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Si perdono per cinque mesi nel Pacifico, ritrovate dalla Marina Americana

Guam– In mare capita di tutto… ma la storia delle due allegre amiche americane che dalle Hawaii volevano raggiungere Tahiti e si perdono per cinque mesi nel Pacifico, fino a che non sono state rintracciate e recuperate mercoledì scorso dalla Marina americana di stanza a Guam, è proprio singolare. Jennifer Appel e Tasha Fuiaba, entrambe di Honolulu, con i loro due cani erano salpate con il loro sloop lo scorso maggio dalle Hawaii per far rotta su Tahiti.

Il recupero delle due navigatrici americane

Secondo quanto hanno raccontato, il loro motore è andato in avaria poco dopo la partenza e le due hanno deciso di proseguire solo a vela… solo che hanno avuto qualche problema di navigazione, mancando clamorosamente la Polinesia francese e finendo in una zona del Pacifico occidentale, circa 800 miglia a sud est del Giappone, a nord delle Isole Marianne e di Guam. Le due hanno provato a lanciare richieste di aiuto via radio ma il loro apparato non aveva portata sufficiente o non era consono al tipo di navigazione oceanica che le due avevano in mente.

Ed è in quella zona che il 24 ottobre sono state avvistate da un peschereccio di Taiwan che ha avvertito le autorità militari americane a Guam, che hanno organizzato una spedizione con la USS Ashland, che le ha rintracciate mercoledì 25 ottobre. Le due signore e i loro cani (dotati di regolare salvagente) sono apparse in ottima forma e hanno raccontato di essersela cavata per cinque mesi in oceano grazie alle abbondanti provviste (soprattutto pasta e riso) che avevano a bordo e al desalinizzatore… La barca tra l’altro appare velisticamente in buono stato, tanto che le amiche hanno dichiarato che speravano ancora di poter raggiungere Tahiti, ed evidentemente le due avevano anche un gruppo elettrogeno per poter usare il desalinizzatore e mantenere energia a bordo.

Insomma, una ripassatina ai principi della navigazione le due amiche dovrebbero darla… considerando di quanto hanno mancato Tahiti.

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1 Comment

  1. Fabio Raffi
    October 28, 2017 @ 08:24

    Dalle poche informazioni lette, mi sembra più un modo per farsi pubblicità… È credibile che abbiano rotto il motore, ma per navigazioni in oceano non è determinante il motore, si usa raramente e solo quando non c’è vento. In ogni caso è impensabile che non avessero un qualsiasi GPS per seguire una rotta, oramai è anche sui telefoni e non ci credo che non avessero nessuno strumento del genere, in che direzione andavano quando funzionava il motore? Se poi sono partiti senza strumenti dovrebbero essere salvati ma poi denunciati per procurato allarme , non credete?

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