Praia, Capo Verde- Il più incredibile dei finali possibili di questo Vendée Globe si sta delineando: tra 7 giorni, o realisticamente poco più, l’arrivo a Les Sables d’Olonne potrebbe essere al fotofinish. Al rilevamento delle 18CET il vantaggio di Armel Le Cleac’h su Alex Thomson è di appena 86,5 miglia.
L’incertezza delle condizioni meteo che sembra caratterizzare il nord Atlantico rende queste ultime 2700 miglia quanto mai appassionanti. Un match che sembrava praticamente chiuso nell’Oceano Pacifico si è riaperto più e più volte, tenendo col fiato sospeso la comunità velica internazionale.
Il commento di Le Cleac’h al ritorno nell’emisfero nord
Armel Le Cleac’h è ormai uscito dai doldrums e maledirà la zona di interconvergenza tropicale che gli ha di fatto dissipato il tesoretto di miglia di vantaggio. Ne è ormai fuori anche Alex Thomson anche se ancora in un Aliseo meno deciso. Basta osservare le rotte sul tracking dei due IMOCA per capire quanto l’ultima parte dei doldrums sia stata complessa per Banque Populaire, con oscillazioni di vento notevoli, mentre Hugo Boss poco più indietro ha goduto di un vento si leggero ma costante come direzione.
Il racconto delle condizioni dei doldrums di Thomson
Alex Thomson non ha sotterrato l’ascia di guerra, anzi è tornato a brandirla minaccioso nelle ultime 48 ore. La buona notizia per Le Cleac’h è che l’Aliseo di nordest si sta gradualmente ricostruendo e nelle prossime 48 ore soffierà abbastanza stabile anche all’altezza dell’Arcipelago di Capo Verde. Per il leader sarebbe la fine di un supplizio che praticamente va avanti da Capo Horn. Lui e Thomson torneranno infatti ad avere condizioni meteo molto simili e così sarà per almeno 3 giorni ma ciò non significa che Le Cleac’h sia al riparo da ulteriori attacchi di Thomson.
Da un punto di vista strategico l’ago della bilancia pende a favore del francese: per almeno 3 giorni le opzioni tattiche non saranno molte e il fatto che tra i due non ci sia separazione laterale va tutto a favore di Le Cleac’h che si trova in una posizione di controllo. Un margine inferiore alle 90 miglia non è più una sicurezza dato che entrambi navigheranno sempre mure a dritta e Hugo Boss potrà così sfruttare il foil sano che in condizioni di vento medio (intorno ai 20-25 nodi) come quelle dei prossimi giorni potrebbe fare la differenza.
L’anticiclone delle Azzorre è tornato in posizione e al momento l’opzione di rotta migliore sembrerebbe quella di aggirarlo da est, quindi bordeggiando di bolina lungo le coste del Portogallo. In termini strategici significa che se Le Cleac’h restasse davanti fino alle Azzorre non dovrebbe avere poi problemi nella marcatura di bolina, andatura nella quale Banque Populaire è leggermente favorita. A questo punto l’attraversamento della Biscaglia, con un più che probabile mure a sinistra, sarebbe quasi una formalità per il francese.
Le Cleac’h si trova però nella situazione di non potere più gestire nulla: non ha margine per preservare la barca, nei prossimi tre giorni deve spingere duramente se vuole tenere alle sue spalle l’indemoniato britannico. Il francese non potrà fare più il gioco che preferisce, ovvero controllare e gestire con scelte tattiche misurate e razionali. Anche un cambio di vela può rivelarsi disastroso se per il minimo inconveniente tecnico Le Cleac’h dovesse trovarsi costretto ad abbassare i ritmi. In definitiva se vuole vincere questo Vendée Globe, Armel dovrà stringere i denti, pigiare a fondo l’acceleratore di Banque Populaire e sperare che tutto a bordo funzioni per il meglio senza rotture tecniche.
Molto più semplice a questo punto il compito di Thomson che sarà costretto a comportarsi nel modo a lui più congeniale: spingere, spingere e spingere, senza pensieri, attaccando ogni minima opzione tattica che dovesse presentarsi. Sul podio del Vendée Globe l’inglese è già salito (terzo nel 2013) e a questo punto non ha niente da perdere considerato che il sapore di una vittoria è ben diverso da quello di un secondo posto.
Prosegue la risalita verso l’equatore di Jérémie Beyou saldamente in terza posizione, mentre Jean Pierre Dick alla fine ha dimostrato di avere ragione con la sua opzione ovest nel sud Atlantico e si è messo alle spalle Yann Elies e Jean Le Cam.
L’ultimo skipper a doppiare Capo Horn è stato Nandor Fa su Spirit of Hungary in ottava posizione, il prossimo sarà uno tra Eric Bellion e Conrad Collman.