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America’s Cup: un vincitore già c’è, gli AC75… i video delle uscite del 6 gennaio

Su Fare Vela l’America’s Cup è offerta da:

Auckland– Il futuro spaventa solo chi ha paura di sfidarlo… Nelle settimane tra la Prada ACWS e l’inizio della Prada Cup, fissato al 15 gennaio, si è aperto sui media velici internazionali il dibattito sul futuro dell’America’s Cup e se gli AC75 possano essere le barche adatte per il più antico Trofdeo Sportivo del mondo.

Luna Rossa in un’uscita ai primi di gennaio dopo le ultime modifiche

Ad aprire le schermaglie è stato adirittura il New York Yacht Club, che per ben 132 anni ha custodito nei suoi austeri ed esclusivi saloni quella brocca d’argento nata come Coppa delle 100 Ghinee e poi diventata la leggendaria America’s Cup. Il NYYC, che è il club che formalmente detiene la sfida di American Magic, ha affermato che, in caso di vittoria americana, l’idea sarebbe quella di tornare a dei monoscafi non foiling sui 90/100 piedi di lunghezza, veloci ma adatti al match race, quindi evidentemente disclocanti in bolina e plananti in poppa con venti medio-forti.
La proposta è stata subito spalleggiata da Riccardo Bonadeo, ex Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda, che ha sposato tale tesi. Sulla sponda opposta, quella futurista a favore degli AC75, si è schierato Bruno Troublé, il gran cerimoniere della 36th America’s Cup.

NYYC American Magic, 36th America’s Cup.
15 December, 2020
© Sailing Energy / American Magic

Il defender Emirates Team New Zealand la pensa diversamente. I kiwi hanno ideato gli AC75, spingendosi molto oltre alla tesi, concordata con Patrizio Bertelli dopo la vittoria a Bermuda 2017, di tornare a dei monoscafi dopo l’effimera era dei catamarani ad ala rigida voluti da Russell Coutts e Larry Ellison. Sembrerebbe quindi improbabile che vogliano, in caso di difesa vincente, tornare indietro e perdere un vantaggio progettuale.

Luna Rossa, per voce di Francesco Bruni, ha dichiarato a questa testata che gli AC75 hanno superato lo scetticismo iniziale e soi sono rivelate delle macchine da regata entusiasmanti, oltre le migliori aspettative.

INEOS Team UK ha al momento altri problemi rispetto al futuro, visto che il suo presente è impegnato in una corsa contro il tempo per mettere la sua BRITAnnia in grado di essere competitiva alla Prada Cup.

Te Rehutai

I pro e contro della questione sono molti. Se da un lato un monoscafo tradizionale, e comunque veloce, aumenterebbe il numero dei pretendenti, dall’altro l’America’s Cup perderebbe quella carica innovativa e d’avanguardia della progettazione nautica che ha sempre avuto. In ogni sua epoca, dalla stessa goletta America, superiore per concezioni agli yacht britannici nella storica sfida del 22 agosto 1851, alle Big Boat di fine Ottocento, ai J Class, 12 Metri e agli ACC fino a Valencia 2007, che detto per inciso resta la miglior Coppa di sempre a livello di partecipazione e coinvolgimento di pubblico.
Ognuna di queste classi veliche era all’avanguardia per la sua epoca storica e la Coppa è sempre stata “oltre” le regate, non semplicemente “una tra le regate”. Da qui il suo fascino, unito all’estrema difficoltà di conquistarla secondo le regole di chi la detiene e all’esclusivo diritto di farne altre, per chi lo vuole, dopo averla vinta.

La Coppa è, per sua stessa definizione, anche una sfida tecnologica tra nazioni. E dopo averla rivinta a Bermuda 2017 i kiwi, con gli AC75, l’hanno combinata proprio grossa. Nel senso che il loro foiling monocat ha superato le loro stesse previsioni. Una barca che, messa in mano ai migliori velisti e apparati progettuali al mondo, sta, in soli dodici mesi di prove in acqua, facendo compiere un tripo salto in avanti. Le prestazioni raggiunte in bolina sono strabilianti… e non abbiamo ancora visto una regata con 20-21 nodi. In bolina si va a 34-36 nodi… immaginate di essere su un gommone a quella velocità…
In poppa il Vmg fa spavento, tanto da impegnare gli appassionati meno esperti… e non solo, in lunghi ragionamenti e calcoli per capire come sia possibile che una barca vada così veloce al lasco senza issare una vela di prua tradizionale come gennaker o Code 0. O a verificare, confessiamolo su…, se gli AC75 virano o strambano per distinguere la bolina della poppa. Il vento apparente diventa divinità suprema ma, a ben vedere, non è proprio questa la base fisica e tecnica della vela?

Gli AC75, insomma, sono riusciti a sintetizare l’impossibile. La loro formula chimica è geniale: velocità estrema più manovrabilità, adattabilità al match race e un elemento umano che, a quelle velocità, diventa decisivo non ammettendo la minima incertezza, pena perdite non più recuperabili.

Non solo, gli AC75 sono anche eleganti e hanno pur sempre delle rande che si issano e dei fiocchi con una loro forma. Semplicemente tutto è portato all’efficienza massima, in quel matrimonio tra i due fluidi che più ci sono cari, acqua e aria, su cui si basa da sempre la navigazione a vela. Ma attenti, aerodinamici prestati dalla Formula 1 o dall’aviazione, perchè comunque gli AC75 toccano l’acqua e dall’acqua devono elevarsi. Per cui si badi bene a non dimenticare l’importanza del liquido madre, delle ondine, delle correnti, persino della salinità del mare, dei salti di vento, della tattica estremizzata a scala logaritmica. Perché tutto questo influisce sull’insieme e solo chi avrà avuto la capacità di combinare i vari elementi nella giusta molecola potrà, il prossimo 21 marzo 2021, alzare al cielo l’America’s Cup.

La Coppa è forse il Trofeo sportivo più difficile da vincere e nella sua essenza contiene sempre la massima sfida massima, umana, economica e tecnologica.

Il Promo RAI della 36th America’s Cup:

Ad Auckland, in questi giorni, c’è un fremere di idee, modifiche, lavori, scommesse, dubbi, intuizioni che neanche nell’Arzana’ de’ Veneziani prima della Battaglia di Lepanto.
Il tempo scorre e ogni giorno che passa è allo stesso tempo un mattoncino in più nella piramide delle convinzioni di ogni team. C’è fiducia. Luna Rossa ha fatto delle modifiche interessanti. Te Rehutai ha provato a lungo anche il Code 0. Patriot confida nella sua piena efficienza aerodinamica.
Ben Ainslie ha modificato i foil, adesso a V spezzata, dicendo che “Qui si lavora a pieno regime. Abbiamo identificato i due o tre problemi che abbiamo avuto alle Prada ACWS. Tutti stanno lavorando al massimo per risolvere quelle questioni e portare la barca al massimo delle prestazioni che vogliamo”.

BRITAnnia con i nuovi foil nell’uscita del 5 gennaio

Dal 15 gennaio arriveranno le risposte, come sempre inappellabili e a loro volta destinate a rincorrersi in quel mese di passione che è la selezione dello sfidante ufficiale alla 36th America’s Cup.

Nei prossimi giorni entreremo nel dettaglio di quanto si è visto in queste settimane. Per ora la sensazione è che quel salto nel futuro è già presente e difficilmente si tornerà indietro. E, alla fine, è giusto e bello così.
Sarà una Coppa tutta da seguire e che probabilmente verrà ricordata come l’inizio di una nuova era sportiva.

Patriot nell’uscita del 4 gennaio. Si nota l’ottimizzazione dell’aerodinamica in uscita a poppa

Interessante il commento apparso sul blog rule69 su questo argomento.

Da segnalare anche che secondo un’interpretazione del regolamento di stazza AC75, pubblicata nei giorni scorsi, non si possano togliere le volanti come fatto da Luna Rossa in alcune regate delle Prada ACWS. Qui il PDF: Interpretation 072

Il direttore di regata Iain Murray ha comunicato che non saranno imbarcati ospiti come dodicesimo uomo sugli AC75, contrariamenet a quanto era stato previsto in sede di concept.

Una Befana a tutto gas
Oggi 6 gennaio giornatona ad Auckland, con tutti e quattro gli AC75 che sono scesi in acqua in una giornata di vento tra i 17 e i 20 nodi. BRITAnnia e Patriot hanno fatto un paio di regate, con i britannici che hanno mostrato notevole velocità con venmto forte e ottimi progressi con i loro nuovi foil.

Luna Rossa e Te Rehutai si sono allineati in un paio d’occasioni.

Il video di Gilles Martin Raget sull’uscita di oggi di BRITAnnia:

Il completo video di Justin Mitchell sui quattro AC75 oggi 6 gennaio. Interessanti alcune sequenze ravvicinate di BRITAnnia (da 4:15 a 6:15) e di Patriot (da 13:50 a 16:30):

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