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Gli squali nel Mediterraneo, quali sono e quali specie sono pericolose per l’uomo

Nelle ultime stagioni estive, anche a causa dell’aumento della temperatura media del Mediterraneo, sono aumentati gli avvistamenti più vicino alla costa di alcune specie di squali, mentre non si sono registrati attacchi negli ultimi vent’anni nei nostri mari. In questo articolo, il nostro collaboratore Fabio Bergamo ci illustra quali sono gli squali presenti in Mediterraneo e quali sono potenzialmente pericolosi.

Squalo bianco, tra i più pericolosi per l’uomo

Prima di segnalare le specie presenti nel Mediterraneo, citiamo alcuni squali i cui nomi sono comunemente noti. In questo scritto, essi vengono raggruppati in quattro classi in base al livello di pericolosità, affinché l’uomo in mare sia chiaramente e responsabilmente informato sui reali rischi che corre, e prenda di conseguenza le dovute precauzioni per non mettere a repentaglio la sua vita e quella degli altri, sia da bagnante, da pescatore subacqueo o da persona che svolge attività sportiva in mare.

Gli squali appartengono al Superordine Selachimorpha, da cui discendono Otto Ordini ai quali sono correlate ben 500 specie a noi oggi note. Appartengono alla classe dei Condroitti, cioè sono animali acquatici nei quali l’endoscheletro è costituito di cartilagine e non di ossa, di cui sono invece costituiti gli scheletri della maggior parte dei pesci viventi in acque dolci o salate, presenti sulla Terra.

Sono per lo più carnivori e vivono principalmente nei mari, solo alcune specie vivono nei fiumi; buona parte di essi sono pericolosi per l’uomo, che viene attaccato come preda o perché visto come un’antagonista. Per localizzare le prede, gli squali sono dotati di un potente sistema olfattivo, di una vista che consente loro di vedere anche con pochissima luce, e di un “radar” cioè un sistema di elettroricezione, costituito da particolari recettori denominati Ampolle di Lorenzini, connessi ai pori del muso, che consente loro di percepire e localizzare le prede attraverso il campo elettromagnetico emanato da esse.

Hanno un udito molto sviluppato e sono sensibili ai movimenti degli altri animali acquatici, grazie a una serie di cellule sensoriali chiamate Neuromasti, presenti lungo i due fianchi del corpo, che costituiscono la cosiddetta “Linea Laterale”. La mascella superiore e quella inferiore non sono direttamente unite al cranio, ma connesse ad esso tramite dei legamenti che fanno protendere la bocca in avanti in fase di apertura, ingrandendo e potenziando la sua presa per mezzo dei denti, collocati su 3 o 4 file, che si rinnovano costantemente lungo l’intero arco della loro vita, fino a raggiungere, in alcune specie, oltre 20.000 sostituzioni. Normalmente uno squalo arriva a 25-30 anni di vita; alcune specie sono più longeve: lo Squalo Spinarolo può arrivare a 100 anni di età, mentre lo Squalo Balena può superare abbondantemente il secolo, e lo Squalo della Groenlandia può arrivare a superare la cifra record dei 500 anni.

La suddivisione in 4 classi è così definita:

SQUALO di 1ª CLASSE: CERTAMENTE PERICOLOSO PER L’UOMO IN MARE
SQUALO di 2ª CLASSE: POTENZIALMENTE PERICOLOSO PER L’UOMO IN MARE
SQUALO di 3ª CLASSE: RITENUTO NON PERICOLOSO PER L’UOMO IN MARE
SQUALO di 4ª CLASSE: CERTAMENTE NON PERICOLOSO PER L’UOMO IN MARE

1ª CLASSE: CERTAMENTE PERICOLOSO PER L’UOMO IN MARE
Squalo dello Zambesi (Squalo Leuca o Squalo Estuarino), vive in acque dolci e salate
Squalo del Gange, nel fiume Gange in India
Squalo Tigre
Grande Squalo Bianco (Carcarodonte)
Squalo Mako
Squalo Verdesca (o Squalo Azzurro)
Squalo Nutrice
Squalo Ramato o Bronzeo
Squalo Salmone (o Squalo Smeriglio del Pacifico)
Squalo Bruno
Squalo Limone
Squalo Limone dai Denti Aguzzi
Squalo Sega (noto come Pesce Sega)  vive in acque dolci e salate
Squalo Tappeto Maculato
Squalo Toro
Squalo Martello Liscio e Squalo Martello Maggiore (Pesci Martello)
Squalo Pinna Nera del Reef
Squalo Pinna Nera Minore (o Squalo Orlato)
Squalo Pinna Bianca del Reef
Squalo Longimano (o Squalo Pinna Bianca Oceanico)
Squalo Grigio (Squalo di Barriera)
Squalo Capopiatto (Notidano Grigio o Squalo Vacca)
Squalo dalle Punte Argentee
Squalo Spinner (Squalo Filatore o Tissitore)
Squalo Volpe

2ª CLASSE: POTENZIALMENTE PERICOLOSO PER L’UOMO IN MARE
Squalo Seta
Squalo Leopardo
Squalo Zebra

3ª CLASSE: RITENUTO NON PERICOLOSO PER L’UOMO IN MARE
Squalo Palombo
Squalo della Groenlandia (o Squalo Artico oppure Squalo Grigio)
Squalo Dormiente (o Squalo Lemargo del Pacifico)
Squalo di Port Jackson
Squalo Porco
Squalo Lanterna
Squalo Bambù
Squalo Angelo (Squalo Squadro o Squatina Squatina)
Squalo Coccodrillo
Squalo del Borneo  vive in acque dolci
Squalo Zigrino
Squalo Martello dal Berretto

4ª CLASSE: CERTAMENTE NON PERICOLOSO PER L’UOMO IN MARE
Squalo Elefante (o Squalo Cetorino)
Squalo Balena
Squalo Gatto (Squalo Gattuccio Maggiore)
Squalo Spinarolo

Squalo toro

Classificazione della Pericolosità degli Squali
1ª CLASSE – CERTAMENTE PERICOLOSO PER L’UOMO: Viene così classificata la specie di squalo che ha già attaccato l’uomo in acqua, ferendolo, uccidendolo o divorandolo. In sua presenza si consiglia di non entrare in acqua e di uscirne se si è già in mare o in fiume; se si sta effettuando una immersione e si entra in contatto visivo con essa, si consiglia di allontanarsi senza alcuna esitazione e senza agitazione e se possibile di uscire dall’acqua rapidamente oppure dirigersi e stazionare sul fondo, riparandosi e nascondendosi tra gli scogli o la vegetazione fino a quando lo squalo non si sia allontanato. In caso di attacco, se non si cade vittima del panico, bisogna resistere, colpendo lo squalo ripetutamente negli occhi e nelle branchie con qualsiasi oggetto contundente o tagliente a disposizione, allo scopo di causargli delle ferite (ad es. un fucile subacqueo, una fiocina od un coltello fissato alla estremità di una asta metallica). (RISCHIO MASSIMO – Maximum Risk).

2ª CLASSE – POTENZIALMENTE PERICOLOSO PER L’UOMO: Viene così classificata la specie di squalo, che per le sue dimensioni e/o per la sua indole, può risultare una grave minaccia se dovesse attaccare l’uomo. Per questa classe di squali valgono le precauzioni adottate per gli Squali di 1ª classe. (RISCHIO ALTO – High Risk).

3ª CLASSE – RITENUTO NON PERICOLOSO PER L’UOMO: viene così classificata la specie di squalo che – ad oggi, con i dati in nostro possesso – non risulta una minaccia per l’uomo in acqua; ma ciò non toglie che possa rivelarsi tale. Nel caso si entri in contatto visivo con essa oltre alla prudenza, si consiglia di adottare un atteggiamento cautelativo e di avvalersi di alcune precauzioni. (RISCHIO BASSO – Low Risk).

4ª CLASSE – CERTAMENTE NON PERICOLOSO PER L’UOMO: tale classificazione indica che questa specie di squalo risulta non pericolosa per l’uomo in acqua; entrando in contatto visivo con essa, conviene usare la necessaria prudenza e mantenere una adeguata distanza. (RISCHIO NULLO – Zero Risk).

In linea generale si può affermare, in base alle evidenze scientifiche ed ai dati in nostro possesso, che tutti gli squali, a partire da due metri di lunghezza, sono una reale minaccia per l’uomo in mare (tale affermazione è stata ripresa da una pagina dell’ISAF); chiaramente vi sono specie (o in altri termini razze) più pericolose e altre meno, ma al di là di questa sottile differenza, una cosa è certa: l’uomo stando in acqua come subacqueo, surfista, kayakista, snorkelista, nuotatore o semplice bagnante, è certamente molto più vulnerabile degli squali che oltre ad essere animali carnivori molto evoluti e feroci, vivono in un ambiente a loro adatto.

L’azione predatoria che lo squalo può sferrare nei confronti dell’uomo può avvenire in tre modi:

1 Il “Morso di Assaggio” (noto anche come “morso mordi e fuggi”)
si verifica in acque basse, in prossimità delle spiagge; generalmente lo squalo confonde i bagnanti come sue prede e sferra il suo attacco, mordendo la vittima e poi lasciandola; lo squalo non torna ad attaccare il malcapitato ma si allontana e va via. Tale morso provoca delle lesioni generalmente ai piedi o alle gambe del soggetto colpito, ed a seconda della gravità del morso esse possono essere mortali (ad es. provocando il decesso per dissanguamento dovuto ad una emorragia scaturita dalla amputazione di un arto). Il morso di assaggio ha due scopi: il primo è quello di indebolire la preda con una iniziale ferita, con relativa perdita di sangue, a cui segue l’attacco vero e proprio; il secondo è permettere allo squalo di capire il tipo di preda che ha di fronte e dunque decidere se attaccarla oppure no.

2 Il “Morso Furtivo”
Esso avviene in acque più profonde, in maniera improvvisa. Lo squalo si dirige direttamente verso l’uomo, considerandolo una preda; la vittima, il più delle volte non vede lo squalo avvicinarsi a lei, cogliendola di sorpresa. Il morso, singolo o ripetuto, può provocare lesioni o morte, perché sferrato con molta potenza.

3 Il morso “Ruota, Urta e Morde”
In questo caso, lo squalo gira in cerchio, intorno all’uomo per poi avvicinarsi a lui, ed urtarlo con la testa o col corpo, così da capire se l’attacco che intende sferrare è per lui rischioso; una volta accertatosi di ciò, si accanisce con vari morsi a ripetizione, causando delle ferite o la morte.

Consigli degli Esperti per evitare un rischioso incontro con gli squali
Tante volte viene detto che quando gli squali raggiugono la fascia di mare destinata alla balneazione, non bisogna avere paura, perché l’uomo non è considerato una preda dagli squali; eppure sappiamo che le persone, per vedere appositamente gli squali da vicino, vengono calate in mare, all’interno delle gabbie di sicurezza; in alcuni casi gli squali, sono stati capaci di deformarne le sbarre restando anche incastrati, nel tentativo di penetrare al loro interno. Per evitare un incontro con uno squalo, gli esperti suggeriscono alcuni comportamenti per coloro che sono o vogliono entrare in acqua da bagnanti, nuotatori, immergersi come pescatori subacquei oppure praticare sport acquatici, ecc. Vediamo quali precauzioni consigliano di adottare:

Evitare di immergersi da soli e non nuotare al largo.
Evitare di immergersi o fare il bagno di notte o in acque torbide.
Porre particolare attenzione quando ci si trova in punti dove il fondale degrada bruscamente verso acque più profonde, soprattutto nel caso di zone particolarmente ricche di pesci.
Fare attenzione quando i pesci presenti nell’area mostrano un comportamento anomalo.
Fare attenzione quando si avvistano animali acquatici che sono prede o cibo degli Squali Bianchi (tonni, delfini, otarie, tartarughe marine, carcasse di grandi cetacei).
Fare particolare attenzione alle secche, agli stretti, alle acque adiacenti le isole.
Evitare la pesca subacquea se nella zona è stata segnalata la presenza di uno squalo potenzialmente pericoloso.
Non portare al seguito dei pesci fiocinati: una volta catturati riporli subito fuori dall’acqua.
In acqua non indossare costumi da bagno o indumenti dai colori sgargianti o brillanti.
Non assumere la posizione del morto, perché lo squalo percepisce il campo magnetico della preda viva.
In caso di attacco, se si è in gruppo è più facile resistere: conviene difendersi stando vicini e di spalle così da poter avere un più ampio campo visivo.

Mappa interattiva degli attacchi all’uomo (attacchi spontanei non provocati)
L’ISAF (International Shark Attack File) è l’unico database, operativo presso il Museo di Storia Naturale della Università dello Stato della Florida, che a livello mondiale registra gli attacchi degli squali ai danni dell’uomo.

Gli attacchi all’uomo si distinguono in spontanei o provocati: sono “spontanei” quando lo squalo si avvicina e attacca l’uomo volontariamente considerandolo una preda o una minaccia; sono “provocati” quando gli squali vedono nell’uomo un pericolo da cui difendersi, come nel caso dei sub che si avvicinano ad essi, sollecitandoli o stimolandoli in vari modi per studiare il loro comportamento e le loro reazioni; o nel caso dei pescatori in fase di cattura, quando lo squalo si dimena all’interno della rete allo scopo di liberarsi, ecc.

Aprendo il sito del Museo di Storia Naturale dell’Università della Florida, nell’apposito Link dedicato al monitoraggio degli attacchi degli squali all’uomo (attacchi spontanei non provocati dall’uomo) è possibile:

1 Conoscere il numero degli attacchi
2 Selezionare l’intervallo temporale degli attacchi
2 Circoscrivere con un riquadro la zona geografica di attacco di proprio interesse
3 Sapere il tipo di squalo che ha attaccato l’uomo
4 Sapere qual è stato l’esito dell’attacco (lesivo o mortale)
5 Leggere le caratteristiche peculiari di ogni squalo e la pericolosità per l’uomo
6 Consultare le altre pagine del sito per avere tante altre utilissime informazioni sugli squali e per conoscere le precauzioni e le cautele da prendere, per evitare di restare vittima dei loro attacchi.

I puntini rossi sono gli attacchi di squali (fatali e non fatali) nel periodo 2000-2022. Fonte Università della Florida ISAF

Sito internet: https://www.floridamuseum.ufl.edu/shark-attacks/maps/world-interactive/

Gli Squali presenti nel Mare Mediterraneo

Nel Mare Mediterraneo vivono circa una cinquantina di specie di squali che in misura minore o maggiore sono tutte una minaccia per l’uomo in mare, a eccezione dello Squalo Elefante, lo Squalo Gattuccio Maggiore, lo Squalo Spinarolo, lo Squalo Boccanera e lo Squalo Zigrino.

Squalo spinarolo, non pericoloso per l’uomo

Specie presenti in Mediterraneo

I Classe

Squalo volpe

Squalo mako

Squalo smeriglio

Squalo verdesca

Squalo longimano

Squalo sega

Squalo bianco

Squalo martello maggiore

Squalo toro

Squalo bronzeo

Squalo grigio o di barriera

Squalo capopiatto

 

II Classe

Squalo seta

 

III Classe

Squalo palombo

Squalo latteo

Squalo angelo

Squalo zigrino

 

IV Classe

Squalo spinarolo

Squalo elefante

Squalo gattuccio maggiore

Squalo boccanera

Ricordiamo che per coloro che sono dediti alla pesca professionale, la pesca sportiva, ecc, le specie protette degli squali presenti nel Mare Mediterraneo, non possono essere pescate, né trasportate, né detenute né commercializzate in qualsiasi stadio di crescita esse si trovino; una volta pescate “involontariamente” vanno liberate perché a rischio di estinzione.
Ovviamente, se per i pescatori vale il ragionamento precedente, in relazione alla incolumità dell’uomo in mare il discorso cambia in maniera considerevole; infatti bisogna ribadire che – se determinate specie di squali risultano protette, pur essendo classificate in questo scritto come “certamente pericolose” o “potenzialmente pericolose” per l’essere umano – Egli ha tutto il diritto di difendersi, in quanto la Legge non può giustificare e ancor meno legittimare un attacco di uno squalo ai danni della Vita dell’Essere Umano in mare.

Squalo mako

L’uomo non è un animale acquatico e una volta in acqua, per lo squalo è sicuramente visto come un animale diverso da tutti gli altri, e che prima di decidere di attaccarlo deve capire se per lui è più una minaccia da tenere a distanza o più un pasto da aggiungere al consueto menu del giorno, e che la difesa messa in atto dall’uomo in termini di potenza e ferocia, non è certo paragonabile all’attacco mosso dallo squalo contro di lui: in acqua mentre l’uomo, come essere razionale si difende; lo squalo, come essere animale, attacca la vittima.

Per nostra fortuna le acque infestate dagli squali, sono localizzate in altre parti del mondo; nei mari italiani, lungo i litorali, l’avvistamento di uno o più squali avviene molto di rado; la pesca intensiva negli anni ha portato ad una forte riduzione numerale di tali carnivori, che oggi risultano protetti perché in via di estinzione. Possiamo dunque affermare che una relativa tranquillità, per coloro che amano fare una nuotata in mare, non manca. In caso di avvistamento di un squalo si è tenuti ad avvertire con celerità, la sede della Capitaneria di Porto/Guardia Costiera più vicina.

squalo bianco

A questo punto sembra chiaro che, se gli squali non possono essere addomesticati, bisogna fare in modo che per l’uomo risultino il più possibile innocui, oggi come in futuro; dunque per quanto concerne l’incolumità dell’uomo in mare, è fondamentale che la Comunità Europea, i singoli Stati che si affacciano nel bacino del Mare Mediterraneo con i loro Enti Governativi, adottino in sinergia tutte le misure, attualmente disponibili, per evitare che gli squali siano una minaccia per l’uomo (il turismo estivo balneare, la pesca subacquea, le attività di svago attrattive e sportive in acqua come lo snorkeling, le uscite in kayak, il windsurf, il kitesurf, ecc. sono una risorsa economica di grande importanza per il settore turistico di tali Paesi).

Fabio Bergamo*

* campano, scrittore e divulgatore, appassionato di navigazione a vela, Fabio Bergano collabora con varie riviste a tema di sicurezza stradale. È Autore di una poesia sulla Legge, dal titolo “L’Abbraccio Materno della Legge” – conservata nel Duomo di Ravello, in costiera amalfitana – che tradotta in francese e in portoghese, è giunta già ai bambini del Mali, del Benin, e del Brasile; tra i suoi numerosi lavori, ha elaborato la proposta di legge per introdurre la Revisione periodica della carrozzeria delle auto col bonus riparativo per i conducenti virtuosi, e ha dedicato uno scritto in memoria dei magistrati Falcone e Borsellino, premiato di recente a Roma in Campidoglio.

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