Roma- I fari italiani hanno moiltissimi estimatori. C’è stato, infatti, un vero e proprio boom di offerte per il primo bando di gara in Italia che propone in affitto, fino a 50 anni, 11 fari di proprietà dello Stato. Alla scadenza sono arrivate, infatti, 39 proposte per il recupero e il riuso di un primo portafoglio di fari di pregio storico e paesaggistico lungo le coste italiane. Lo comunica l’Agenzia del Demanio, specificando che il bando di gara, appena concluso, ha visto una grande partecipazione del territorio, ma anche dell’associazionismo sociale e ambientale, dell’imprenditoria immobiliare e di investitori esteri.
In particolare, per i fari in gestione all’Agenzia del Demanio le offerte si sono così distribuite: 3 per il Faro di Brucoli ad Augusta (SR), 6 per il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), 4 per il Faro di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo – Favignana (TP), 3 per il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), 7 per il Faro di Capo d’Orso a Maiori (SA), 6 per il Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (NA), 3 per il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG). Per quanto riguarda i fari gestiti dal Ministero della Difesa, sono pervenute: 2 offerte per il Faro Punta del Fenaio, 2 per il Faro di Capel Rosso sull’Isola del Giglio (GR), 3 per il Faro Formiche di Grosseto e nessuna offerta per il Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR).
I bandi, online dal 12 ottobre 2015 al 12 gennaio 2016, sono stati gestiti dall’Agenzia del Demanio e dal Ministero della Difesa/Difesa Servizi parallelamente, con alcune differenze dovute alle peculiarità dei diversi fari. Per partecipare alla gara, era necessario presentare un progetto di riqualificazione e valorizzazione e un’offerta economica libera.
Oggi prende il via il secondo step della gara: due Commissioni, appositamente costituite, una per l’Agenzia del Demanio e l’altra per il Ministero della Difesa, procederanno in seduta pubblica all’apertura dei plichi e verificheranno la correttezza formale della documentazione presentata dai partecipanti. Le proposte idonee saranno valutate secondo il criterio dell’offerta “economicamente più vantaggiosa”, data dalla proposta progettuale, valutata con punteggio pari al 60%, e dalla proposta economica, a cui può essere assegnato un punteggio massimo pari al 40%. La valutazione della proposta progettuale terrà conto di elementi qualitativi quali: soluzioni di recupero del faro, manutenzione, fruibilità pubblica, contributo allo sviluppo locale sostenibile e la possibilità di creare un network tra più strutture, attraverso una rete di servizi e attività condivise. Le proposte progettuali dovranno essere coerenti con gli indirizzi e le linee guida del progetto Valore Paese – FARI, in particolare i fari potranno accogliere iniziative ed eventi di tipo culturale, sociale, sportivo e per la scoperta del territorio insieme ad attività turistiche, ricettive, ristorative, ricreative, didattiche e promozionali.
La fase di gara era stata preceduta da una consultazione pubblica online che ha permesso di raccogliere idee sugli scenari di valorizzazione e suggerimenti sulle modalità di stesura dei bandi. Attraverso 1.140 contatti i cittadini, le associazioni e le imprese partecipanti si erano espressi soprattutto a favore di una valorizzazione dei fari secondo un modello di lighthouse accomodation turistica, ricettiva, ristorativa o promozionale, ed una valorizzazione delle strutture esistenti grazie a un restauro conservativo ed eco-sostenibile.
L’auspicio è che quanto previsto dal bando di gara venga rispettato e i fari in oggetto possano davvero essere fruibili e al centro di iniziative culturali e turistiche.