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Cultura marinaresca: la Rosa dei Venti (inizia la nuova rubrica curata da Fabio Bergamo)

Inizia oggi la collaborazione di Fabio Bergamo* con Fare Vela. In programma una serie di articoli di cultura marinaresca e di sicurezza e didattica legati al mondo delle patenti nautiche

La Rosa dei Venti

La Rosa dei Venti, nota anche come “stella dei venti”, è uno strumento grafico concepito in epoca antica, utile alla navigazione, con essa vengono decritti i nomi dei venti e le direzioni da cui essi provengono all’interno del bacino del Mar Mediterraneo. Graficamente si presenta con due o più stelle sovrapposte, le cui punte orientate simmetricamente, indicano i nomi e le direzioni da cui i venti spirano.

La versione più nota e diffusa è quella ad 8 punte – spaziate l’una dall’altra di 45° – ognuna delle quali indica un punto cardinale, primario e secondario, al quale viene associato il vento che soffia dalla medesima direzione; essa altresì rappresenta l’orizzonte visibile al cui centro si considera l’osservatore.

Per il fatto stesso che è il primo strumento ad essere stato ideato ed utilizzato dall’uomo, allo scopo di facilitare la navigazione, è diventata, nel corso del tempo, uno dei simboli della marineria, ossia dell’Arte della navigazione.

Si è scelto di chiamare così la “Rosa dei venti”, per il semplice fatto che nel Mediterraneo soffiano vari venti da differenti direzioni (il termine rosa assume il significato di ventaglio, varietà) e per paragone simbolico al fiore della rosa che è ricco di petali.

La paternità della rosa dei venti viene attribuita ai Greci, datando presumibilmente la sua creazione tra il V ed il IV secolo a.C. Si pensa che essa sia stata concepita dagli agricoltori che tenevano in buon conto la direzione e la temperatura del vento in modo da favorire le coltivazioni, e successivamente adottata dai marinai per seguire più agevolmente le loro rotte.

Essa era centrata geograficamente dai greci sull’Isola di Zante; per i romani invece la posizione più adeguata alla rosa, per indicare la provenienza esatta dei venti, erano le isole maltesi.

Il foglio III dell’Atlante Catalano mostra nella pagina di sinistra, la rosa dei venti con 32 direzioni e gli otto venti principali che soffiano nel Mediterraneo
(Anno 1375)

L’immagine più antica della rosa dei venti a noi disponibile oggi, risale alla seconda metà del 1300 ed è quella riportata sull’Atlante Catalano al foglio III, realizzato intorno al 1375 dal cartografo spagnolo Abraham Cresques e suo figlio Jafudà, oggi esso è conservato presso la Biblioteca Nazionale di Francia e possiamo definirlo il più importante portolano del Medio Evo.

Si può affermare che la prima bussola, ante litteram, sia stata proprio la Rosa dei Venti: con la invenzione della bussola magnetica ad opera dei cinesi nell’VIII secolo d.C., introdotta successivamente in Europa dagli arabi intorno all’anno 1000, e perfezionata in Italia dagli amalfitani nel XII secolo, la rosa dei venti è stata superata, ma resta tuttora utile per altri usi, sia nel campo nautico sia aeronautico.

Suddivisione della rosa dei venti

I quattro punti cardinali (Nord, Sud, Est e Ovest), suddividono il nostro orizzonte in  quadranti di 90° ciascuno (primo quadrante da Nord a Est, secondo quadrante da est a Sud, terzo quadrante da Sud a Ovest, quarto quadrante da Ovest a Nord).

Dividendo a metà i quattro quadranti otteniamo i 4 punti intercardinali (nord-est, sud-est, sud-ovest, nord-ovest). Punti cardinali ed intercardinali formano settori di 45°, detti venti principali.

Dividendo a metà tali settori di 45° abbiamo i 16 mezzi venti, ampi 22° 30’ (o 22°,5 decimi). Continuando la suddivisione otteniamo le 32 quarte (11° 15’ – 11°,2 decimi), le 64 mezze quarte (5° 37’ 30” – 5°,6 decimi) e le 128 quartine (2° 48’ 45” – 2°,8 decimi).

Dunque la rosa dei venti risulta suddivisa in: 8 venti principali, 16 mezzi venti, 32 quarte, 64 mezze quarte, 128 quartine.

I Venti

Ai greci erano già noti otto venti: Boreas da Nord; Kaikias da Nord-Est; Apeliotes da Est; Euros da Sud-est; Notos o Austros da Sud; Lips da Sud-Ovest; Zephyros da Ovest; Skiron da Nord-Ovest, e le loro rotte erano basate sulla direzione di tali venti.

La Torre dei Venti (I secolo a.C.) o Torre di Andronico di Cirro (architetto e astronomo di origine siriana vissuto nella prima metà del I secolo a.C., a cui viene attribuita la costruzione della stessa) situata nell’agorà romana di Atene di forma ottagonale, simboleggia una rosa dei venti: il fregio sottostante la grondaia riproduce la scultura delle otto divinità greche dei venti ossia: Borea (N), Kaikias (NE), Euro (SE), Apeliotes (E), Austro (S), Lips (SO), Zefiro (O), e Skiron (NO). Sulla sommità della torre era presente una banderuola segnavento a forma di tritone. Lo stile architettonico col quale è stata realizzata è il romano-ellenistico. Tale torre viene ricordata anche con l’appellativo, “horologion” (dal greco) perché la Torre di Andronico aveva in alto, una meridiana che indicava l’ora del giorno.

Fu Plinio il Vecchio (Como, 23 d.C. – Stabia, 79 d.C.), comandante militare di una delle flotte dell’esercito romano, ed anche scrittore, filosofo e naturalista, vissuto nel I secolo d.C. (deceduto a Stabia a causa delle esalazioni gassose emesse dal Vesuvio nella Eruzione del 79 d.C.) ad elaborare la rosa dei venti come oggi la conosciamo, con gli otto venti principali a noi noti, ed i loro nomi tradotti in latino.

Da Nord (N 0°) anche detto settentrione o mezzanotte spira il vento di Tramontana;

Da Est (E 90°) anche detto oriente o levante spira il vento di Levante;

Da Sud (S 180°) anche detto meridione spira il vento di Mezzogiorno oppure Ostro;

Da Ovest (W 270°) anche detto occidente o ponente spira il vento di Ponente.

Da Nord-Est (NE 45°), spira il vento di Grecale (detto anche Greco);

Da Sud-Est (SE 135°), spira il vento di Scirocco (Garbino umido);

Da Sud-Ovest (SW 225°), spira il vento di Libeccio (Garbino secco);

Da Nord-Ovest (NW 315°) spira il vento di Maestrale (Carnasein).

(1-continua)

*Fabio Bergamo
campano, scrittore e divulgatore, appassionato di navigazione a vela, collabora con varie riviste a tema di sicurezza stradale. È Autore di una poesia sulla Legge, dal titolo “L’Abbraccio Materno della Legge” – conservata nel Duomo di Ravello, in costiera amalfitana – che tradotta in francese e in portoghese, è giunta già ai bambini del Mali, del Benin, e del Brasile; tra i suoi numerosi lavori, ha elaborato la proposta di legge per introdurre la Revisione periodica della carrozzeria delle auto col bonus riparativo per i conducenti virtuosi, e ha dedicato uno scritto in memoria dei magistrati Falcone e Borsellino, premiato di recente a Roma in Campidoglio.

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