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SailGP: primo atto a Ben Ainslie, ma è vela o solo show?

Bermuda– Il primo atto del SailGP 2021 va quindi a Team GBR con Sir Ben Ainslie, che ha rimontato nella seconda giornata di regate ieri alle Bermuda. Secondo è Team AUS con Tom Slingsby e terzo Team FRA con Billy Besson.

Great Britain SailGP Team presented by INEOS, Australia SailGP Team and France SailGP Team compete in the final three way race on Race Day 2. Bermuda SailGP presented by Hamilton Princess, Event 1 Season 2 in Hamilton, Bermuda. 25 April 2021. Photo: Bob Martin for SailGP. Handout image supplied by SailGP

Si è molto parlato della collisione tra Team JPN di Nathan Outteridge su cui regata anche Francesco Bruni come flight controller, e Team USA di Jilly Spithill. L’incidente, dovuto a una virata troppo vicina di JPN su USA con diritto di rotta mure a dritta, ha portato al ritiro di entrambi gli F50 dalla quarta regata e da quelle successive. Team NZL con Peter Burling ha concluso al quinto posto.

L’incrocio visto da bordo di Team JPN (courtesy Sail-World):

Gli hi-lights di day 2:

 

Ma questo SailGP piace o no?

Più che una regata velica sembra un flipper, con gli F50 che rimbalzano da una parte all’altra del campo di regata. La partenza al lasco (ma quanto è più bella e tecnica quella in bolina dell’America’s Cup e del match race classico), la continua ricerca del sensazionale con velocità, l’incidente che non è solo un caso eccezionale ma diventa quasi ricercato, l’eventuale scuffia (qualcuno la chiama “cappottamento”) come momento clou, le urla del telecronista. Categorie tipiche del prodotto formula 1, che Russell Coutts sta cercando di traslare alla vela per confenzionare un format che si propone di conquistare il grande pubblico.

La velocità, del vento e delle barche, espressa in km/h e non in nodi. Un’eresia per chiunque vada per mare. Lo si fa per il grande pubblico, dicono gli ideatori… ma forse sarebbe più semplice spiegare che in mare si usano i nodi, perché un nodo equivale a un miglio nautico all’ora, ovvero 1852 metri, che a sua volta rappresenta la lunghezza di un primo di grado di meridiano terrestre. Un’unità di misura fondamentale per la navigazione. Latitudine e longitudine. Posizionamento del globo acqueo e conseguente velocità di spostamento.

Solo che il SailGP vuole essere Stadium Race e della navigazione se ne infischia. Preferisce uno show mediatico, con barche tutte uguali che rimbalzano da un lato all’altro in infinite virate e strambate. wow, 80 km/h. 44 nodi sarebbe meglio dire, visto che in molti ci cascano e sui social si leggono post esaltati di persone che pensano istintivamente che 80 siano nodi e non km/h, che sull’acqua non hanno alcun senso. Oppure semplicemente 80 è più grande di 44 e si vuol dare la sensazione che gli F50 siano le barche più veloci in circolazione. Non è così.

Gli F50 sono più lenti degli AC75 dell’America’s Cup. Manovrano peggio e hanno un solo grande valore aggiunto: i velisti che vi navigano sopra, che sono i migliori al mondo, ovvero in gran parte provenienti dal meglio delle classi olimpiche. Per il resto, sembra uno spettacolo fine a se stesso. Manca la progettazione tipica dell’America’s Cup. La presenza di vere squadre nazionali, sostituiti da ottimi velisti professionisti internazionali che vengono ingaggiati dai vari team. Li vedremo a Taranto, la tappa italiana in programma il 5-6 giugno prossimi.

Il timoniere diventa “driver”. I nodi sono km/h. Invece di portare la bellezza della vela al grande pubblico si è pensato che possa funzionare portare la Formula 1 sul mare. Anche no, dai. La bellezza del gesto velico, delle manovre e del contatto con gli elementi, viene occultata da questa spasmodica ricerca della velocità, sempre più fine a se stessa.

Il SailGP sfrutta evidentemente l’onda lunga del successo dell’ultima America’s Cup ma non lo è e mai lo sarà. Quasi un Insider trading… Un po’ come la Super League che vorrebbe sostituire la Champions League nel calcio. Una formula, questa del SailGP, che funziona e piace se viene letta per ciò che è, ovvero uno show Stadium Race, in cui conta andar veloci e fare qualche incrocio ravvicinato. Un buono spettacolo per un paio d’ore sul web, ma la vela è un’altra cosa.

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4 Comments

  1. Duccio
    April 27, 2021 @ 07:44

    E allora? Se cambiano i termini x lo show che male c’è? I velisti sono intelligenti e capiscono la differenza tra kn e km. Non facciamo troppo i talebani

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  2. Francesco
    April 29, 2021 @ 10:01

    Sono abbastanza d’accordo con l’articolo, i km/h in uno show del genere non hanno minimamente senso e sono messi lì perchè sono numeri più grandi.
    Lo show lo fanno gli equipaggi che sono a bordo, io lo seguo perchè è sempre un’occasione per vedere la vela in tv. Mi piacerebbe se ci fosse l’occasione anche di vedere le gare dei GC32 in tv.

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  3. Nuvola
    May 4, 2021 @ 19:36

    Caro Michele,
    perché fossilizzarsi su alcuni parametri invece che sulla qualità delle regate?
    Le gare in auto negli USA hanno protagonisti famosissimi – da loro – e si misurano in miglia e mph, ma non per questo chi le guarda da questa parte dell’oceano si confonde tra Km e miglia (statuarie, eh). Al limite si annoia, perché abituato ad altro.
    E confesso che dopo la fase iniziale queste regata non le ho più seguite perché le trovavo noiose, quasi senza senso, come una corsa in un ovale delle Nascar. Non tanto per la velocità. Quanto per la mancanza della regata in se.
    E perchè continuare a pontificare su cosa sia la Vera Vela e cosa no, ovviamente a propria discrezione?
    Sono barche, vanno sull’acqua, hanno una (bellissima) vela: è vera vela anche questa, mica sono traghetti della Tirrenia in corsa tra Civitavecchia e Olbia
    “La bellezza del gesto velico, delle manovre e del contatto con gli elementi” interessa i velisti over 60, che già normalmente rifuggono i catamarani volanti come istrumento de lo demonio e tirano fuori il crocifisso della cresima anche solo se li vedono in tv, che apprezzano il gesto velico perché, come la volpe, a quello fisico non ci arrivano più.
    Caro Michele, prova a ricordarti di com’eri quando eri giovane.
    Se hai iniziato dalle derive, ti ricorderai l’emozione della prima planata, lo stare al trapezio, come ti sembrava di andare veloce in un lascone.
    A me, non so a te, non interessava la bellezza del gesto atletico, ma che quella di cui avevo lo stick in mano fosse più veloce e più divertente delle altre barche. Al contatto con gli elementi ci pensavano le onde gelide e le scuffie, e non sempre era apprezzato
    Per questo credo che i giovani apprezzino comunque di più queste regate alle sportellate dei confusionari Melges, ai tecnicismi dei TP52, alla noia totale di una poppa di un match race.
    Così come preferiscono il WASZP al Laser o al Finn
    Ecco, i giovani non credo siano cambiati, noi invece si

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    • Michele Tognozzi
      May 5, 2021 @ 10:32

      Ciao Nuvola,
      ti posso assicurare che molti spettatori sono stati ingannati dai numeri e pensavano che gli F50 facessero 80 nodi. Persino alcuni velisti distratti sono caduti nel tranello.
      La questione dell’unità di misura è fondamentale. Scusa se insistiamo.
      In mare si usano i nodi (un miglio nautico all’ora) per una ragione ben precisa, già spiegata nell’articolo e che ha a che fare con la navigazione.
      Mph o Kmh sono entrambe misure terrestri convenzionali, legate al sistema in uso rispettivamente nel mondo anglosassone o in quello europeo.

      Non vedo dove sia il problema nel dire che un F50 fa 45 nodi, quando in mare si usano i nodi.
      IL Sail GP è avvincente per il livello dei velisti coinvolti e per la qualità delle riprese, non per la effimera velocità. Se si riprendesse una regata di Laser o Finn con gli stessi mezzi sarebbe altrettanto spettacolare… Pensiamo solo a una partenza o a un giro di boa affollato…

      Per la velocità e i giovani ti diamo ragione. E’ vero che un waszp o un Moth attirano i ragazzi, ma poi quelli stessi ragazzi li ritrovi in stragrande maggioranza sui Laser, i 420 e le sotile classi, di facile accesso, relativamente economiche e pratiche. O no?

      Un saluto

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