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Vela ti amo, l’installazione si sposta alla Marina di Arechi di Salerno

Aggiornamento Dopo la Stazione Marittima di Salerno dall’11 marzo, è ora il Porto turistico Marina di Arechi a ospitare da oggi 8 aprile l’installazione riportante uno scritto dedicato alla Vela elaborato dal nostro collaboratore Fabio Bergamo.

In “Vela Ti Amo”, l’Autore ha voluto rendere omaggio a tutti coloro che nel corso dei secoli, con impegno, esperienza e sapere, consentono oggi a tutti di poter navigare in sicurezza, a vela e non solo.

L’esposizione del testo di Fabio Bergamo alla Marina di Arechi è stata possibile grazie al Presidente del Marina di Arechi Dr. Agostino Gallozzi e alla Dr.ssa Roberta Busatto.  L’installazione resterà esposta per tutta l’estate 2024.

Salerno– La Stazione Marittima di Salerno ospita dall’11 marzo un’installazione con uno scritto dedicato alla Vela elaborato dal nostro collaboratore Fabio Bergamo.

In “Vela Ti Amo”, l’autore ha voluto onorare tutti coloro che nel corso dei secoli, con impegno, esperienza e sapere, consentono oggi a tutti di poter navigare in sicurezza, a vela e non solo.
L’esposizione del testo di Fabio Bergamo è stata possibile grazie all’Avv. Orazio De Nigris, A.D. della Società che gestisce la Stazione Marittima di Salerno.  L’installazione resterà esposta per tutta l’estate 2024.

VELA TI AMO

Partendo dalla Rivoluzione scientifica del XVII secolo, passando per quella industriale del XVIII, e giungendo alla creazione e alla diffusione dei personal computer, con la conseguente digitalizzazione avvenuta nell’ultimo ventennio del XX secolo, l’Uomo ha fatto uno straordinario ed inimmaginabile balzo in avanti, in termini di libertà e di qualità della vita, di cui Noi siamo privilegiati testimoni: il XXI secolo, appena iniziato, non è, e non sarà da meno, visti gli attuali sviluppi della intelligenza artificiale e la stessa creazione dei robot umanoidi, sempre più simili all’uomo, nelle sembianze e nelle azioni che riescono a svolgere in piena autonomia, supportandolo, assistendolo ed anche sostituendolo in determinate mansioni e attività.

 

Tutto, oggi, è a portata di mano: basta uno smartphone, connesso alla rete di Internet, ed il tempo e lo spazio non sono più quelli che abbiamo concepito, fino a qualche anno fa: scrivere, comunicare, effettuare dei pagamenti e degli acquisti, raccogliere delle informazioni e qualsiasi notizia di ogni parte del mondo, riguardante anche la zona più remota della Terra, sono praticamente delle azioni istantanee, prive di sforzi e dai costi pressoché irrisori.

La Stazione Marittima di Salerno

 

Le Barche a Vela, anch’esse, hanno “subito”, questa scossa innovativa che ha permesso agli armatori ed agli skipper, di vedere facilitato il loro compito, nel governare l’unità nautica da loro posseduta: ciò è stato possibile grazie alla introduzione di sistemi di geolocalizzazione GPS, al sistema di identificazione automatica AIS, ai Radar, all’Autopilota e così via.

 

Ma non è l’innovazione tecnologica a spingere gli armatori, e gli skipper di oggi, a scegliere nell’epoca della rivoluzione digitale e robotica, una barca a vela al posto di una a motore, più veloce, più avveniristica e dalle linee marcatamente idrodinamiche. Ma allora qual è la motivazione che conduce a tale scelta? Perché la barca a vela continua ad affascinare e ad entusiasmare l’uomo del XXI secolo?

 

A tale interrogativo – che mi sono posto più volte, nell’apprendere teoricamente ed esercitando praticamente la navigazione a vela – sono riuscito a fornire una risposta, giungendo così ad appagare la mia inesauribile curiosità.

 

Ebbene, bisogna partire dalla realtà incontrovertibile che se la barca a motore si pilota, quella a vela si governa.

 

Governare una barca a vela vuol dire conoscere, dunque capire il vento, il mare e le condizioni meteorologiche; e sfruttare i loro effetti, ricadenti sulla imbarcazione, a vantaggio della navigazione e della sicurezza.

 

Dunque, colui che governa una barca a vela ha bisogno, non solo di essere abile nel condurre la medesima, ma necessita dell’uso di una importante facoltà, di cui l’uomo è dotato, che è l’Immaginazione.

Immaginare vuol dire prevedere e dunque anticipare le conseguenze degli eventi meteomarini che di lì a poco si verificheranno, rispondendo ad esse prontamente, in maniera adeguata e puntuale. 

L’Arte di andar per mare a Vela è un vero e proprio “mestiere” ossia una attività che richiede metodo e passione, conoscenza ed esperienza: regolare in maniera rigorosa le vele alle diverse andature, effettuare determinate manovre in situazioni meteorologiche difficili, intervenire con precisione sul timone al momento opportuno, non sono solo delle azioni per condurre la barca correttamente – rendendo la navigazione piacevole,  tenendo la rotta prevista – ma sono un vero e proprio rituale, figlio di una tradizione storica che si tramanda di generazione in generazione, scavalcando secoli e superando epoche.

Nel salire a bordo di una barca a vela – da armatori, skipper o passeggeri – si comprende subito che ogni apparato, ogni parte che compone l’imbarcazione, anche la più piccola, trasmette agli utilizzatori, attraverso il tatto, la vista e l’udito, non solo la forma che ha e la funzione che assolve, ma anche quella “traccia immateriale” – lasciata ad essa da colui o coloro che l’hanno concepita e realizzata – che giunge appunto, per loro tramite, alla nostra Anima, la quale romanticamente ci induce a percepire che siamo stati creati per la Libertà, ossia quella realtà, nel contempo esistenziale e metafisica, in cui le categorie dello spazio e del tempo non sono assolute, ma relative, dunque contingenti e transeunti; e dove l’Uomo, in armonia col Creato, ne è consapevolmente partecipe, per mezzo delle facoltà e delle doti che la Natura ha voluto affidargli.

Insomma, la barca a vela affascina l’uomo del XXI Secolo, perché in essa tecnologia e tradizione coesistono, al punto da ottenere quell’amalgama che ha permesso ad essa di non essere accantonata e surclassata, nel corso del tempo, ma di essere considerata, oggi più che mai, non solo un mezzo di trasporto marittimo, al pari di quelli più tecnologicamente evoluti, ma uno strumento attraverso il quale esercitare le proprie abilità, avvalersi della propria intelligenza, esternare la propria umanità: qualità che ritroviamo racchiuse e concentrate in quel termine filosofico che tutti conosciamo e chiamiamo “Bellezza”.
(
Fabio Bergamo)

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