Isole Kerguelen- Arrivano da Charlie Dalin, leader del Vendee Globe su Apivia, le immagini più dure e spettacolari viste sin’ora al giro del mondo. Il video inviato questa mattina da Dalin rende bene l’idea delle condizioni del Southern Ocean al passaggio del fronte che nelle ultime 48 ore ha tenuto quasi tutta la flotta in modalità sicurezza allo scopo di preservare i materiali.
Dalin, che alle 12 CET aveva 259 miglia di vantaggio su LinkedOut di Thomas Ruyant (che ha preferito navigare addirittura a 37° Sud), è stato finalmente superato dal fronte del sistema meteo e può navigare adesso dietro al fronte stesso, in condizioni più umane.
Le immagini sono significative e mostrano come Apivia navighi copn sola randa con tre mani di terzaroli in 40-45 nodi di vento e raffiche fino a 55. “La peggior burrasca che ho visto dall’inizio del Vendee Globe… è come andare alla guerra”, ha commentato Dalin. Apivia avrà ora condizioni più gestibili e potrà riprendere a utilizzare i foil, che durante il passaggio del fronte sono stati retratti il più possibile all’interno dello scafo.
Molto più a sud dei colleghi, Louis Burton continua nel suo approccio iperagonistico e determinato che lo sta rivelando come lo skipper più aggressivo dell’intera flotta. Burton ha risolto i nuovi problemi al pilota automatico e ad alcune attrezzature che lo avevano rallentato ieri e si trova a navigare sui 45° Sud, ben 350 miglia più a sud di Dalin che si trova ai 39° 40′ Sud.
Bureu Vallee 2 sta recuperando miglia, grazie anche alla rotta più breve per il prossimo waypoint della Zona di Esclusione a sud di Capo Leeuwin (punta sud occidentale dell’Australia) e al suo approccio sportivo in stile Thomson. Burton è di nuovo terzo a 296 miglia, con la miglior percorrenza nelle ultime 24 ore (394 miglia).
Le prossime 72/96 ore, però, non saranno semplici, visto che il fronte finirà per spingersi a sud della Zona di Esclusione e una vasta Alta Pressione, preceduta da una dorsale con venti instabili si trova sulla rotta della flotta per il Mar di Tasmania.
Quarto è Yannick Bestaven su Maitre Coq IV a 318 miglia. Jean Le Cam ha scelto un approccio molto conservativo e ha navigato sui 39° Sud per preservare il suo Yes We Cam. Le Cam, in attesa di ricxevere la quantificazione del suo abbuono per il recupero di Escoffier, è sceso all’ottavo posto a 466 miglia da Dalin.
Un dato interessante viene dal raffronto tra questa e la scorsa edizione del Vendee Globe. Al 32esimo giorno di regata, il vincitore della scorsa edizione Armel Le Cleac’h si trovava già a sud della Tasmania. Il raffronto porta a sei giorni di vantaggio rispetto all’attuale edizione.
Ovviamente il confronto dipende da molti fattori. Se in questo 2020 il passaggio dalle calme equatoriali è stato praticamente indolore, la discesa nel Sud Atlantico si è rivelata complessa. Così come la presenza di due profonde depressioni nell’Indiano.
Da notare poi la difficiltà a gestire gli Imoca 60 foil di ultima generazione nelle condizioni estreme come nelle ultime 48 ore, che hanno fatto diminuire le percorrenze medie nelle 24 ore.
Anche Giancarlo Pedote, che è alla sua prima esperienza nel sud Indiano, ha scelto un approccio prudente e ha navigato con prudenza sui 39° lontano dal centro della depressione. Prysmian Group è tornato in decima posizione, a 651 miglia, una settantina di miglia dietro alla sua rivale dell’ultima settimana Isabelle Joschke, tornata nona a 582 miglia.
Così Pedote questa mattina: “Qui le giornate si assomigliano un po’ tutte… siamo molto sollecitati, lo stato del mare è difficile da sopportare, abbiamo tra 4 e 5 metri di onda, il mare è incrociato… la barca va veloce e spesso si pianta nelle onde. Bisogna sempre cercare la giusta rotta tra di esse per far soffrire il meno possibile la barca.
Il vento è sempre estremamente mutevole, pieno di raffiche improvvise, e passiamo molto tempo ad aumentare e diminuire la superficie velica, a fare e rifare scelte, regolazioni, perché le condizioni cambiano in continuazione… Trovare la giusta configurazione delle vele è difficile.
Questo credo sarà lo scenario fino alla fine della settimana.
Se la meteo resta così, nel weekend dovremo avere leggermente meno vento, e lo spero, perché credo che tutti abbiamo bisogno di recuperare, di respirare, di avere il tempo per fare i giusti controlli sulla barca. Nella situazione attuale, in questa lavatrice, tutto è difficile: fare i normali lavoretti di manutenzione, fare delle verifiche, riposare…
Bisogna stringere i denti. Non è semplice, ma non abbiamo scelta. È necessario accettare la situazione. La strada è ancora lunga… Siamo solo al 69° Est!”.
Ieri Pedote aveva commentato così il suo approccio marinaresco e prudente:
“Ho scelto di rimanere un po’ più a nord rispetto ai miei diretti concorrenti per preservare l’equipaggiamento. Non nascondo il fatto che al momento sto navigando in modo abbastanza conservativo perché nell’Indiano, le barche rischiano di poter subire forti sollecitazioni. A mio avviso, è bene limitare gli shock contro le onde. Quando le condizioni del mare saranno più gestibili, tirerò fuori le armi a mia disposizione, ma visto il tratto di oceano che stiamo percorrendo, non è il momento di rischiare”
“Sto scoprendo molte cose. Non avevo mai navigato nei mari del Sud prima e le persone che me ne avevano parlato lo avevano fatto di sfuggita. Probabilmente perché è indescrivibile”
“Le onde sono molto alte e il loro ciclo è piuttosto breve. Quando vai a prua, fa impressione, ma è dovuto anche al fatto che l’aria è fredda, il cielo è grigio … Ti senti in un luogo inesplorato. Lo domini poco a poco, un po’ come quando attraversi per la prima volta il Golfo di Biscaglia. Più passa il tempo, meglio sappiamo governare la barca, gestire la sua andatura rispetto a queste particolari condizioni meteo … Rimango paziente e calmo, ben consapevole che la regata è lunga e che per finirla bisogna subire i minori danni possibili”.