con orgoglio immenso. Voglio ringraziare la mia famiglia, la mia ragazza Valeria, i membri dello shore team, nostri sponsor e tutte le persone che mi hanno seguito e sostenuto quando non avevamo nemmeno la certezza di partire per questo grande viaggio. Certo, la Global Solo Challenge non finisce qui. Ci sono ancora tantissime miglia da percorrere fino a La Coruna e il Sud dell’Atlantico che non sarà tanto più clemente del Pacifico che ho appena lasciato. E poi i Doldrums e i Tropici,  sperando di arrivare alle costa della Spagna e del Portogallo senza trovare le stesse condizioni della partenza. L’obiettivo primario resta terminare la Global Solo Challenge, non ci piove. Ma questo mattoncino che abbiamo aggiunto al grande sogno, non è un mattoncino come gli altri. Diciamo che pesa un po’ di più.”

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