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America’s Cup: Francesco Bruni, “stiamo crescendo e gli AC75 sono barche eccezionali”. Intervista al timoniere di Luna Rossa

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Auckland– E’un Francesco Bruni un po’ stanchino quello che ci risponde alle otto del mattino via Skype da Auckland. Agli antipodi sono le otto di sera e il palermitano, uno dei due timonieri di Luna Rossa, è reduce da sei ore di mare con vento forte su Luna Rossa. C’è da capirlo, visto che sei ore su una bestia come un AC75 sono davvero massacranti.

Luna Rossa durante l’allenamento con vento forte del 28 dicembre. Foto Borlenghi

“Non dovrei dirlo”, dice Bruni alla fine della nostra intervista, “ma se penso adesso all’AC75 mi dà una grande sensazione di stanchezza… (ride, Ndr) dopo una giornata lunga come questa, anche se dovrei essere il meno stanco di tutti, perché se penso ai ragazzi che girano le manovelle per cinque-sei ore… un vero massacro. Non so davvero come facciano, sono degli eroi…”.

L’intervista completa:

Luna Rossa è uscita per tre giorni dopo le Prada ACWS. Oggi è uscita anche INEOS Team UK, Patriot e Te Rehutai ancora non si sono riviste.
E Bruni ne è soddisfatto: “Abbiamo incontrato quel vento forte che ci voleva per migliorare nelle condizioni dove ETNZ ha dimostrato di avere al momento un vantaggio. Abbiamo provato molte soluzioni tra regolazioni, appendici, settaggi e sono stati tre giorni molto proficui proprio per crescere nelle condizioni di vento medio-forte. Abbiamo provate molte soluzioni, anche a rimettere le volanti ma non posso certo dirvi cosa abbiamo scoperto…”.

Bruni appare tonico e dimagrito, evidentemente grazie alla cura AC75 più palestra. Anche assai centrato sull’argomento, perché qui si tratta di andare a regatare e vincere la prossima Prada Cup e, “se saremo noi a farlo”, andare poi a sfidare ETNZ nell’AC Match del prossimo 6-21 marzo.

E sugli AC75, Bruni ha le idee chiare: “Una barca stupenda. Tre anni fa ero scettico sulla nuova classe, mi dicevo troppe simulazioni al computer e poco mare, ma adesso che li abbiamo e ci navighiamo, beh, devo dire che è una barca davvero ben riuscita, un bel progetto. Sono degli oggetti da regata stupefacenti, che sorprendono anche noi e ci danno delle grandi sensazioni. Soprattutto in bolina, quando arriviamo a 35-36 nodi con Vmg prossimo ai 30, restiamo esterefatti. Devo dire che mi piacerebbe che, a prescindere da chi vinca la Coppa, restassero come classe dell’America’s Cup. Veramente un bell’oggetto…

Sono anche maneggevoli, in virata non scendiamo mai sotto i venti nodi, il che rende possibile una match race autentico, coperture, manovre d’attacco o difesa. Non c’è tempo di pensare e il timoniere deve fisicamentre decidere e agire in prima persona, proprio come su un Laser, non c’è tempo di ricevere un input separato per prendere una decisione”.

Proprio la questione di un eventuale tattico dedicato aveva occupato alcune analisi degli oseervatori. I campi di regata di Auckland e le differentze di velocità con una raffica o un salto di vento preso o non preso, sono enormi. Da qui il dubbio che un tattico dedicato potesse essere importante.
“Abbiamo analizzato molto la cosa”, risponde Bruni, “ma alla fine crediamo che la soluzione dei due timonieri abbia più vantaggi che svantaggi. E poi un tattico dovrebbe comunque aiutare ai grinder. Bisogna considerare che gli AC75 sono come divisi in due. Chi sta sottovento non vede praticamente nulla del campo di regata e muovere una persona in più comporta dei ritardi che noi crediamo di aver evitato con la nostra soluzione. Soprattutto nel prestart ciò ci può dare un vantaggio importante. Certo non faremo tutte partenze perfette, qualcuna magari ne sbaglieremo, ma sia Jimmy sia io abbiamo fatto molto match race e crediamo di poter avere vantaggi da questa configurazione.

C’è poi il fatto che ci aiutiamo a vicenda, uno fa crescere l’altro. Il lato negativo può essere che appena riprendi in mano la ruota perdi magari qualche secondo di sintonia con il mezzo e la velocità di quel momento. Ma, ripeto, alla fine crediamo che i lati positivi siano maggiori di quelli negativi. Da qui la nostra scelta”.

Francesco Bruni, 47 anni, palermitano. Timoniere di sinistra su Luna Rossa alla 36th America’s Cup. Ha regatato in btre olimpiadi in btre classi diverse (Laser, 49er e Star). Ha vinto un europeo e un mondiale nei Laser.

Emirates Team New Zealand al momento ha un vantaggio di velocità con vento medio-forte. Lo riconosce subito il tre volte azzurro Bruni, pur dichiarandosi scettico sulla velocità top di 56 nodi, che secondo una testata francese, avrebbero raggiunto Te Rehutai.

Sui kiwi, Bruni dice: “Ho visto diverse cose intelligenti sulla loro barca. Per adesso sono con una configurazione di foil orientata per il vento medio-forte, anche se hanno una capacità incredibile di adattarsi anche al poco vento. Sono stati bravi a regatare con poco vento, con dei foil tendenzialmente piccoli. Credo che abbiamo un pacchetto riuscito, però avete visto tutti che con poco vento ce la giocavamo bene. Spero che questi passi avanti che abbiamo fatto con vento forte in questo periodo possano portarci in alto. Ma ancora è lunga e abbiamo ancora molta carne da mettere sul fuoco. Sia noi che loro, quindi è ancora troppo presto per dire. Purtroppo non li incontreremo più fino a marzo, … speriamo di vederli a marzo…
Li vedremo navigare, ma difficilmente avremo la possibilità di allinearci con loro. Ed è anche molto complesso definire se una barca è più o meno veloce seguendola da un gommone. Bisognerà aspettare un po'”.

Te Rehutai

Su Patriot e American Magic Bruni ha questa opinione: “Anche loro hanno un pacchetto buono ma secondo me soffrono con poco vento. Hanno fatto passi da gigante tra barca 1 e barca 2. Con barca 1 hanno capito gli errori che avevano fatto e che non sarebbero stati competitivi. Con barca 2 hanno fatto dei buoni passi avanti ma credo che con poco vento soffrano e poi hanno già dichiarato gli ultimi due foil (se ne possono stazzare tre coppe, Ndr), anche se è vero che possono fare modifiche fino a un venti per cento della superficie. Credo che faranno di tutto per migliorarsi con poco vento. Con vento medio e forte vanno bene, ma non credo che avessero un vantaggio grande su di noi, anche perché quel giorno alle ACWS ne abbiamo fatte due vincendone una ciascuno ed eravamo davvero molto vicini”.

Bruni ha parole di conforto anche per BRITAnnia. “Non credo che lo vedremo più in crisi come alla Christmas Cup e sarà competitivo. Non sono stati fortunati con i vari sistemi di bordo e gli è capitato un po’ di tutto. Non so se sarà il favorito ma sarà senz’altro un’altra barca. Non vanno sottovalutati”.

Sull’ultimo set di foil che Luna Rossa deve dichiarare, Bruni dice che “Ci prenderemo ancora qualche giorno. Non manca tanto, ma ancora non siamo pronti”.

Su Auckland è ormai scesa la notte. Grazie, Checco, adesso vai a riposare perché domani sarà un’altra giornata di mare a bordo di Luna Rossa. E il 15 gennaio si comincia…

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