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World Sailing cancella il Finn e buona parte della storia olimpica. Il nonsense della Mixed Offshore Keelboat

Sarasota, Usa- Paul Elvstrom, Valentin Mankin, Jochen Schuemann, Russell Coutts, Ben Ainslie, Giles Scott, solo per citarne alcuni. Con una delle piu’ autolesionistiche decisioni della sua storia, pari forse solo all’esclusione della Star nel 2013, World Sailing cancella in un colpo solo il piu’ leggendario albo d’oro della vela olimpica, quello della classe Finn. Forse il non velista CEO Andy Hunt non sapra’ chi sono i nomi nell’elenco, ne’ gli interessera’ visto che il board di quella che era la federvela mondiale e’ ormai diventato un comitato d’affari che sta rapidamente distruggendo un patrimonio di credibilita’ e di praticanti. A migliaia di velisti, invece, quei nomi dicono molto e rappresentano l’essenza stessa dello sport velico.

Finn a Rio 2016. Quella di Tokyo 2020 al momento sara’ l’ultima Olimiade a cui prendera’ parte il Finn. Foto Deaves

Con il voto dell’Assemblea Generale di World Sailing oggi a Sarasota, che con 43 voti a 17 con 4 astenuti ha confermato le scelte del Council d’inserire una “Mixed Offshore Keelboat” a Parigi 2024 al posto del Finn, diventa quindi definitiva una scelta destinata a sollevare molte polemiche nei prossimi mesi. Nel frattempo l’indagine dell’Anti-Trust della Commisione Europea contro World Sailing ed altre azioni annunciate dalla International Finn Association potrebbero ancora rimandare la soluzione definitiva di questa sconcertante vicenda.

Quella della Mixed Keelboat Offshore si annuncia come una delle medaglie piu’ prive di significato e inutili della storia olimpica. Una regata di 48 ore d’altura, con mille variabili che possono influenzare il risultato al di la’ dei meriti dell’equipaggio. Compresa magari una bella bonaccia, che tiene le barche ferme davanti a Marsiglia, con un refolo casuale che premia questo o quell’altro equipaggio… Il tutto su una barca costosissima, si parla di 90.000 euro per l’L30, il monotipo che alcuni rumor vorrebbero come oggetto della manovra di Hunt e soci, destinato unicamente a poche Nazioni, alla faccia dell’accessibilita’ e dell’universalita’ dello sport olimpico. Una medaglia pensata a uso esclusivo dei francesi, che metteranno un Cammas o altri personaggi della loro course au large, e di pochi altri Paesi ricchi. Gran Bretagna, USA, Olanda, la Danimarca del presidente Kim Andersen e pochi altri. Per un evento che non esiste, con incognite sul quadriennio e le regate di selezione. 49 Paesi affiliati a World Sailing non hanno sbocco al mare e sarebbero addirittura impossibilitati ad allenarsi a costi accessibili. E poi. Chi fornisce le barche? Chi le costruira’ (se fosse un monocantiere si ricadrebbe nella violazione delle norme anti-trust, come spiegato dall’avvocato La Scala in un nostro precedente articolo)? Chi potra’ usarle, e quindi metterle a punto piu’ degli altri? Come e con quali barcxh si svolgerebbero le selezioni e quelle barche sarebbero davvero tutte uguali? Chiunque faccia vela, e quindi non il CEO Andy Hunt, sa che non sara’ mai cosi’.

Il presidente di WS Kim Andersen durante l’AGM di oggi

Problemi di sicurezza, di reperibilita’ di fondi, di gestione della logistica, che non fara’ che alimentare quell’ìmmagine di vela-sport-per-ricchi che la vela olimpica invece aveva reso umana. Alla portata di tutti. O almeno di chi per anni avesse avuto la volonta’ e il talento per allenarsi, migliorare e scalare la ripidissima piramide olimpica, cosa che il Finn e le altri classi olimpiche garantivano e che una keelboat cosi’ intesa non garantira’ mai, riservando la medaglia solo a chi avra’ speso piu’ denari. Magari un riccone sessantenne con tanto di pancetta.

Il tweet del CEO Andy Hunt

La gestione del potere nell’attuale World Sailing si trasforma in mero interesse gestionale (proprio). Una federazione che, nata per gestire la vela e i bisogni dei velisti, si e’ ormai trasformata nella difesa degli interessi di pochissime persone, i membri del direttivo, poche classi e pochissimi velisti. La distruzione della filiera velica, con classi che non hanno alcuna base promosse a discipline olimpiche. Prendiamo il kiteboard misto, nelle ranking mondiali ci sono poche dozzine di donne che lo praticano, e in piu’ al novanta per cento delle migliaia di kiter sparsi nel mondo di regatare non importa assolutamente nulla visto che a loro piace scivolare sull’acqua in totale liberta’. L’idea assurda dell’eSailing, che invece di portare persone a far vela su una barca in mare o su un lago, le blocca davanti a un tablet con le sole dita che si muovono e il corpo che pian piano si spegne. Volete mettere una raffichetta che ti investe la faccia e il rumore di una scotta che cazza un paio di centimetri di vela, quel tanto che basta per guadagnare un po’ di velocita’, con l’effimero virtual che tanto piace a Andy Hunt? Piu’ o meno come Facebook, che spegne la capacita’ di leggere e interpretare un testo… E poi salti, slalom, capriole, come se le vela fosse un’attivita’ circense.

Giles Scott vince l’Oro nei Finn a Rio 2016. Foto Renedo

World Sailing distrugge anche quel Citius, Altius, Fortius che e’ il lemma degli autentici sport olimpici. Con l’uscita del Finn chiunque pesa piu’ di 82 Kg (che e’ il peso forma del Laser) non avra’ piu’ accesso alla vela olimpica. Come se dall’Atletica leggera si togliessero i lanci e la maratona o dal pugilato i pesi massimi. Come eliminare i Bronzi di Riace dalla scultura classica. Ma non si tratta solo del Finn, potrebbe anche essere un’altra classe, il Laser o il 470: la vela così come la conoscevamo, quella che ha appasionato milioni di persone in tutto il mondo, viene cambiata a tavolino, senza tenere presente la vera forza, quella del movimento dei praticanti. Il tutto sull’altare di un presunto “spettacolo” televisivo che mai si realizzera’. Ve le immaginate le televisioni che per 48 ore seguono la prova d’altura olimpica?

Gli eventi confermati per Parigi 2024, salvo interventi del CIO, quindi saranno:

Men’s Windsurfer – RS:X*
Women’s Windsurfer – RS:X*
Men’s One Person Dinghy – Laser*
Women’s One Person Dinghy – Laser Radial*
Mixed Kite – TBC (sara’ una tavola foil)
Mixed Two Person Dinghy – TBC (forse il 470 uomo/donna o altra deriva senza foil con randa, fiocco e spi)
Women’s Skiff – 49erFX
Men’s Skiff – 49er
Mixed Two Person Multihull – Nacra 17
Mixed Two Person Keelboat Offshore – TBC

E’ stato annunciato che entro la fine del 2019 si dovranno svolgere i trial per scegliere il kiteboard foil e la Keelboat, anche se nell’ambiente si sostiene che la barca sarebbe gia’ pronta, il che a sua volta violerebbe le norme CE. Laser e RS:X dovranno mettersi in regola aprendo la produzione ad altri cantieri. La totale violazione delle norme internazionali Anti Trust da parte della classe Nacra 17 e della classe 49er, con la connivenza di World Sailing, sara’ come appurato oggetto dell’indagine della Commissione.

D’altra parte, cosa ci si poteva aspettare da un CEO non velista, tra l’altro lautamente pagato, se non la messa a rischio del movimento velico?

Sul tema ospitiamo  il commento diffuso sui social dal velista e velaio Vittorio d’Albertas, che fa delle opportune considerazioni:

La classe Finn IFA ha così commentato la decisione:

“The International Finn Association (IFA) is extremely disappointed to see the decision taken today at the World Sailing AGM in Sarasota, USA, to exclude any event options for the Finn in favour of adopting the Mixed Two-Person Keelboat.

Most of all we are very disappointed for the many committed Finn sailors affected by this decision, especially the young sailors who have had their campaign ambitions for 2024 cruelly shattered.

We feel the Finn class has become collateral damage in the quest for gender equality and Olympic TV rights income for World Sailing.

It is a great injustice that many of the best athletes in the sport of sailing no longer have an avenue to the Olympics, and we honestly feel the Olympics will be poorer as a result of the exclusion of the Finn.

We know the Finn class will continue to thrive and for the time being we will focus on supporting our athletes as they prepare for Tokyo 2020. In the coming months, the IFA will work towards finding a way back for the Finn on the Olympic programme”.

Balazs Hajdu
IFA President

 

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2 Comments

  1. Marco Buglielli
    November 5, 2018 @ 10:21

    La decisione sembra totalmente senza senso ma è stata votata da qualcuno, da una ampia maggioranza sembra.
    Mi piacerebbe sapere da chi.
    Come ha votato la FIV ad esempio?
    E nel board di WS non c’è anche Torben Grael? Cosa ne pensa?

    Reply

    • Michele Tognozzi
      November 5, 2018 @ 13:34

      Ciao Marco, da quello che ci risulta la FIV ha votato contro il Council, quindi contro la Keelbaot Offshore Mixed e a favore del Finn. E’ vero che nel board di WS c’e’ anche Torben Grael, ma pare che anche lui si sia allineato nella difesa soprattutto del 49er FX, dove regata la figlia Martine. Sarebbe interessante sapere la sua opinione in proposito. Ci facciamo un pensiero. Buon vento.

      Reply

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