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Tragedia di Cutro: il soccorso era possibile, analisi dei dati meteo e di navigazione

Crotone– Il soccorso in mare è obbligatorio, questo lo sa e lo fa chiunque vada per mare, per lavoro, per diporto, per sport.
La tragedia del naufragio di Steccato di Cutro, con un bilancio agghiacciante di vittime, sta facendo parlare tutto il Paese dalle 4:40 di domenica 26 febbraio, quando un caicco con a bordo tra i 150 e i 180 migranti si è schiantato nei pressi della spiaggia di Steccato di Cutro, a ovest della nota località turistica di Le Castella, in provincia di Crotone.

Il relitto del caicco, ormai distrutto a Steccato di Cutro

Notizia di oggi, la Procura di Crotone ha aperto un altro fascicolo contro ignoti per ricostruire lo scenario della catena di quanto avvenuto, soccorsi od eventuali omissioni, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio. I carabinieri stanno acquisendo le relazioni e le domuntazioni da Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Agenzia Frontex e IMRCC di Roma (Centro Nazionale di Soccorso Marittimo).

Riportiamo i dati al momento noti su questa tragedia.

La barca
Lo scafo naufragato a Steccato di Cutro è un caicco di costruzione turca, una barca da turismo nautico derivata dalle imbarcazioni da pesca della costa egea della Turchia.
Ben noto a chi frequenta la Turchia tra Smirne, da dove il caicco era partito cireca quattro giorni prima del naufragio, Marmaris, Bodrum o Fethiye, quest’imbarcazione ha una chiglia lunga con pescaggio importante, che può arrivare ai due metri.
I caicchi si dividono in Gulet, a poppa rotonda e armo a ketch o goletta, e Aynakic con poppa squadrata, categoria a cui sembra appartenere l’imbarcazione naufragata a Steccato di Cutro. Dalle immagini disponibili di Frontex, il caicco di Cutro non era provvisto di armo, cosa invece normalmente prevista.

La meteo
Le condizioni dello Ionio nella notte tra il 25 e 26 febbraio, secondo i modelli disponibili su Windy, erano:
Nel punto dell’avvistamento da parte del velivolo Frontex in coordinate:
36°23’46” N
17°35’06” E
Alle 23:00 del 25 febbraio
Vento forza 5, sui 17-22 nodi da Sud
Onda sui 2 metri (Stato Mare 4)

Il modello Windy pe le 4:00 del 26 febbraio, vento sui 13-17 nodi e mare 4

A un miglio da Steccato di Cutro, punto del naufragio
4:00 del 26 febbraio
Vento forza 4-5, 13-17 nodi
Onda di 1,8 metri (Stato mare 4)

Le condimeteo sono poi peggiorate nella mattinata del 26 febbraio, con vento fino a 25 nodi.

Lo stato del mare a Steccato di Cutro, con onda media di un metro, alle 4:00 del 26 febbraio, secodno il modello Windy

Quindi tra l’avvistamento del caicco da parte di Frontex e il naufragio, 45 miglia con rotta 315° (NW) lo stato del mare era 4, affrontabile dai mezzi ogni tempo della Guardia Costiera.
Dal punto di vista marinaresco la rotta logica in caso di allerta SAR (search and rescue) sarebbe stata quella di scortare il caicco fino al ridosso di Capo Colonna e lì eventualmente procedere allo sbarco dei migranti. Evidente come la presenza di scafisti, che dovevano dileguarsi, non era compatibile con una rotta autonoma sicura.

Il punto dell’avvistamento del caicco da parte di Frontex, nella tarda serata del 25 febbraio, e la rotta seguita fino al naufragio, 45 miglia a NW. Cartografia Navionics elaborazione Fare Vela secondo immagine Frontex

Chi conosce Crotone sa benissimo quante decine di imbarcazioni a vela siano sotto sequestro all’interno dell’ampio porto commerciale di Crotone, alcune addirittura adagiate senza invaso. Tutte imbarcazioni sequestrate dopo lo sbarco di migranti sulle coste calabre.
Ovviamente la stategia dei trafficanti è quella di lasciare i migranti a pochi metri dalle spiagge calabre dopo aver abbandonato la barca.

In questo caso, la sorte del caicco appare purtroppo segnata in mancanza di un’operazione SAR.
La rotta seguita prevedeva di far sbarcare i migranti a ovest di Le Castella. Le condimeteo di quella notte, con mare 4, e il pescaggio del caicco (chiglia lunga fino a 2 metri) non avrebbero comunue consentito uno sbarco sicuro in quelle condizioni di mare.

le batimetriche nel tratto di mare di Steccato di Cutro. Il fondale sabbioso degrada, salvo una zona più ampia sui 6 metri. Cartografia Navionics

Il fondale
Nel tratto di Steccato di Cutro, il fondale sabbioso degrada regolarmente. L’unica secca rilevante in zona si trova mezzo miglio a SSW di Le Castella, con fondale sui 3,5 metri.
Il moto ondoso di quella notte non poteva che portare a un urto della chiglia con il fondale e alla rapida spezzarsi dello scafo in legno (ben visibili dalle foto il fasciame e le ordinate).

L’avvistamento Frontex
Dall’immagine Frontex, l’avvistamento del caicco avviene nella tarda serata del 25 febbraio in posizione:
36°23’46” N
17°35’06” E
45 miglia a SE del luogo del naufragio.
compatibile quindi con una tratta di 40 miglia coperta dal caicco con velocità sui 6/7 nodi fino al naufragio.

L’immagine Frontex del caicco. In alto a sinistra si notano l’ora e la data dell’avvistamento. In basso a sinistra le coordinate, corrispondenbti a un punto a 45 miglia dal luogo del naufragio. Sulla fiancata di dritta si nota lo scarico del motore. Courtesy FrontexRepubblicadel caicco

Come dichiarato nei comunicati stampa ufficiali La Guardia Costiera, che ha mezzi ogni tempo che avrebbero potuto tranquillamente affrontare un mare 4 (come si può vedere dal video fornito dalla Guardia Costieta stessa), non è uscita in mancanza di un’allerta SAR.

Fonti della stessa Guardia Costiera hanno confermato ieri che lo stato del mare 4 era compatibile con i mezzi a disposizione.
Lo ha fatto due volte la Guardia di Finanza, con mezzi non pensati per una SAR, che ha desistito dalla ricerca per le condimeteo.

Comunicato Guardia Costiera del 26 febbraio

Guardia Costiera: proseguono le operazioni di ricerca dei dispersi al largo di Crotone

“La Guardia Costiera, da questa notte, è impegnata lungo le coste del crotonese per soccorrere alcuni naufraghi caduti in mare da un barcone.

L’unità, con circa 120 migranti a bordo, si era infranta sugli scogli a pochi metri dalla costa.

La Guardia Costiera di Reggio, che sta coordinando le attività di ricerca e soccorso in mare, ha inviato in zona due motovedette SAR Classe 300, provenienti da Crotone e Roccella Jonica, e un elicottero AW 139 dalla Base Aeromobili di Catania. Le condizioni meteo in zona sono particolarmente avverse.

La motovedetta CP 321, giunta in zona, ha recuperato due uomini in stato di ipotermia ed il corpo privo di vita un bambino.

Al momento sono state recuperate un totale di 80 persone vive – alcune delle quali sono riuscite a raggiungere la riva dopo il naufragio – e rinvenuti 43 cadaveri lungo il litorale.

Le ricerche proseguiranno nelle prossime ore, anche con l’impiego di un team di sub della Guardia Costiera di Messina, nonché con mezzi aeronavali delle Forze di Polizia che opereranno sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Reggio Calabria”.

Dopo la risonanza mediatica della tragedia la Guardia Costiera ha emesso un altro comunicato stampa il 28 febbraio:

“In merito alle informazioni presenti sulla stampa circa il drammatico naufragio avvenuto il 26 febbraio al largo di Crotone, si precisa quanto segue:
La sera di sabato 25 febbraio un velivolo Frontex avvistava un’unità in navigazione nel Mar Ionio. L’unità risultava navigare regolarmente, a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità, con solo una persona visibile sulla coperta della nave.

Il velivolo Frontex inviava la segnalazione al punto di contatto nazionale preposto per l’attività di law enforcement, informando, tra gli altri, per conoscenza, anche la Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma.
A seguito di tale segnalazione, la Guardia di Finanza comunicava l’avvenuta attivazione del proprio dispositivo, già operante in mare, per intercettare l’imbarcazione.

Alle 04.30 circa, giungevano alla Guardia Costiera alcune segnalazioni telefoniche da parte di soggetti presenti a terra relative ad un’imbarcazione in pericolo a pochi metri dalla costa. I Carabinieri, precedentemente allertati dalla Guardia di Finanza, giunti in zona, riportavano alla Guardia Costiera l’avvenuto naufragio.

Questa è la prima informazione di emergenza pervenuta alla Guardia Costiera riguardante l’imbarcazione avvistata dal velivolo Frontex.
Si specifica che nessuna segnalazione telefonica è mai pervenuta ad alcuna articolazione della Guardia Costiera dai migranti, presenti a bordo della citata imbarcazione, o da altri soggetti come avviene in simili situazioni.
A seguito delle segnalazioni ricevute, veniva immediatamente attivato il dispositivo SAR, sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Reggio Calabria, con l’invio di mezzi navali e aerei, uomini e mezzi terrestri, nella zona indicata.

Le attività di ricerca e soccorso in mare proseguono senza soluzione di continuità anche con impiego di squadre di sommozzatori e con il concorso dei Vigili del Fuoco e delle Forze di Polizia”.

La zona del crotonese, esposta ai venti meridionali nella parte tra Capo Colonna e Steccato di Cutro

Per l’esperienza della zona dello Ionio, con numerosi sbarchi negli ultimi anni, e la rotta seguita dall’imbarcazione, dal Mare Egeo alla Calabria, era evidente che l’avvistamento Frontex corrispondeva a una situazione di migranti trasportati da trafficanti verso la Calabria.

Le previmeteo per la notte e la presenza di una costa sottovento esposta al moto ondoso, rendevano, dal punto di vista strettamente marinaresco, tale situazione ad alto rischio di naufragio, come purtroppo poi avvenuto.
Il caicco avrebbe potuto essere facilmente intercettato dai mezzi ogni tempo della Guardia Costiera. La presenza di un ridosso nelle vicinanze e di un ampio porto commerciale (Crotone) sarebbero stata un’opzione di sicurezza, da verificare con l’azione degli scafisti. La Guardia Costiera ha una lunghissima storia di soccorso in mare e si è sempre distinta nella salvaguardia della vita umana, anche nell’emergenza migranti che dura da anni. Cosa è successo questa volta?

La mancanza del dispositivo SAR, se sarà confermata, rende comunque necessario l’accertamento di quanto successo quella notte nella catena di comando, indagine che la Procura di Crotone ha attivato e i cui risultati tutti gli uomini di mare e i cittadini attendono con urgenza.

La Guardia Costiera ha inviato il 2 marzo 2023 questo nuovo comunicato sul salvataggio di migranti a sud di Lampedusa.

La Guardia Costiera soccorre 211 migranti a largo di Lampedusa.

“Proseguono le attività in mare della Guardia Costiera in soccorso delle imbarcazioni che – anche con condizioni metereologiche avverse – affrontano il Mediterraneo, tentando di raggiungere le coste italiane.
Questa notte, le motovedette SAR CP 324 e CP 303 della Guardia Costiera sono intervenute per prestare soccorso ad un peschereccio, con numerosi migranti a bordo, in pericolo a circa 15 miglia a sud di Lampedusa, in area SAR di responsabilità italiana.
Le due motovedette, dopo aver raggiunto il peschereccio, hanno iniziato le operazioni di soccorso che sono risultate particolarmente complesse per le condizioni meteo-marine avverse, il numero elevato di persone a bordo e le condizioni precarie dell’imbarcazione alla deriva, che iniziava ad imbarcare acqua.

211 i migranti tratti in salvo.
Le due unità della Guardia costiera hanno successivamente fatto rotta verso il porto di Lampedusa, dove i migranti sono giunti in sicurezza, tra questi anche il presunto scafista, poi affidato alle Forze di Polizia.
Dal 1° gennaio ad oggi sono circa 9 mila i migranti tratti in salvo nelle operazioni di soccorso coordinate dalla Guardia Costiera, oltre 55 mila nell’anno 2022”.

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