Isole Crozet- Sono ore di grande apprensione per la flotta del Vendée Globe e per la direzione della regata: Kito de Pavant è in seria difficoltà e si sta preparando ad abbandonare la barca.
Bastide Otio ha infatti urtato un oggetto non identificato che ha quasi strappato via la chiglia provocando una via d’acqua pericolosa e importante a bordo. Kito ha cercato di normalizzare la situazione e stabilizzare il suo IMOCA in attesa dei soccorsi. La nave Marion Dufresne sta convergendo sulla zona ma la situazione non è agevole: Kito de Pavant è nel nulla dell’Oceano Indiano, circa 150 miglia a nordovest delle remote Isole Crozet, in un tratto di mare interessato da una forte depressione con onde fino ai 6 metri e vento oltre i 40 nodi.
Lo skipper ha preparato l’attrezzatura di sopravvivenza ed è pronto a qualsiasi eventualità nell’attesa che la nave lo raggiunga. Il concorrente più vicno a Bastide Otio è Louis Burotn, a circa 580 miglia ad ovest. Kito de Pavant al momento dell’incidente si trovava in tredicsima posizione.
“Ho urtato qualcosa di molto duro con la chiglia. L’impatto è stato brutale, la barca si è fermata di netto. La chiglia si tiene a stento attacata alla barca e lo scafo è danneggiato. C’è una grossa via d’acqua che sono riuscito a limitare nel compartimento del motore. Attualmente ci sono 40 nodi e onde di 5-6 metri. La barca è ferma, ho ammainato la randa, per il momento la situazione è stabile. Il materiale di sopravvivenza è accanto a me, occorrerà che mi vengano a recuperare”, ha dichiarato Kito al contatto con la direzione di regata.
Non è la sola avaria delle ultime 48 ore: l’albero di Shiraishi si è rotto in due pezzi, Sebastien Josse naviga a velocità ridotta con 40-50 nodi con il foil di dritta a pezzi a seguito dell’impatto con un’onda, Roman Attanasio si sta dirigendo a Città del Capo dopo avere urtato un oggetto che ha seriamente danneggiato i timoni. Infine Conrad Colman prosegue la sua regata dopo avere domato un principio di incendio a bordo per problemi all’impianto elettrico.
Se dietro succede di tutto, Armel Le Cleac’h e Alex Thomson, pur in condizioni non agevoli, vivono una regata a parte. Il francese mantiene poco meno di 100 miglia di vantaggio sul britannico, l’Oceano Pacifico è appena iniziato.
Nostro commento
Si chiamano UFO, OFNI in francese, ovvero Unidentified Floating Objects, oggetti galleggianti non identificati. C’è un po’ di tutto e sono duri, tremendamente pericolosi per delle barche in navigazione, tanto che gli UFO stanno diventando un serio problema per i navigatori e regatanti oceanici. In questo Vendee Globe hanno già causato i ritiri di Vincent Riou e Morgan Lagriviere, oltre che i noti problemi al foil di dritta su Hugo Boss.
Container persi dai cargo, boe alla deriva, semplici tronchi d’albero, contenitori di plastica, bidoni. Specialmente pericolosi sarebbero i container frigo, semi stagni, che impiegano molto tempo ad affandonare. Vi sono poi gli UFO biologici, ovvero balene, orche o anche pesci luna, che si trovano, poveri loro, sulla rotta di un Imoca lanciato a oltre 15 nodi di velocità. L’aumento delle velocità medie nei racer oceanici comporta anche un enorme aumento dei rischi seguiti a questi urti. I tempi di reazione, ammesso che il navigatore solitario veda l’ostacolo, sono ridottissimi, per non parlare dell’impossibilità di qualsiasi difesa di notte. Inefficaci i sistemi radar, che non pososno vedere oggetti sotto il pelo dell’acqua. I crash box a prua, ideati proprio per proteggere dagli urti accidentali, servono ma non ci sono difese se l’urto avviene alle appendici… timoni o, come nel caso di de Pavant, chiglie sono i più esposti. Gli oceani sono sempre più della pattumiere, converrebbe rifletterci seriamente. (MT)