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Slocum e i suoi eredi, l’epopea del giro del mondo a vela

Ad alcuni fuori dal mondo dei velisti, il nome di Joshua Slocum non dice molto, o per meglio dire, nulla. Per gli amanti della vela invece stiamo citando una vera e propria leggenda, un’icona del mondo della navigazione. Il navigatore e scrittore statunitense è stato infatti il primo in assoluto ad aver compiuto il giro del mondo in barca a vela, inghiottito poi dal “suo” mare amico eterno e dalla propria sete di avventura. Sono diversi i velisti che hanno compiuto questa impresa, fra questi anche alcuni italiani e il “ribelle” Bernard Moitessier, che chiamò la sua imbarcazione proprio “Joshua”, come il padre della navigazione a vela in solitaria.

Nel mondo delle imprese c’è sempre una prima volta e tutti coloro i quali dopo il 1898 hanno avuto il pensiero, l’ardore e il coraggio di intraprendere il giro del mondo in barca a vela, non possono non riferirsi alle memorie di Joshua Slocum. Se il giro del mondo in barca a vela è un’impresa considerata possibile lo si deve a questo incredibile navigatore, che con la sua Spray, imbarcazione armata a sloop inizialmente adibita alla pesca delle ostriche, condusse la prima navigazione del globo in 1157 giorni. Siamo sicuri che tutti i velisti americani, compreso l’equipaggio della American Magic impegnata nell’America’s CUP 2021, navigano guardando all’orizzonte fantasticando su questo personaggio leggendario.

Giovanni Soldini è uno degli sportivi che ha contribuito a far conoscere l’Italia della vela in tutto il mondo, ed è stato l’unico italiano ad aver vinto il giro del mondo a tappe durante l’Around Alone edizione 1998-1999 a bordo del 60 piedi Fila. 116 i giorni necessari per Soldini per compiere l’impresa e aggiudicarsi il titolo, ma la sua fama è dovuta in particolare al salvataggio di Isabelle Autissier durante quella stessa edizione nei mari del Pacifico, prima donna al mondo ad aver attraversato il mondo in solitaria in una competizione fra il ‘90 e il ‘91. Altri italiani a provare e riuscire nell’impresa sono stati Simone Bianchetti, Pasquale De Gregorio e il franco-romano Alessandro Di Benedetto che fra l’ottobre 2010 e l’ottobre 2011 concluse l’impresa a bordo di un Mini 6.50 modificato per l’occasione. Unico atleta a essere riuscito a fare il giro del mondo su un’imbarcazione di tale dimensioni e senza scalo, si è poi ripetuto nel 2013 partecipando al Vendee Globe.

Romantico, sognatore e ribelle. Con questi tre aggettivi si potrebbe definire il navigatore francese Bernard Moitessier, famoso per aver interrotto il suo giro del mondo “per protesta”. Era il 1969 quando annunciò al mondo intero il suo ritiro dopo quasi quaranta mila miglia di navigazione mentre metteva in discussione il titolo della Golden Globe, poi vinto a soli 28 anni da Robin Knox-Johnston, altra leggenda della vela.
Tahiti fu il suo porto di attracco per cercare di fuggire al mondo moderno e ritrovare sé stesso.
Gli ultimi due francesi che menzioniamo sono di un’epoca molto più moderna: Yvan Bourgnon, franco-svizzero, e François Gabart. Il primo, grazie allo sponsor Red Bull, che oltre a gestire le “casse” del Lipsia, squadra al secondo posto dietro il Bayern Monaco secondo i pronostici del sito Betway per la vittoria della Bundesliga al 5 febbraio a quota 15,00, da sempre sostiene imprese fuori dal comune: poté partire nel 2013 dalla Normandia e farvi ritorno oltre due mesi dopo da trionfatore.
Il secondo è invece uno dei maggiori talenti della vela mondiale: stiamo parlando di François Gabart, il più giovane fra gli atleti citati. Il classe 1983 dche dopo aver vinto il Vendee Globe 2012-2013, nel 2017 ha imposto un altro primato, quello di 42 giorni di navigazione per compiere il giro del mondo in trimarano.

La passione per la vela e per il mare ha spinto decine e decine di uomini a fare imprese come quelle di Slocum, quando non c’erano né premi né sponsor, oppure come Di Benedetto, in spazi angusti, e continuerà a essere così finché le vele si gonfieranno con il vento. Un amore quello per il mare che non si può spiegare, come cantava Pino Daniele in una celebre canzone negli anni ‘90.

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