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L’incidente di Ostia: alcune considerazioni sulla vela nell’era social

Ostia– Fa riflettere l’incidente occorso ieri mattina al Porto di Roma a Ostia, dove tre persone sono state tratte in salvo dalla Guardia Costiera dopo che il loro catamarano di 40 piedi Vamos era uscito in condizioni di mare grosso e onda frangente. Travolto da due frangenti all’imboccatura, Vamos ha sbattuto sugli scogli della diga di sinistra riportando avarie e vie d’acqua che ne hanno compromesso la galleggiabilità. L’equipaggio di nazionalità brasiliana, pare che fosse impegnato in un trasferimento su incarico dell’armatore, è riuscito ad allontanarsi dalla costa ma senza più motore e con la stabilità compromessa, fino a che la Guardia Costiera di Fiumicino a bordo di una motovedetta ognitempo classe 800 li ha raggiunti e trasbordati in salvo sul mezzo, non senza difficoltà.

Il relitto del Vamos sulla spiaggia di Ostia

Il catamarano è andato poi a spiaggarsi a sud del Porto di Roma, finendo completamente distrutto. I tre hanno ricevuto le cure mediche e stanno bene. La Capitaneria di Porto ha aperto un’inchiesta e ha intimato ai diportisti di rimuovere il relitto.

Nostro commento

Primo. In quelle condimeteo è impensabile uscire da qualsiasi porto, e tanto più dal Porto di Roma che, come noto, è soggetto a frangenti con venti dal Terzo Quadrante e occidentali anche di media intensità. C’era un avviso di impraticabilità del Porto e la Torre avrebbe, secondo le prime ricostruzioni, sconsigliato l’uscita ai diportisti, che invece hanno deciso di provare. L’imperizia e l’errata decisione dello skipper, che ha sempre la responsabilità delle sue azioni e della sicurezza dell’equipaggio, sono da condannare. Non si può mettere a rischio barca, beni dell’armatore, persone e le persone che verranno in soccorso per una decisione assurda.

Secondo. Farebbe davvero pensare il video postato su facebook, in cui dalla Torre di Controllo del Porto di Roma, l’operatore assiste all’uscita del Vamos e all’inevitabile frangente che travolge il catamarano, senza attivarsi immediatamente e quasi scherzando su quanto le videocamere stanno riprendendo in diretta. I soccorsi sono stati poi attivati, con l’intervento decisivo della Guardia Costiera, ma quanto si sente nell’audio del video non è certo parte dei protocolli di sicurezza di un Marina. La scellerata decisione dello skipper può e deve essere condannata, ma non certo mentre l’incidente si sta verificando. Una ricostruzione successiva fa ritenere che l’audio del video sia posteriore all’incidente, per cui i commenti non sarebbero stati contemporanei all’uscita del catamarano.

Terzo. I commenti sull’ormai incontrollabile Facebook testimoniano una volta di più quanto i social stiano degenerando in una palude di commenti, offensivi per gran parte se non addirittura violenti. Ci sono per fortuna persone competenti che riescono a scrivere cose sensate, ma vengono soffocate dalla massa informe degli odiatori seriali. Con l’incidente che, al di là della condanna tecnica, diventa un prestesto per vomitare violenza verbale, fino al prossimo video acchiappaclick.

Quarto. Il Porto di Roma è noto per il suo ingresso aperto a Libeccio, con conseguente traversia anche con soli 12-13 nodi di vento, già sufficienti per creare frangenti. Una progettazione assurda per un’opera destinata al diporto. Già al Campionato Italiano Classi Olimpiche 2017 vi fu un 470 danneggiato dai frangenti. Questo incidente dimostra una volta di più come le vicende del Porto di Roma, come noto messo sotto sequestro per infiltrazioni malavitose e gestito adesso da un commissario, siano un esempio di malaffare italiano.

Riceviamo e pubblichiamo la ricostruzione dei fatti dagli addetti alla torre del Porto Turistico di Roma:

Il video è stato fatto dopo svariato tempo dalla fine dell’emergenza, e magari incoscientemente condiviso senza controllare l’audio, però magari è bene sapere che quella stessa persona ha prima di tutto sconsigliato insistentemente per tre volte
lo skipper del catamarano ad uscire, inoltre ha allertato e gestito tutta la fase dei soccorsi, in quanto Compamare non riusciva a contattarli, quindi ha fatto da ponte radio, ha consigliato di indossare i salvagenti, di aprire il fiocco per stabilizzare l’imbarcazione (erano nel panico e non sapevano cosa fare), ha guidato la motovedetta fino al catamarano in quanto con il mare agitato non riuscivano a vederla, e soprattutto contattandoli frequentemente li ha confortati e rassicurati fino all’arrivo dei soccorsi, ed ultimo ha continuato a monitorare la barca fino all’affondamento, penso che essendo anche un ex comandante di lungo corso, sia stato abbastanza professionale.

Poichè tutta la fase è stata molto improvvisa e concitata, dopo la fine dei soccorsi in una fase di rilassatezza ci è scappata la battuta, però è vero pure che quelle persone in torre reagendo con prontezza e professionalita hanno salvato la vita dell’equipaggio, e sono le stesse che in 16 anni hanno salvato la vita a molte persone, anche andando oltre quello che sono i loro compiti e rischiando a volte anche il licenziamento pur di non lasciare nessuno fuori. Fortunatamente i diportisti che sono all’interno del porto e ci conoscono, si sono stretti intorno a noi elargendo non critiche ma lodi, per il resto mi dispiace che non ci conoscete ma vi invitiamo a venire nel porto italiano con il più alto numero di addetti provenienti dalla marina mercantile e militare, e professionalmente al top. Ovviamente ci si scusa per la battuta.

Questo a seguire è il Comunicato Stampa ufficiale inviato venerdì pomeriggio ai media:

“In occasione dell’incidente avvenuto nella mattina del 2 gennaio, che ha visto coinvolto il catamarano Vamos con a bordo tre persone di nazionalità brasiliana, è doveroso segnalare che tutto il personale del Porto Turistico di Roma si è adoperato con professionalità, secondo le procedure di sicurezza, per salvare la vita dei tre membri dell’equipaggio.

La prontezza di valutazione del personale del porto (addetto di torre, nostromo e personale di banchina), ha permesso di far arrivare i soccorsi prontamente e velocemente, pre-allertando tutto l’apparato già dalle prime avvisaglie. Gli addetti del marina si sono fatti carico di predisporre il contatto dalla Centrale Operativa della Guardia costiera, provvedere alla richiesta informazioni previste e effettuare una prima valutazione sull’intervento: questo ha ridotto notevolmente i tempi di intervento da parte dei mezzi di soccorso che in pochi minuti hanno tratto in salvo i tre naufraghi e monitorato gli spostamenti del relitto fino al suo spiaggiamento tre chilometri a sud del porto.

Intorno alle 8.00 del mattino del 2 gennaio l’addetto alla Torre ha ricevuto via radio la richiesta di supporto da parte dei componenti dell’equipaggio del catamarano Vamos per la restituzione del pass di accesso ai pontili e l’assistenza per lasciare il porto. Il personale di banchina, dopo aver evidenziato la presenza di avverse condizioni meteo e esortato per tre volte il comandante dell’imbarcazione a non mollare gli ormeggi, constatata la volontà di “Vamos” di voler comunque affrontare la navigazione, ha proceduto ad allertare il nostromo e tutto il personale di banchina per prestare la necessaria assistenza al disormeggio e per monitorare l’uscita dal porto attraverso la telecamera di sorveglianza.

Presumibilmente a causa di una errata manovra del comandante che sembrerebbe aver piegato a sinistra prestando il fianco ai marosi, l’imbarcazione è stata sbattuta contro la scogliera antistante il faro verde esterno. Intorno alle 8.20 l’addetto alla torre, dopo essere riuscito a comunicare via radio con l’imbarcazione e ricevuto il “mayday” per una falla nello scafo di dritta, ha contattato la “Compamare” di Roma sul canale VHF 16 per segnalare l’accaduto e fornire tutte le informazioni del caso.

Come da procedura, dopo la segnalazione la competenza è passata alla centrale operativa della Guardia Costiera la quale, dopo alcuni tentativi senza esito di contattare l’imbarcazione, ha chiesto il supporto della Torre per fare da ponte nelle trasmissioni radio. Stabilito il contatto con l’imbarcazione, l’addetto della Torre ha innanzi tutto rassicurato i malcapitati sull’arrivo dei soccorsi, e poi, informato che il motore di dritta non funzionava, ha consigliato il comandante di aprire il fiocco in modo da stabilizzare l’imbarcazione e portarla a distanza dalla scogliera. La Torre ha poi provveduto a comunicare alla Guardia Costiera le informazioni sul numero delle persone a bordo, la presenza o meno di feriti, l’uso delle dotazioni personali di sicurezza e la posizione dell’imbarcazione.

Il costante controllo della posizione dello scafo sul radar e il contatto visivo e via radio hanno permesso al personale della Torre di rassicurare continuamente l’equipaggio brasiliano e dare loro una voce per tranquillizzarli sull’arrivo imminente dei soccorsi da parte di una motovedetta della Guardia costiera che nel giro di pochi minuti ha provveduto a trarre in salvo i tre membri dell’equipaggio.

Il filmato effettuato a emergenza conclusa con uno smartphone dal personale della Torre -inopportunamente pubblicato sui social network, con commenti inappropriati sull’accaduto e per i quali sono state già avviate azioni disciplinari previste dalla legge – non può distogliere l’attenzione dal lavoro svolto con grande attenzione da tutto il personale del marina, in particolare in situazioni di emergenza. In sedici anni di servizio, il personale di banchina e della torre è stato impegnato in attività che vanno anche oltre le loro mansioni come il recupero di persone a mare con mare mosso, il soccorso e rimorchio di imbarcazioni in attività, interventi di rianimazione cardio-polmonare piuttosto che assistenza a persone in stato di embolia in attesa di eliambulanza o gestione di incendi…”

 

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2 Comments

  1. Daniele
    January 4, 2018 @ 08:55

    Le “risate” della torre erano postume, si evince dal fatto che già sapevano si fosse spiaggiato vicino al “pontile de Ostia” così come l’operatore dice al telefono.
    Correggetevi e non accusate alcuno se non siete a conoscenza dei fatti!

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  2. Michele
    January 11, 2018 @ 08:54

    Io vado abbastanza per mare, circa 100 giorni l’ anno, navigando, e secondo me, il video riportava i commenti che chiunque avrebbe fatto in torre dopo che al comandante hai detto per tre volte di non uscire e lui esce lo stesso. Non era assolutamente offensivo il contenuto dell’ audio , ma veritiero, e nel momento che è finito a scogli, loro si sono attivati subito, ma comprensibilmente hanno detto che non era il caso di uscire con il loro gommone a prenderli ma di chiamare la guardia costiera … che le persone si siano indignate sui social è piu che giusto non per i commenti della torre ma per la manifesta incapacità dell’ equipaggio del catamarano che non sapeva valutare le condizioni meteomarine a cui non andava affidato un mezzo del genere, ma si vede che l’ armatore si fidava …
    Il problema vero è che in giro c’e una bella generazione di fenomeni … che poi mettono a repentaglio la vita dei soccorritori e questo non va bene …

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